ANEDDOTI FILOSOFICI     FILOSOFIA             

FILOSOFIA ANTICA           FILOSOFIA MODERNA 

    

**************************

LA CONCEZIONE DELL'UOMO NEL RINASCIMENTO

 

LA CONCEZIONE DELL'UOMO NEL RINASCIMENTO

 

IL TRAMONTO DEL MEDIOEVO

 

Esiste una continuità storica e filosofica tra il tramonto del Medioevo e l’inizio dell’età moderna, che passa attraverso la civiltà umanistico-rinascimentale.

 

Pur nella continuità storica, naturalmente non va negata la specificità filosofica e storica della cultura rinascimentale nei confronti di quella medievale. La civiltà umanistico-rinascimentale si manifesta come una cultura nuova.

Il tradizionale sapere medievale, con i suoi interessi metafisico-religiosi, la sua visione statica dell’uomo, il suo atteggiamento puramente contemplativo di fronte al mondo, a partire dal Quattrocento appare inadeguato ad esprimere la nuova coscienza sociale e il giusto interesse dell’uomo per i problemi pratici e concreti.

 

UMANESIMO (da humanae litterae) significa riscoperta dell’uomo, RINASCIMENTO significa rinnovamento, sviluppo filosofico e scientifico della cultura europea.

 

BOTTICELLI  - La Primavera
BOTTICELLI - La Primavera

Riscoperta del mondo classico

 

Contro il medioevo misticheggiante, che aveva rifiutato la cultura antica, ritenuta pagana, gli umanisti riscoprono il mondo classico, ossia ricercano le radici classiche della tradizione d’Occidente, si richiamano a un’illustre tradizione di pensiero, su cui costruire un nuovo modello di cultura, capace di dar vita a un mondo in cui l‘UOMO occupa il posto centrale.

 

VISIONE DELL’UOMO

 

Emerge in questo periodo la centralità dell’uomo come forza attiva e trasformatrice. La filosofia rinascimentale è antropologica e attinge dal mondo classico l’affermazione l’uomo è artefice della propria fortuna. La dignità dell’uomo consiste nel forgiare sé e il proprio destino nel mondo.

Mentre il Medioevo riteneva che l’uomo avesse un destino ultraterreno, cioè fosse parte di un ordine cosmico prestabilito, per il Rinascimento l’uomo deve costruire e conquistare il proprio posto nell’universo.

 

L’UOMO E DIO

 

Per i rinascimentali non si pone l’alternativa tra l’uomo e Dio: vi è il riconoscimento di Dio e quello dell’uomo in una visione antropocentrica, che si differenzia da quella teocentrica del Medioevo: mentre nel Medioevo Dio è posto al centro e l’uomo alla periferia, ora si tende a porre l’uomo al centro e Dio in posizione meno centrale, ma non per questo si rifiuta l’aldilà: viene invece rivalutato l’aldiqua.

Scompare ogni opposizione tra l’umano e il divino e si apre la strada a una religiosità naturale e razionale. Il borghese rinascimentale, libero dal feudalesimo, non prova più il bisogno di evadere dal mondo terreno, ma anzi cerca di conquistarlo e interpreta la religione in funzione di questa conquista.

UOMO E NATURA - IL NATURALISMO UMANISTICO-RINASCIMENTALE

 

Si manifesta nel 1500 uno spiccato interesse per il problema cosmologico. Umanesimo e Rinascimento sono caratterizzati da un fascino straordinario per il mondo e la natura.

Nel medioevo prevaleva il dualismo, che poneva da una parte il mondo naturale e dall’altra Dio trascendente. Lo studio della natura era prevalentemente metafisico e non fisico.

Nell’età umanistico-rinascimentale si considera la natura come l’ambiente in cui vive l’uomo. Lo studio della natura in quest’epoca esclude ogni presupposto soprannaturale; si studia la natura fisica e non più metafisica: la natura, studiata in modo libero e autonomo, diventa il regnum hominis.