Aneddoti storici

Carlo I a cavallo - Van Dyck
Carlo I a cavallo - Van Dyck

HATSCHEPSUT

 

La regina d’Egitto Hatschepsut si faceva ritrarre con sembianze maschili per poter sembrare un faraone. 

 

FRINE

 

Durante il quarto secolo a.c. la cortigiana greca Frine finì in tribunale con la grave accusa di aver offeso gli Dei. Il suo difensore la svestì davanti ai giudici chiedendo: Come può una tale bellezza offendere gli Dei? Frine fu assolta. 

 

SERSE

 

Serse si innamorò della cognata, moglie di suo fratello Masiste, da cui pretendeva che gli concedesse la donna. Per riuscire nel suo intento, decise di far sposare suo figlio Dario con sua nipote Artaynte, figlia della donna di cui si era invaghito.

Dopo breve tempo, spostò le proprie attenzioni dalla madre alla figlia. Costei accettò di donargli i suoi favori, ma in cambio chiese un mantello che Arnestris, moglie di Serse, aveva tessuto personalmente per lui. Amestris, definita da Erodoto una crudele despota,  scoprì l'inganno quando vide la nuora sfilare col il prezioso manto, Decise allora di vendicarsi crudelmente, facendo mutilare la moglie di Masiste.

ARCHIA

Alleato degli Spartani, condannato a morte da Pelopida, avrebbe potuto salvarsi, perché gli era stato inviato in gran fretta un messaggio in cui lo si avvertiva del pericolo imminente. Ma Archìa decise di rimandare all'indomani le questioni serie e si rifiutò di leggere il biglietto. Così si recò a un banchetto, nel corso del quale fu assassinato.

 

CONFUCIO

 

Amava la musica e disse a un discepolo: Vuoi sapere se un Paese è ben governato? Ascolta la sua musica.

 

DOMIZIANO

 

1. Un giorno l’imperatore Domiziano convocò d’urgenza il Senato per discutere di gravi questioni di Stato. Ai senatori, accorsi subito, Domiziano mostrò un grosso pesce e, con aria molto seria, disse: Ecco il problema! Come bisogna cucinarlo?

Poiché quel giorno era il primo di aprile, secondo la tradizione da quell’episodio nacque il pesce di aprile.

 

2. Nei primi anni di regno, l’imperatore Domiziano aveva preso l’abitudine di trascorrere qualche ora al giorno chiuso da solo in una stanza per dedicarsi ad uno dei suoi passatempi preferiti: infilzare le mosche con uno stiletto acutissimo. Ad un tizio che gli chiese se c’era qualcuno con l’imperatore, Vibio Crispo rispose spiritosamente: Neppure una mosca. 

 

MANIO AQUILIO

 

Console con Gaio Mario nel 101 a.C. e governatore in Asia Minore, fu condannato a morire in un modo assai crudele: dovette deglutire dell'oro fuso.

 

APICIO

 

Si dice che Marco Gavio Apicio, vissuto nel I sec. d.C., di cui ci è pervenuta l'opera De re coquinaria, che in realtà risale a un'epoca successiva, si sia ucciso dopo aver scoperto di aver sperperato tutti i suoi averi in banchetti.

 

ALBOINO

 

Si narra che Alboino, prima di assediare Pavia, avesse fatto voto di uccidere tutti i cristiani della città. Mentre stava entrando in città, il suo cavallo si impennò e non volle proseguire, nonostante gli sforzi e le frustate. Allora uno del seguito gli propose di rinunciare al suo voto. Alboino infranse il voto e promise clemenza. Subito il cavallo diventò remissivo ed egli entrò nella città.

 

IL SULTANO DI GRANADA

 

Il sultano di Granada piangeva mentre abbandonava la città in mano ai cristiani.

Sua madre lo rimproverò: Piangi come una donna per una città che non hai saputo difendere come un uomo!

 

ALESSANDRO MAGNO

 

1. Ad Alessandro Magno, che si preparava a partire per l’Asia, Aristotele disse: Aspetta di aver raggiunto la maggiore età: combatterai con maggior prudenza. È vero, rispose Alessandro, ma nel frattempo perderei lo slancio della giovinezza.

 

2. Alessandro Magno sosteneva di onorare Aristotele, suo precettore, perché  suo padre Filippo, dandogli la vita, lo aveva fatto scendere dal cielo in terra; Aristotele, con la sua istruzione, lo aveva fatto risalire dalla terra in cielo.

 

3. Quando Alessandro Magno studiò il pensiero filosofico di Democrito, il quale aveva ipotizzato l’esistenza di mondi innumerevoli, esclamò: E io che non sono riuscito ad impadronirmi neppure di uno solo di essi!  

 

4. Alessandro Magno stimava tanto Cratete che, dopo aver distrutto le mura di Tebe, la sua città, si disse disposto a riedificarla. Che importa!, replicò Cratete, Verrà un altro Alessandro ad abbatterle. La mia vera patria è la filosofia e nessun Alessandro può distruggerla.  

 

BRUTO

 

1. Lucio Giunio Bruto, eroe romano, temendo di essere ucciso da Tarquinio il Superbo, che aveva fatto trucidare suo padre e suo fratello, si finse demente (brutus significa sciocco). Successivamente capeggiò la rivolta contro i Tarquinii e decretò la fine della monarchia.

 

2. Seppe che i suoi figli avevano cospirato per la restaurazione della monarchia. Li condannò entrambi a morte e assisté personalmente alla loro esecuzione.

   

SCIPIONE

 

Un giorno Publio Cornelio Scipione Nasica si recò a casa del poeta Ennio, ma trovò la porta chiusa. Allora chiamò l’amico a gran voce, ma una serva gli riferì che il poeta non era in casa. Scipione, offeso, andò via. Passato qualche giorno, Ennio andò da Scipione e lo chiamò. Scipione si affacciò alla finestra e rispose: Non sono in casa!

Ed Ennio a lui: Apri la porta! Ho riconosciuto la tua voce.

Allora Scipione: Sei sfacciato, amico mio. Io ho creduto alle parole della tua serva e tu ti rifiuti di credere a me.

 

CESARE

 

1. Un giorno, mentre leggeva le storie di Alessandro Magno, Giulio Cesare scoppiò a piangere. I suoi amici gliene chiesero il motivo. E Giulio Cesare rispose: Ho buoni motivi per essere dispiaciuto se, alla mia età, Alessandro regnava su moltissima gente, mentre io non ho fatto ancora niente di eccezionale.

 

2. Mentre sulle Alpi Giulio Cesare attraversava un villaggio di barbari, povero, desolato e con pochi abitanti, i suoi compagni scherzando chiesero: Chi sa se anche qui non ci sono ambizioni per le cariche pubbliche, competizioni per i primi posti e invidia fra i più potenti.

 

E Cesare rispose:  Preferirei essere il primo fra questa gente che il secondo a Roma.

 

LUCULLO

 

Lucullo, importante rappresentante del ceto aristocratico, è passato alla storia soprattutto per la sua grande passione per il cibo, tanto che un pranzo abbondante e sfarzoso viene detto luculliano.

 

Un giorno Cicerone sostenne in pubblico che Lucullo era in grado di imbandire una mensa abbondante e sfarzosa soltanto se avvisato molto tempo prima. Lucullo raccolse la sfida e invitò tutti i presenti a casa sua, senza avvertire i cuochi. Appena arrivò a casa, chiese al servo di preparare da mangiare e di servire la cena nella sala d’Apollo. Era una parola d’ordine, con cui i servi erano avvisati di preparare un pasto sontuoso. Tra la sorpresa dei commensali, compreso Cicerone, fu servita una cena a base di frutti di mare, scampi, pasticcio d'ostrica, murene e storioni; porchetta, anitra, lepre, pavoni, pernici; verdure; dolci e vini.

 

CICERONE

 

In una causa, Metello Nepote si scagliò con una certa acrimonia contro Cicerone rimproverandogli di essere un plebeo. Di tanto in tanto gli rivolgeva la domanda: Chi è tuo padre? Cicerone per un po’ lo lasciò parlare, poi gli rispose: A te non posso chiedere la stessa cosa, o Metello, perché tua madre ha reso questa domanda estremamente delicata.

 

NERONE

 

1. Come racconta Svetonio, all’inizio del suo impero, Nerone si dimostrò dotato di umanità e di un certo buon senso. Un giorno gli fu chiesto di firmare una condanna a morte ed egli mormorò: Come vorrei non conoscere l’alfabeto.

 

2. Nerone aveva l'abitudine di uscire in incognito durante la notte per divertirsi a bastonare le persone che rincasavano a tarda ora. Una notte venne picchiato a sangue dal marito di una donna che che era stata disturbata da lui. Da allora smise questa pratica. 

URBANO II

 

Il 27 novembre 1095 Papa Urbano II affermò: Deus vult (ossia Dio lo vuole),  sulla piazza della cattedrale di Clermont in Francia, lanciando la prima Crociata, sostenendo che era Dio che la voleva.

LORENZO DE' MEDICI

 

Nella città di Firenze il titolo onorifico di “Magnifico Messere” veniva conferito ai detentori della carica di Gonfaloniere di Giustizia, il grado più elevato della Repubblica fiorentina. “Magnifico Messere” era stato il padre Piero, così come il nonno Cosimo. Alla morte del padre Lorenzo, che aveva solo ventun anni, fu nominato “Magnifico Messere” perché i principali della città e dello stato si rivolsero proprio a lui chiedendogli che si facesse carico della cura della città.

 

 

ENRICO VIII 

 

Enrico VIII, rimasto vedovo della terza moglie, decide di risposarsi e inviò i suoi emissari in giro per l’Europa a cercargli una moglie e ritornare con un ritratto delle possibili spose. Il duca di Cleves, che aveva tutto l’interesse a dare in sposa la sorella al potente re d’Inghilterra, incaricò Holbein di fare un bel ritratto della sorella Anna, che non era bella. Il pittore la rappresentò come una donna piacente. Il re la scelse ma, quando la vide, ne fu molto deluso e la definì una cavalla fiamminga. Non potendo tirarsi indietro, la sposò, ma divorziò dopo soli sei mesi. Da allora la fortuna del pittore presso la corte inglese scese moltissimo.

 

ENRICO IV 

Nel 1593 l'ugonotto Enrico di Navarra (il futuro Enrico IV), costretto a convertirsi al cattolicesimo per ottenere il trono di Francia, disse: Parigi val bene una messa.

 

 

FEDERICO DI PRUSSIA (Federico il Grande)

 

Un giorno il re vide un caporale della sua guardia che esibiva una magnifica catena d’oro a cui aveva appeso una palla da moschetto, non avendo l’orologio. Per schernirlo, gli chiese che ora indicasse l’orologio. Il caporale, prendendo in mano la palla da moschetto, rispose: Il mio orologio mi segnala sempre che in ogni ora la mia vita è al servizio del re. Federico II, commosso, gli donò un orologio d’oro tempestato di brillanti.

 

 

 

NAPOLEONE

 

1. Napoleone, rivolto alla famosa letterata Madame de Staël, disse: Mulier taceat in politicis!

 

2. Giuseppina Bonaparte era molto affezionata ad un cane, un carlino di nome Fortuna, che usava per mandare a Napoleone messaggi privati.

La sera dopo le nozze Napoleone si rifiutò di far dormire Fortuna nel loro letto. Il cane lo morse e Giuseppina gli disse: Se il carlino non entra nel nostro letto, non entro neanch'io. Da allora il cane dormì sempre con loro.

  

 

RASPUTIN

Rasputin, mistico russo e degli zar, sopravvisse a diversi tentativi di omicidio, al punto da far circolare la voce che fosse immortale. Morì, invece, di morte violenta. I suoi uccisori ammisero di aver fatto ricorso prima al veleno, poi all'arma da fioco e infine lo buttarono nelle acqua del fiume Neva, il 30 dicembre 1916.

VERLAINE

Nella seconda guerra mondiale, quando si preparava l'operazione in Normandia, Radio Londra adottò Canzone d'autunno di Verlaine per segnalare in codice l'imminenza dello sbarco degli Alleati.

WINSTON CHURCHILL

 

1. Durante la II Guerra Mondiale, qualcuno annunciò a Winston Churchill che il gerarca nazista Rudolf Hess si era gettato col paracadute in Scozia ed era stato catturato. Le spiace se ne parliamo più tardi? chiese Churchill. Adesso stiamo assistendo a un film dei fratelli Marx. 

 

2. La sua vera nemica, dentro e fuori il Parlamento, era Nancy Astor, prima donna deputato in Gran Bretagna.  Un giorno gli disse: Winston, se tu fossi mio marito, ti metterei il veleno nel caffè. E Churchill rispose: Nancy, se tu fossi mia moglie, lo berrei.  

 

3. Tra Churchill e il drammaturgo George Bernard Shaw non correva buon sangue.

Qualche giorno prima del debutto della sua commedia "Pygmalion", Shaw inviò a Churchill il seguente telegramma:

"Riservati due posti per Lei. Venga e porti un amico. Se ne ha."

In risposta Churchill inviò un altro telegramma:

“Impossibilitato a venire alla Prima, attendo la seconda. Se ci sarà.”