WILLIAM TURNER
WILLIAM TURNER

DAL ROMANTICISMO ALL’IDEALISMO

 

I limiti del Criticismo kantiano

 

Idea animatrice della filosofia di Kant è l’attività originaria dello Spirito, ossia l’Io penso, che è costruttore dell’esperienza e legislatore della Natura. La rivoluzione copernicana aveva sottolineato l’importanza del soggetto, ossia il dominio autonomo dell’uomo sul mondo (scienza) e l’autonomia della volontà. Inoltre Kant aveva rivendicato la validità oggettiva del sapere scientifico, conservando la concezione meccanica della natura, anche se, nella 3.a Critica, ammette una rappresentazione finalistica del mondo fisico. I Romantici criticano la concezione meccanicistica della natura, concepita come un unico principio vivente. Oltre a rifiutare ciò, i contemporanei e i successori di Kant accusano il Criticismo di un insanabile dualismo derivante dalla contrapposizione tra fenomeno e noumeno: non è possibile affermare che la cosa in sé esiste e che è inconoscibile. È necessario superare il principio dell’inconoscibilità del noumeno, che deve rientrare anch’esso nella sfera conoscitiva dell’uomo.

 

Dal Criticismo all’Idealismo

 

Le soluzioni proposte da Kant si ripresentano come problemi aperti: necessità della natura e libertà morale; fenomeno e noumeno; contenuto e forma; soggetto e oggetto. Esiste un dualismo tra natura e spirito, tra essere e pensiero, tra finito e infinito, perfino tra uomo e Dio. La nuova metafisica resta tutta da fondare.

WATERHOUSE - Penelope
WATERHOUSE - Penelope

L’IDEALISMO TEDESCO

 

L’idealismo tedesco è quella grande fase della storia della filosofia sviluppatasi tra fine ‘700 e inizio ‘800, un’epoca che vede in Europa grandi sconvolgimenti storici, politici e sociali.

 

L’Idealismo è l’orientamento filosofico che, nato all’interno della corrente romantica, considera il pensiero come principio della realtà. Esso sviluppa l’idea di assoluto e di infinito e il principio kantiano dell’attività creatrice dello spirito umano. Esso parte dal concetto kantiano dell’io come attività ordinatrice della natura e costitutiva dell’esperienza. Se l’Io penso è la condizione dell’esperienza, esso non può risiedere nel singolo, ma nell’uomo inteso come attività spirituale, nell’Io infinito. Originariamente vi è solo l’Io da cui tutto deriva.

 

Tutto è Spirito. La realtà umana è considerata come attività conoscitiva e pratica e come libertà creatrice. Lo Spirito rappresenta la fonte creatrice di tutto ciò che esiste. Esso si esplica in modo dialettico nel mondo: nella realtà non vi può essere il positivo senza il negativo, non vi può essere la tesi senza l’antitesi. Pertanto lo Spirito, per poter essere tale, ha bisogno dell’antitesi, cioè della Natura. Un soggetto sarebbe un’entità vuota senza l’oggetto; un io senza non-io sarebbe astratto. Un’attività senza ostacolo sarebbe impossibile.

 

L’idealista si rende conto che il principio di tutta la realtà, inutilmente cercato dai filosofi nel mondo o in Dio, ossia al di fuori dell’uomo, è invece nell’uomo,

Dopo una lunga ricerca il filosofo idealista si rende conto che il principio di tutta la realtà, inutilmente cercato dai filosofi nella natura o in Dio, ossia al di fuori dell'uomo, è invece nell’uomo, inteso non come un io individuale, ma come spiritualità.

 

I tre idealisti si differenziano per la specifica maniera di intendere l’Infinito e i suoi rapporti con il finito.

 

FICHTE: l’Io è il principio assolutamente primo, assolutamente incondizionato, l’attività autocreatrice, libera, assoluta e infinita.

SCHELLING: lo Spirito è un’entità spirituale inconscia, che funge da forza strutturante e vivificatrice dei fenomeni.

HEGEL: l’Assoluto è la Totalità autosufficiente in cui si risolve ogni realtà finita.

 

Tutti intendono riferirsi all’umanità intesa come entità autocosciente, razionale e libera, ossia al pensiero umano, che ha la priorità rispetto alla natura. Ma se l’uomo è la ragion d’essere dell’universo, egli possiede le medesime caratteristiche della divinità, ossia è Dio.

 

L’unico Dio possibile è lo Spirito inteso dialetticamente come il soggetto che si costituisce tramite l’oggetto, la libertà che supera l’ostacolo, l’io che si sviluppa tramite il non-io. Dio è lo Spirito operante nel mondo, cioè l’uomo.

 

Il principio della realtà è assoluto, senza limiti: ogni limite è posto dal pensiero che pone se stesso e l’altro per superarlo. Contro la statica concezione kantiana dello spirito, l’idealismo sostiene che lo Spirito si realizza in modo dinamico e dialettico. Infatti non esiste il pensiero senza la realtà, il soggetto senza l’oggetto, il positivo senza il negativo e neppure la libertà senza ostacoli da superare.

 

Il principio della realtà si realizza attraverso un processo dialettico, ponendo continuamente delle contrapposizioni e superandole ogni volta per attuarsi. Lo Spirito si esplica e si attua continuamente nel mondo, in quanto è immanente ad esso. La realtà è dinamica, è continuo divenire.

 

Confronti

 

In Kant il soggetto è costruttore del mondo dell’esperienza e legislatore della natura; nell’idealismo l’Io è il creatore della realtà.

Kant aveva distinto tra forma (a priori) e contenuto (a posteriori); per l’Idealismo l’Io crea sia il contenuto che la forma.

Per Kant il limite della conoscenza umana è nel noumeno. Per gli idealisti non c’è nessuna realtà noumenica al di fuori dell’Io. Il noumeno è ridotto a fenomeno. L’idealismo tende a eliminare la cosa in sé e il dualismo tra a priori e a posteriori.

L’Io di Kant è finito; per gli Idealisti è infinito, privo di limiti. Ogni limite è posto dal pensiero stesso; il pensiero pone se stesso e pone l’altro per superarlo.

WATERHOUSE - L'anima di Tiresia appare a Odisseo
WATERHOUSE - L'anima di Tiresia appare a Odisseo

L’idealista si rende conto che il principio di tutta la realtà, inutilmente cercato dai filosofi nel mondo o in Dio, ossia al di fuori dell’uomo, è invece nell’uomo,

Dopo una lunga ricerca il filosofo idealista si rende conto che il principio di tutta la realtà, inutilmente cercato dai filosofi nella natura o in Dio, ossia al di fuori dell'uomo, è invece nell’uomo, inteso non come un io individuale, ma come spiritualità. 

I tre idealisti si differenziano per la specifica maniera di intendere l’Infinito e i suoi rapporti con il finito.

 

FICHTE: l’Io è il principio assolutamente primo, assolutamente incondizionato, l’attività autocreatrice, libera, assoluta e infinita.

SCHELLING: lo Spirito è un’entità spirituale inconscia, che funge da forza strutturante e vivificatrice dei fenomeni.

HEGEL: l’Assoluto è la Totalità autosufficiente in cui si risolve ogni realtà finita.

 

FUSSLI - Scilla e Cariddi
FUSSLI - Scilla e Cariddi

Tutti intendono riferirsi all’umanità intesa come entità autocosciente, razionale e libera, ossia al pensiero umano, che ha la priorità rispetto alla natura. Ma se l’uomo è la ragion d’essere dell’universo, egli possiede le medesime caratteristiche della divinità, ossia è Dio.

 

L’unico Dio possibile è lo Spirito inteso dialetticamente come il soggetto che si tramite il non-io. Dio è lo Spirito operante nel mondo, cioè l’uomo.

 

Il principio della realtà è assoluto, senza limiti: ogni limite è posto dal pensiero che pone se stesso e l’altro per superarlo. Contro la statica concezione kantiancostituisce tramite l’oggetto, la libertà che supera l’ostacolo, l’io che si sviluppa a dello spirito, l’idealismo sostiene che lo Spirito si realizza in modo dinamico e dialettico. Infatti non esiste il pensiero senza la realtà, il soggetto senza l’oggetto, il positivo senza il negativo e neppure la libertà senza ostacoli da superare.

 

Il principio della realtà si realizza attraverso un processo dialettico, ponendo continuamente delle contrapposizioni e superandole ogni volta per attuarsi. Lo Spirito si esplica e si attua continuamente nel mondo, in quanto è immanente ad esso. La realtà è dinamica, è continuo divenire.

 

Confronti

 

In Kant il soggetto è costruttore del mondo dell’esperienza e legislatore della natura; nell’idealismo l’Io è il creatore della realtà.

Kant aveva distinto tra forma (a priori) e contenuto (a posteriori); per l’Idealismo l’Io crea sia il contenuto che la forma.

Per Kant il limite della conoscenza umana è nel noumeno. Per gli idealisti non c’è nessuna realtà noumenica al di fuori dell’Io. Il noumeno è ridotto a fenomeno. L’idealismo tende a eliminare la cosa in sé e il dualismo tra a priori e a posteriori.

L’Io di Kant è finito; per gli Idealisti è infinito, privo di limiti. Ogni limite è posto dal pensiero stesso; il pensiero pone se stesso e pone l’altro per superarlo.