AMORE O CUPIDO (EROS)

 

Figlio di Venere e di Vulcano, si innamorò perdutamente di Psiche.

Ce ne parlano Ovidio ed Apuleio nelle Metamorfosi. Psiche è una principessa tanto bella da suscitare l'invidia di Venere, la quale chiede al figlio Amore di farla innamorare dell'uomo più abietto di tutti. Ma Amore si invaghisce di lei e, di nascosto, la conduce nel suo palazzo. Psiche potrà incontrarlo solo di notte e deve impegnarsi a non tentare di vedere il suo viso, altrimenti lo perderà. Per non soffrire di solitudine, Psiche invita a casa sua le sorelle le quali, invidiose della sua fortuna, le insinuano il dubbio che lo sposo sia così misterioso perché, in realtà, è bruttissimo. Quella notte Psiche, dopo che Amore si è addormentato, accende un lume e, di nascosto, ne guarda il viso. Ma una goccia di olio caldo cade sul viso di Amore, che si sveglia. Psiche può così contemplare per un attimo tutta la fulgente bellezza di Amore, il quale però sparisce. Psiche perde il suo amato. Venere, per punirla, la sottopone a quattro difficilissime prove. Venere punisce Psiche e la sottopone a dure prove: le ordina di ammucchiare un cumulo di grano, orzo, miglio e altri semi, separandoli in base al seme e alle dimensioni; di rubare un ciuffo di lana dal dorso di una pecora selvatica dal manto dorato; di riempire un’urna con le acque delle sorgenti dello Stige; di recarsi agli Inferi per ottenere un dono da Proserpina. Psiche supera la prima prova con l’aiuto delle formiche; per la seconda prova è una ninfa a spiegarle che basta prendere la lana che resta su un cespuglio al passaggio della pecora; infine l’aquila di Zeus le procura l’acqua dello Stige. Infine dovrà  discendere negli inferi col compito di chiedere alla dea Proserpina un po’ della sua bellezza. Psiche scende negli inferi e riceve un’ampolla dalla dea. Tornata nel mondo, Psiche, incuriosita dal contenuto dell’ampolla di Proserpina, l’apre e scopre che la bottiglietta in realtà conteneva il sonno più profondo. Cadde addormentata profondamente e venne risvegliata dal suo adorato Amore, il quale si rivolge a Zeus per ottenere il consenso al matrimonio con una mortale. Zeus, non potendo rifiutare la supplica di Amore, fa riunire un’assemblea di tutti gli dei e decide di rendere immortale Psiche, che è dunque una dea e può sposare un dio. Così Amore può sposare Psiche e condurla con sé nel mondo degli dèi. Viene celebrato un matrimonio fastoso.

Dal matrimonio nascerà una figlia, Voluttà.

TIEPOLO - Apollo e Diana (particolare)

 

APOLLO

 

Divinità greca (più tardi ripresa dai Romani), era il dio della musica e delle arti, dell'equilibrio e della razionalità, della medicina.

Era il figlio illegittimo di Giove e Latona ed era fratello gemello di Diana.

In Grecia era venerato a Delfi, sede dell'oracolo e a Delo.

Ebbe numerose amanti e molti figli. Citiamo i più importanti: dalla relazione on Calliope (musa della poesia epica) nacque Orfeo; dall'amore con Ecuba nacque Ettore; dal rapporto con Talìa (musa della commedia) nacquero i Coribanti (seguaci di Dioniso).

Per sedurre la principessa troiana Cassandra le promise il dono della profezia. Cupido lo fece innamorare perdutamente di Daphne la quale, perseguitata dal dio, chiese aiuto a Zeus, che la trasformò nella pianta di lauro (alloro):

Ovidio, nelle Metamorfosi, celebrò la triste storia d'amore di Apollo e il principe spartano Giacinto.

Nietzsche, nella Nascita della tragedia, pose a confronto l'elemento apollineo (caratterizzato da armonia ed equilibrio) e quello dionisiaco (caratterizzato dall'ebbrezza e dalla gioia di vivere).

CARAVAGGIO - Bacco
CARAVAGGIO - Bacco

BACCO (DIONISO)

Dioniso (Bacco per i Romani) nacque da  una relazione adulterina tra Zeus e una mortale e per questo perseguitato fino alla pazzia da Era, consorte legittima di Zeus.

Dioniso è il dio del vino e dell'ebbrezza e incarna tutto ciò che vi è di istintivo, sensuale, caotico ed irrazionale nella vita.

Al dio erano dedicate le feste romane dette Baccanali.

Nietzsche mette a confronto l'elemento apollineo e quello dionisiaco nella Nascita della tragedia.

MARTE (ARES)

 

Figlio di Giove e Giunione, era il dio della guerra.

 

Amò Venere, da cui ebbe dei figli, tra cui Romolo, il leggendario fondatore della città di Roma. Per questo motivo fu considerato il padre del popolo romano.

 

Al suo nome si ispirarono gli astronomi per dare il suo nome ad un pianeta; nel calendario si richiamarono a Marte per il giorno della settimana (martedì) e per il mese (marzo).

DIANA (ARTEMIDE)

 

Dea della luna, della caccia, delle selve, era la protettrice degli animali selvatici e delle donne.

Era amante della solitudine ed aveva fatto voto di castità.

MITRA (SOL INVICTUS)

 

Sol Invictus (sole invitto) per esteso "Deo Sol Invictus" era l'appellativo religioso usato in prevalenza per la divinità Mitra. Per il popolo romano, la festività del "Dies Natalis Solis Invicti" veniva celebrata nel momento dell'anno in cui la durata del giorno iniziava ad aumentare dopo il solstizio d'inverno; la "rinascita" del sole.  Il sole quindi, arriva nella fase più debole, sia per la luce e per il calore, per poi ritornare vitale e invincibile, proprio nella data del 25 dicembre. In questa data in Roma, veniva onorata la nascita del dio Mitra, figlio del sole e sole egli stesso!

 

VENERE (AFRODITE)

 

Era una delle principali divinità rimane. Era la dea della bellezza e dell'amore. Sposata con Vulcano, ebbe diverse relazioni con altri dèi (Marte, da cui nacque Amore o Cupido) e con uomini (Anchise, da cui nacque Enea).

Poseidone - Era il dio del mare, che era denominato Nettuno dai Romani.

 

Proteo (in greco Protèus) - Era un dio marino della mitologia classica che custodiva un gregge di foche. Egli poteva assumere i più svariati aspetti (ad esempio di animale, di fuoco, di acqua e di vento). Rappresentava la realtà instabile del regno sommerso delle acque, in contrapposizione alla realtà stabile della terraferma.