* * * * * * * * Dino Campana * * * * * * * *

EUGENE DE BLAAS - The day dreaming
EUGENE DE BLAAS - The day dreaming

Donna genovese

 

Tu mi portasti un po' d'alga marina
Nei tuoi capelli, ed un odor di vento,
Che è corso di lontano e giunge grave
D'ardore, era nel tuo corpo bronzino:
-Oh la divina
Semplicità delle tue forme snelle-
Non amore non spasimo, un fantasma,
Un'ombra della necessità che vaga
Serena e ineluttabile per l'anima
E la discioglie in gioia, in incanto serena
Perchè per l'infinito lo scirocco
Se la possa portare.
Come è piccolo il mondo e leggero nelle tue mani!

VAN GOGH - Passeggiata sotto la luna
VAN GOGH - Passeggiata sotto la luna

DINO CAMPANA - LA PETITE PROMENADE DU POÈTE

Me ne vado per le strade
Strette oscure e misteriose:
Vedo dietro le vetrate
Affacciarsi Gemme e Rose.
Dalle scale misteriose
C’è chi scende brancolando:
Dietro i vetri rilucenti
Stan le ciane commentando.
. . . . . . . . . . .
La stradina è solitaria:
Non c’è un cane: qualche stella
Nella notte sopra i tetti:
E la notte mi par bella.
E cammino poveretto
Nella notte fantasiosa,
Pur mi sento nella bocca
La saliva disgustosa. Via dal tanfo
Via dal tanfo e per le strade
E cammina e via cammina,
Già le case son più rade.
Trovo l’erba: mi ci stendo
A conciarmi come un cane:
Da lontano un ubriaco
Canta amore alle persiane.

PIERRE AUGUST RENOIR - The skiff
PIERRE AUGUST RENOIR - The skiff
DINO CAMPANA - *Pace non cerco 
Pace non cerco, guerra non sopporto
tranquillo e solo vo per mondo in sogno
pieno di canti soffocati. Agogno
la nebbia ed il silenzio in un gran porto.
In un gran porto pien di vele lievi
pronte a salpar per l'orizzonte azzurro
dolci ondulando, mentre che il sussurro.
del vento passa con accordi brevi
E quegli accordi il vento se li porta
lontani sopra il mare sconosciuto.
Sogno. La vita è triste ed io son solo.
O quando o quando in un mattino ardente
l'anima mia si sveglierà nel sole
nel sole eterno, libera e fremente.
DINO CAMPANA - La Chimera

Non so se tra rocce il tuo pallido
Viso m'apparve, o sorriso
Di lontananze ignote
Fosti, la china eburnea
Fronte fulgente o giovine
Suora de la Gioconda:
O delle primavere
Spente, per i tuoi mitici pallori
O Regina O Regina adolescente:
Ma per il tuo ignoto poema
Di voluttà e di dolore
Musica fanciulla esangue,
Segnato di linea di sangue
Nel cerchio delle labbra sinuose
Regina de la melodia:
Ma per il vergine capo
Reclino, io poeta notturno
Vegliai le stelle vivide nei pelaghi del cielo,
Io per il tuo dolce mistero
Io per il tuo divenir taciturno.
Non so se la fiamma pallida
Fu dei capelli il vivente
Segno del suo pallore,
Non so se fu un dolce vapore,
Dolce sul mio dolore,
Sorriso di un volto notturno:
Guardo le bianche rocce le mute fonti dei venti
E l'immobilità dei firmamenti
E i gonfii rivi che vanno piangenti
E l'ombre del lavoro umano curve là sui poggi algenti
E ancora per teneri cieli lontane chiare ombre correnti
E ancora ti chiamo ti chiamo Chimera.
 
(Da Notturni)

DINO CAMPANA  *In un momento

 

In un momento
Sono sfiorite le rose
I petali caduti
Perché io non potevo dimenticare le rose
Le cercavamo insieme
Abbiamo trovato delle rose
Erano le sue rose erano le mie rose
Questo viaggio chiamavamo amore
Col nostro sangue e colle nostre lagrime facevamo le rose
Che brillavano un momento al sole del mattino
Le abbiamo sfiorite sotto il sole tra i rovi
Le rose che non erano le nostre rose
Le mie rose le sue rose

P.S. E così dimenticammo le rose.

(per Sibilla Aleramo)

Piazza S. Giorgio

 

Genova nelle donne dalla testa

Sibillina, dal carco profumato

Della lor chioma grave lungo attorta

Genova in sogno tra il brusìo confuso

Genova marinara che fa festa

Sotto la torre orientale

Tra le terrazze viridi

Sulla lavagna cinerea,

Dilaga la piazza rombante

In verso il mare che addensa le navi inesausto

Rosso ride l'arcato palazzo del portico grande

Come le cateratte del Niagara

Canta ride svaria ferrea la sinfonia

Feconda urgente verso l'aperto mare

Canta il tuo canto, o Genova.

 

Boboli

 

Nel giardino spettrale

Dove il lauro reciso

Spande spoglie ghirlande sul passato,

Nella sera autunnale,

Io lento vinto e solo

Ho il profumo tuo biondo rievocato.

Dalle aride pendici

Aspre, arrossate ne l'ultimo sole

Giungevano i rumori

Rauchi già di una lontana vita.

Io su le spoglie aiuole

Io t’invocavo: o quali le tue voci

Ultime furon, quale il tuo profumo

Più caro, quale ii sogno più inquieto

Quale il vertiginoso appassionato

Ribelle sguardo d'oro?

Si udiva una fanfara

Straziante salire; il fiume in piena

Portava silenzioso

I riflessi dei fasti d'altri tempi.

Io mi affaccio a un balcone

E mi investe suadente

Tenero e grandioso

Fondo e amaro il profumo dell'alloro:

Ed ella mi è presente

(Tra le statue spettrali nel tramonto).

L'invetriata

 

La sera fumosa d'estate

Dall'alta invetriata mesce chiarori nell'ombra

E mi lascia nel cuore un suggello ardente.

Ma chi ha (sul terrazzo sul fiume si accende una lampada) chi ha

A la Madonnina del Ponte chi è chi è che ha acceso la lampada? – c’è

Nella stanza un odor di putredine: c’è

Nella stanza una piaga rossa languente.

Le stelle sono bottom di madreperla e la sera si veste di velluto:

E tremola la sera fatua: è fatua la sera e tremola ma c’è

Nel cuore della sera c’è,

Sempre una piaga rossa languente.

 

Giardino autunnale

 

Al giardino spettrale al lauro muto

De le verdi ghirlande

A la terra autunnale

Un ultimo saluto!

A l’aride pendici

Aspre arrossate nell'estremo sole

Confusa di rumori

Rauchi grida la lontana vita:

Grida al morente sole

Che insanguina le aiole.

S'intende una fanfara

Che straziante sale: il fiume spare

Ne le arene dorate: nel silenzio

Stanno le bianche statue a capo i ponti

Volte: e le cose già non sono più

E dal fondo silenzio come un coro

Tenero e grandioso

Sorge ed anela in alto al mio balcone:

E in aroma d'alloro,

In aroma d'alloro acre languente,

Tra le statue immortali nel tramonto

Ella m’appar, presente.

 

(Firenze)