ETIMOLOGIA

DIZIONARIO MITOLOGICO

MITOLOGIA

LE DIVINITA'

 

 

UMANI E SEMIDEI

 

ADONE

Nacque da un amore incestuoso fra Mirra e suo padre Teia. Afrodite, commossa dalla bellezza del neonato, lo affidò a Persefone, la quale non volle più restituirglielo. Nacque un contrasto fra le dee e Zeus decise che Adone avrebbe vissuto per un terzo dell'anno con Afrodite, un altro terzo con Persefone e nei restanti mesi con chi preferiva.Ma Afrodite si incollerì con Adone e incitò contro di lui un cinghiale, che lo uccise. E' ricordato da poeti e pittori come il personaggio  più bello della mitologia greca.

 

ARIANNA - Figlia di Minosse e Pasifae, si innamorò di Teseo, che si recò a Creta per combattere contro il Minotauro. Per aiutarlo a trovare la strada nel labirinto, gli diede un gomitolo di filo che egli srotolava man mano che avanzava nel percorso. Ritrovò così la via del ritorno. Arianna lo aspettava fuori dal labirinto e fuggirono insieme. Si fermarono all'isola di Nasso, dove teseo si liberò della giovane addormentata sulla riva.  Arianna, affranta dal dolore per il suo abbandono, fu raggiunta da Dioniso e dal suo corteo. Affascinato dalla sua bellezza, il dio la sposò e la condusse all'Olimpo. 

 

ATALANTA

Poiché il re Iaso non voleva che figli maschi, alla nascita di Atamante la fece esporre affinché morisse. Fu raccolta da alcuni cacciatori, che la allevarono e le insegnarono l'arte della caccia. Seppe dall'oracolo che, se si fosse sposata, sarebbe stata trasformata in un leone; pertanto decise di sposare chi fosse riuscito a vincerla in una gara di corsa. Poiché era velocissima, concedeva un certo vantaggio ai pretendenti; ma immancabilmente li sorpassava e li infilzava con la sua lancia. Non poteva essere vinta se non dall'astuzia. Ippomene, che aveva avuto in dono da Afrodite alcuni pomi d'oro, sfidò la bella Atalanta e comiciò a correre; prima di essere raggiunto dalla giovane, faceva cadere, uno alla volta, i pomi d'oro, che Atamante si affrettava a raccogliere. Pertanto perse la gara; dovette sposare Ippomene e se ne innamorò. Nel corso di una caccia i due ardenti innamorati entrarono di nascosto in un santuario di Zeus. Indispettito per le loro effusioni, il dio li trasformò in leoni.

ECO

Era, gelosa dei continui tradimenti di Zeus, si servì di Eco, molto incline al pettegolezzo, per farsi riferire le scappatelle del marito. Zeus, scoperto l’inganno, punì Eco togliendole l'uso della parola e condannandola a dover ripetere solo le ultime parole che le venivano rivolte o che udiva.

Un giorno la ninfa si invaghì del bellissimo Narciso, che la rifiutò. La poveretta, già privata della voce, si nascose nei boschi fino a scomparire e a restare solo un'eco lontana.

RAFFAELLO - Galatea
RAFFAELLO - Galatea

GALATEA

Figlia di Nereo, era amata dal ciclope Polifemo, ma non ricambiava il suo amore.

Si era invece innamorata di Aci, figlio di una ninfa e del dio Pan.

Un giorno, mentre Aci e Galatea erano insieme, teneramente abbracciati, Polifemo li vide e, fremente di rabbia, lanciò su di loro una roccia enorme che li schiacciò.

Edipo - Ingrés
Edipo - Ingrés

EDIPO
Mitico figlio di Laio, re di Tebe e di Giocasta, ebbe un destino segnato ancor prima della nascita: i suoi genitori consultarono l'oracolo, il quale predisse che il nascituro avrebbe ucciso suo padre. Appena nato, fu esposto; salvato da un pastore, fu consegnato al re Polibo, che lo allevò come un guerriero. Divenuto adulto, Edipo decise di mettersi in viaggio e, per una strana ventura, incontrò Laio ad un bivio. Laio ordinò ad Edipo di lasciarlo passare, ma questi si rifiutò. Nacque una disputa ed Edipo, infuriato, lo uccise. Proseguì il viaggio e giunse a Tebe, dove incontrò la Sfinge, metà leone e metà donna, apppollaiata su una roccia, un mostro che poneva enigmi impossibili ai passanti e divorava coloro che non sapevano risolverli:
Qual è l'animale che la mattina cammina con quattro gambe, a mezzoggiorno con due e la sera con tre?
Edipo rispose correttamente che si trattava dell'uomo. Il mostro precipitò dall'alto della roccia e morì. I tebani, liberati dal pericolo della Sfinge, portarono Edipo in trionfo nella città e gli diedero in sposa la regina. Senza saperlo, Edipo aveva davvero ucciso il padre e sposato la madre.
Successivamente la peste colpì la città; i tebani consultarono l'oracolo, il quale sentenziò che il morbo sarebbe stato vinto solo se l'uccisore di Laio fosse stato  allontanato dalla città. Edipo e Giocasta scoprirono il tragico rapporto di parentela che li univa. Per la vergogna Giocasta si uccise ed Edipo si accecò.
Questo mito ha profondamente influenzato letterati e studiosi di ogni tempo (
Freud).

GANIMEDE

 

Era  un bellissimo eroe appartenente alla stirpe reale di Troia. Mentre era ancora giovinetto, fu rapito da Zeus, infiammato dalla sua bellezza e trasportato nell'Olimpo., dove divenne il coppiere degli dèi.

Boucher - Leda e il cigno
Boucher - Leda e il cigno

LEDA

Discendente di Eolo, re dei venti, fu data in moglie a Tindaro.

Ebbero diversi figli, tra cui Clitennestra (moglie di Agamennone), Elena (la bella di Troia) e i Dioscuri (i gemelli Castore e Polluce). Ebbe altri figli da Zeus, il quale assunse le sembianze di un cigno per avvicinarla.  

LAODAMIA

 

Sposò Protesilao, eroe greco che morì a Troia. Laodamìa, che amava moltissimo il marito, appena seppe della sua morte, chiese agli dei di concederle tre ore con lui. Ebbe questo favore dagli dei ma, quando, scaduto il tempo, Protesilao dovette dirle addio per ritornare nell'Ade, disperata si uccise fra le sue braccia.

CARAVAGGIO - Narciso
CARAVAGGIO - Narciso

NARCISO

Narciso era un bellissimo giovane, ma disdegnava l'amore delle ninfe e di tante giovani, che se ne innamoravano follemente. Tra loro vi era la ninfa Eco. Le giovani da lui disprezzate chiesero alle divinità di vendicarle.  Nemesi, la dea della vendetta, fece scoppiare un gran caldo, costringendo Narciso a cercare refrigerio presso una sorgente. Egli si avvicinò per dissetarsi; vide la sua immagine riflessa e se ne innamorò.  Tentò di raggiungere quel bellissimo giovane nascosto nell'acqua e morì annegato.

Orfeo ed Euridice
Orfeo ed Euridice

ORFEO ED EURIDICE

 

Orfeo era figlio del re della Tracia e della musa Calliope. Il dio Apollo gli donò la lira e le muse gli insegnarono ad usarla.

Durante la spedizioni degli Argonauti, quando la nave giunse in prossimità dell'isola delle Sirene, col suono della cetra vinse la dolcezza del loro canto.

Orfeo amò una sola donna: Euridice, di cui era innamorato anche Aristeo, che cercò di sedurla. La fanciulla, per sfuggire alle sue insistenze, si mise a correre ma un serpente nascosto nell'erba la morsicò, uccidendola.

Orfeo, non riuscendo a concepire la propria vita senza la sua sposa, decise di scendere nell'Ade per strapparla al regno dei morti. Traghettato da Caronte, giunse alla presenza di Ade e Persefone. Col suo canto disperato convinse i signori degli inferi, che gli concessero di ricondurre Euridice nel regno dei vivi, purché durante il viaggio verso la terra non si voltasse a guardarla in viso finché non fossero giunti alla luce del sole.

Durante il viaggio, gli venne il sospetto che egli stesse conducendo fuori un'ombra e non Euridice. Dimenticando la promessa si voltò a guardarla: Euridice svanì ed Orfeo assistette impotente alla sua morte per la seconda volta.

Prometeo
Prometeo

PROMETEO

Prometeo, figlio  di un Titano, ingannò Zeus per aiutare gli uomini. Sottrasse il fuoco alla fucina di Efesto (Vulcano per i romani).

Zeus decise di punire sia i mortali che il loro benefattore. Contro gli umani mandò Pandora con un vaso che conteneva tutti i mali. Giunta sulla Terra, la curiosa Pandora volle vedere il contenuto del vaso e così il mondo fu invaso da tutti i mali.

Per punire Prometeo, Zeus lo fece incatenare sul Caucaso. Ogni giorno un'aquila gli divorava il fegato, che subito si ricostituiva e così il supplizio perdurava in eterno. Un giorno Eracle (Ercole per i romani), passando per il Caucaso, trafisse con una freccia l'aquila  e liberò Prometeo.

La condanna di Sisifo
La condanna di Sisifo

SISIFO

Leggendario re di Corinto, secondo la tradizione fu un uomo molto astuto e sagace. Era il vero padre di Ulisse (che da lui ereditò la sagacia), avendo amato Anticlea che, successivamente, sposò Laerte. Sisifo sfidava tutti senza timore, anche gli dèi, Scoprì che Zeus aveva rapito Egina, figlia di Asopo e rivelò al padre il luogo in cui il re degli dei l'aveva nascosta. Questi, infuriato, gli inviò Thanatos, la Morte; Sisifo la incatenò affinché non potesse più agire. Zeus, per liberare la morte, inviò Ares, il quale condusse Sisifo nel regno dei morti. Lo scaltro re, prevedendo la punizione di Zeus, si era accordato con la moglie affinché non gli desse sepoltura. Giunto nell'Ade, si lamentò per la negligenza della moglie e chiese di poter tornare in vita per punirla, promettendo di ritornare subito. Tornato in vita, tornò a regnare su Corinto, depredando e uccidendo gli abitanti dei paesi vicini. Questa volta fu inviato Ermes per riportarlo definitivamente nell'oltretomba. Per pagare tutte le sue colpe, fu condannato a spingere perennemente un pesante masso fino alla cima di un monte che finiva per cadere a valle.