TRAME DI ROMANZI 2010 - 2012

TRAME DI ROMANZI

 

In queste pagine troverete le trame dei romanzi più diffusi degli ultimi trent'anni, La lettura della trama può invogliare a leggere un libro sconosciuto (o di cui si conosce solo  il titolo) e può costituire un incentivo per la scelta di  un regalo che possa piacere particolarmente ad una persona cara.

Buona lettura a tutti!

 

Dipinto di Allan R. Banks -  Reading on a sunlit afternoon

EDMONDO BERSELLI - E poi chi lo porta fuori il cane? Mondadori 2012

JOËL DICKER La verità sul caso Harry Quebert (2012) 

JAMES PATTERSON - In una sola notte

MICHEL BUSSI - Ninfee nere, Edizioni E/O 2011

CLARA SANCHEZ - Il profumo delle foglie di limone, Garzanti 2011 

SARAH ADDISON ALLEN -  Il profumo del pane alla lavanda, Sonzogno 2011

VANESSA DIFFENBAUGH - Il linguaggio segreto dei fiori, 2011

SILVIA AVALLONE - Acciaio, Rizzoli 2010

KRISTIN HARMEL - Finché le stelle saranno in cielo, Garzanti Libri, 2010 

SUSAN ABULHAWA  - Ogni mattina a Jenin, Mondadori 2010 

KEN FOLLETT - La caduta dei giganti, Mondadori 2010

E poi chi lo porta fuori il cane? - Edmondo Berselli, Mondadori 2012

 

Dopo aver scritto nel 2009 il libro cartaceo “Liù. Biografia morale di un cane”, Berselli propone un versione ebook dal titolo "E poi chi lo porta fuori il cane?"

Piace la lettura scorrevole del libro, l’interesse genino per Liù in un personaggio che non aveva mai in precedenza amato i cani, che cerca di descrivere l’Italia con gli occhi dl suo cane, partendo da elaborate riflessioni filosofiche.

La moglie si informa sulle abitudini del labrador, sulle caratteristiche di questo cane mentre il marito si dilunga su questioni filosofiche: se il labrador è di origine anglosassone, deve anche essere analitico, empirico, pragmatico. Inutile pensare a tesi, antitesi e sintesi hegeliane, ma rientra precipitosamente dalla filosofia al presente e si commuove vedendo i neonati della cucciolata. Pensa alle sue responsabilità di paternità canina: come attrezzarsi perché non distrugga i sedili dell’auto mentre la portano a casa? Il problema viene risolto mettendo il cucciolo in un grande mastello con una vecchia coperta di lana. Tra i due cuccioli neri femmine, non sceglie quella più timida, poco vivace e gregaria: sceglierà invece una lupacchiotta volitiva, un supercane con personalità spiccata e vivace prepotenza.

Liù felice nel viaggio ha bell’e dimenticato fratelli e sorelle e la mamma, si affaccia dal finestrino con curiosità, A casa diventa il centro dell’attenzione di tutti, che la guardano mentre si stira, mentre mangia. Decidono di farla dormire in una stanza separata rispetto a loro. Ben informati di dover resistere a pianti e guaiti per evitare che entri nella loro stanza la notte, sopportano per un po' i suoi pianti senza requie: forse ha paura del buio, allora Bertelli le accende la luce e le dà un biscotto.

La prima volta, quando Liù lo lecca, va subito a lavarsi, per poi dice: “Che importa?  Tanto il cane genera anticorpi”. 

Inizialmente Bertelli decide di calcolare bene tempi e ritmi, senza distrazioni altrimenti si perde il filo e il conto. Riprende così il lavoro, ma scopre che Liù non può essere telecomandata. Se lui vuole lavorare e lei vuole le coccole, lei non gli ubbidisce, reclama attenzione. Allora, decide di dedicarle tutta la giornata, così la notte dormirà e lui potrà mettersi a scrivere di notte. Ma la notte Liù riprende a uggiolare finché non le viene dato un materassino accanto al loro letto. Finalmente la cagnetta dorme e russa fino al mattino. Liù ha dimostrato di essere proprio quello che prometteva fin dal primo giorno: una cagnolina intelligente, prepotente, esigente e ricattatoria, impaziente. E’ una tortura cercare di essere severi, esigenti, di voler stabilire le regole fin dall’inizio, poi arriva la capitolazione: tra i due cervelli, quello umano e quello animale, i sistemi operativi sono troppo diversi. Berselli comprende che quella scintilla del Divino che ha in casa non è  disponibile ad adeguarsi al modello formale del cane educatissimo che segue

rilassato il padrone al guinzaglio guardandolo  con adorazione. Alla fine conclude: “Bisogna anche saper perdere!” E comunque chi ha un cane diventa più intelligente e più sano.

“Si diventa più intelligenti perché è necessario uno sforzo continuo per capire che cosa diavolo vuole il cane, se ha fame o se ha mal di pancia, se vuole uscire o se si è insospettito per un rumore sul pianerottolo, se finge o se fa sul serio, se ha voglia semplicemente di fare quattro salti o gli sta per venire una colica.”

“Si diventa più sani perché il cane trotta e noi camminiamo, il cane tira e noi resistiamo, il cane vuole correre e noi gli corriamo dietro.”

JOËL DICKER La verità sul caso Harry Quebert (2012)

 

Marcus Goldman, uno scrittore diventato famoso grazie al suo primo libro, avverte mancanza di ispirazione nello scrivere il secondo romanzo. Si rivolge all’amico Harry Quebert, che gli propone di scrivere nella tranquillità della propria casa.

A casa dell’amico scopre che nel 1975, un anno prima di pubblicare Le origini del male, Harry aveva frequentato Nola Kellerga, una quindicenne, prima scomparsa e poi uccisa.

Improvvisamente  il cadavere di Nola viene scoperto nel giardino di Harry, accanto al manoscritto de Le origini del male a lei dedicato.

Lo scrittore, costretto a confessare la relazione con lei, viene sospettato per omicidio.

Marcus è il solo convinto dell’innocenza dell’amico e torna ad Aurora per cercare nuove prove. Non tutti vogliono che egli indaghi: riceve lettere minatorie, ma non si lascia scoraggiare Viene a sapere che avevano organizzato una fuga insieme. Intervista parenti, amici e persone informate dei fatti.

Una compagna di scuola di Nola gli rivela che la ragazza veniva picchiata in casa e frequentava regolarmente Stern, l’ex  proprietario della casa di Harry, ricco uomo d’affari.

Scopre che Stern aveva un autista, Luther, con un grande talento per la pittura, ma sfigurato e trovato morto dopo la scomparsa di Nola. Scopre che il capitano Pratt aveva trascurato alcune piste significative, che lo avrebbero portato alla scoperta della verità. Il capitano gli confessa che la ragazza aveva incontri con Stern. Viene scoperto un ritratto come prova, che farà scagionare lo scrittore.

Marcus completa il suo libro, riscuotendo un considerevole successo ma, insoddisfatto del risultato, cerca ancora di capire...

 

MICHEL BUSSI - Ninfee nere, Edizioni E/O 2011

 

Fin dalle prime pagine, l'autore ci suggerisce il procedimento con cui leggere il libro: esso tratta tre donne che hanno età, caratteristiche e personalità molto diverse fra loro. La prima è cattiva, la seconda è bugiarda, la terza è egoista. La prima è una vecchia acida che spia gli altri dall'alto di una torre. La seconda è Stéphanie, la seducente maestra del villaggio, di cui si innamorerà anche il poliziotto. La terza è una ragazzina di 11 anni, Fanette, che ha un notevole talento per la pittura.

Queste indicazioni dell'autore hanno il solo scopo di sviarci dalla comprensione della storia, con una narrazione per nulla lineare, con numerosi flash-back del passato e la scelta di scegliere come io narrante, di volta in volta, ora l'uno, ora l'altro personaggio. Tutto ciò rende difficile la comprensione degli eventi e l'individuazione del colpevole.

Tutta la storia è ambientata a Giverny, il paese immortalato dal pittore Claude Monet, il quale realizzò il famoso stagno con le ninfee deviando il corso del ruscello e curando il suo giardino in modo maniacale. La descrizione del paese in cui visse Monet, i dettagli sulle sue opere, le vicissitudini delle ultime Ninfee e altre curiosità sono piacevoli e interessanti.

In questa tranquilla località, visitata da turisti e artisti di tutto il mondo, si sono verificati, a distanza di tempo, l'assassinio di un bambino di undici anni; l'omicidio di un famoso oculista, noto perché sempre a caccia di donne; la morte di un vecchio cultore delle arti e della pittura e il marito di una vecchia donna.

Questi omicidi non si sono verificati in uno stesso intervallo di tempo. 

Alla fine è possibile chiarire tutto, ricordando il procedimento suggerito dall'autore all'inizio del libro (le tre figure femminili sono davvero così diverse?) e vi è un colpo di scena finale, sorprendente, con un accenno di lieto fine.

Il romanzo è di difficile lettura, ma in questo modo Bussi è riuscito a realizzare un noir veramente imprevedibile.

 

CLARA SANCHEZ - Il profumo delle foglie di limone, Garzanti 2011

 

La storia inizia quando due vecchi amici, Juliàn e Salva,che non si incontravano da molto tempo, decidono di rivedersi. Un tempo erano stati cacciatori di nazisti e, insieme, ne avevano fatti arrestare parecchi. Ormai sono entrambi anziani. 

Salva rivela all'amico di aver individuato in Spagna un medico nazista e la moglie infermiera, entrambi colpevoli di efferatezze condotte contro tanti prigionieri inermi. 

 

Juliàn, nonostante sia gravemente malato, decide di seguire le indicazioni dell'amico, ma scopre che il poveretto è morto povero in una casa di riposo. Inizia la sua ricerca e scopre che il medico nazista e la sua infermiera hanno acquistato una bella villa circondata da un terreno lussureggiante vicino al mare, coltivato ad agrumeto, in cui i limoni emettono un grato profumo. 

 

Perché la vita permette che dei criminali invecchino serenamente, circondati dal lusso e dall'odore dei limoni, mentre il suo amico è morto in miseria e lui stesso, condannato da una malattia incurabile, non sa se riuscirà a condurre in porto la propria ricerca? Juliàn non conosce la risposta ma, pur vivendo in ristrettezze economiche, deve spendere il poco denaro rimastogli per pagare l'albergo e le spese necessarie per condurre le indagini: lo considera un dovere verso l'amico, che è morto per una missione che è anche la sua: smascherare i criminali nazisti sopravvissuti.

 

Julian trova un insperato aiuto in Sandra, una ragazza incinta che si è allontanata da casa per riflettere sulle proprie condizioni e sul proprio futuro. La ragazza, che aveva incontrato alla spiaggia i due ex nazisti, li considera come due bravi vecchietti, è entrata in confidenza con i due, che la proteggono e l'hanno presa a benvolere. Julian le apre gli occhi e, non senza difficoltà, la convince che essi sono i rappresentanti del male puro. Le racconta gli orrori compiuti da loro sulla pelle sua e di altri prigionieri.

 

Sandra, che aveva tentato di accantonare le preoccupazioni fuggendo in Spagna, si trova a dover condividere una responsabilità troppo grande, che le fa paura, ma che la spinge a non essere una spettatrice passiva di tutto ciò che le accade. Finora ha lasciato che la vita le scorresse addosso; ora sarà protagonista attiva degli eventi.

Alla fine, riuscirà a trovare le prove per smascherare i due ex aguzzini.

 

La sua vita e i suoi sforzi non sono stati inutili: il suo bambino sarà fiero di una mamma che non si è sottratta ai propri obblighi nei confronti della storia e del futuro.

 

La storia è coinvolgente, ma la narrazione, affidata a due personaggi diversi, Julian e Sandra, che si alternano e spiegano in prima persona gli eventi, non è esente da ripetizioni, passaggi eccessivamente lunghi o troppo frettolosi. La partecipazione è comunque assicurata: i processi di identificazione del lettore con i personaggi si verificano a molti livelli: perfino i "cattivi" appaiono provvisti di una loro, seppur discutibile, positività. 

  

SARAH ADDISON ALLEN Il profumo del pane alla lavanda, Sonzogno 2011

 

Claire Waverley appartiene ad una famiglia molto apprezzata nel villaggio, nonostante appaia a tutti “molto strana”. Si racconta di un grande albero di melo del giardino che sembra inseguire le persone lanciando loro addosso i suoi frutti. Chi mangerà un frutto scoprirà il proprio futuro (di vita o di morte).

Claire decide di sfruttare commercialmente la strana fama che circonda il nome Waverley e diventa un’abilissima organizzatrice di “catering” per le feste del paese. Ha appreso dalla nonna antiche ricette, preparate sfruttando i preziosi segreti delle piante del giardino, che hanno lo strano potere di aiutare le persone in difficoltà.

Tutte le piante del giardino, da lei curato con amore, nascondono segreti tramandati a lei dalle ave. I suoi prodotti, preparati rigorosamente a mano, vanno a ruba nelle sagre e nelle feste di paese e sono molto richiesti dai compaesani.

Claire vive sola nella grande casa col giardino e trascorre una vita fin troppo ordinata e prevedibile, nel costante timore di perdere i propri punti di riferimento e le proprie certezze, a lei tanto care.

Claire è stata abbandonata ancor piccola dalla madre assieme ad una sorella più piccola, Sydney. Sono state educate da alcune parenti straordinarie, ossia la nonna e l’anziana cugina Evanelle, che “sa” regalare strani oggetti a persone diverse, perché, dopo un po’ di tempo, “risulteranno molto utili”.

Una sera Evanelle regala delle lenzuola a Claire (la quale non crede di averne bisogno): il giorno dopo arriva all’improvviso, del tutto inattesa, la sorella Sidney, che porta con sé la figlioletta Bay. 

Non si incontravano da molti anni. La madre le abbandonò entrambe per inseguire il suo destino ed esse crebbero affidate alla nonna e alla zia.

Anche la piccola Bay sembra avere un potere segreto: sa “dove le cose devono sempre stare” e s’ingegna a farle tornare al posto giusto.

Sydney riesce a serbare per sé i suoi segreti: Claire non deve sapere come, dove e con chi ha trascorsi i dieci anni in cui sono rimaste separate.

Claire conosce il vicino di casa, Tyler; prova per lui una strana attrazione ma non vuole perdere le sue certezze e teme l’ignoto; perciò lo tiene a distanza regalandogli dei manicaretti, che dovrebbero distogliere le attenzioni del giovane da lei, ma i risultati sono esattamente il contrario di quanto si è prefisso.

A sua volta Sydney rivede i due uomini più importanti della sua adolescenza: colui che aveva tanto amato, ma che non si era fatto scrupoli a preferirne e sposarne un’altra; e Henry, il ragazzo tanto timido da non sapersi dichiarare, ora divenuto un abile e onesto lavoratore, che potrebbe assicurarle quella pace e serenità familiare di cui lei e Bay hanno bisogno.

Ma, ancor prima di affidarsi all’amore, Sidney deve aiutare la sorella a “lasciarsi andare”, ad abbandonarsi all’amore ed avere fiducia nel futuro.

Le confida i suoi segreti: una vita di ruberìe, di paure, di fughe da una città all’altra, finché incontra un balordo, resta incinta. Lo accetta per amore della figlia e ne riceve solo violenza e brutalità. Riesce a sfuggirgli per qualche anno, ma poi lui la ritrova e riprende a pianificare la loro vita e a soffocare la sua voglia di vita e di libertà.

Sidney è costretta così, con la piccola Bay, a fuggire lontano, in un posto a lui sconosciuto, dove non potrà più ritrovarle, ossia a casa di Claire, della cui esistenza egli è ignaro.

Contrariamente alle sue aspettative, David le troverà: piomba all'improvviso nel loro piccolo gruppo felice; è armato di pistola e spara ad Henry, ferendolo. Dall'albero gli rotola addosso una mela ed egli la mangia: scoprendo il suo atroce destino, scappa terrorizzato. Finirà in prigione e farà una brutta fine.

Sydney sa che l'albero le proteggerà e decide di non denunciare David. Alla fine entrambe le sorelle conosceranno l’amore ed avranno diritto alla loro felicità, relegando nella soffitta i brutti ricordi della loro infanzia. 

Il finale è prevedibile, ma la storia appare sufficientemente scorrevole e risulterà senz’altro gradita agli amanti del genere.

 

VANESSA DIFFENBAUGH - Il linguaggio segreto dei fiori, 2011

Abbandonata in fasce, Victoria viene affidata, di volta in volta, a famiglie diverse senza riuscire a stabilire un solido rapporto affettivo con i genitori affidatari. Finalmente viene affidata ad Elizabeth, che ama i fiori e ne conosce il linguaggio segreto. Anche il rapporto con Elizabeth è molto conflittuale: Victoria ha paura di amare e i alimentare un sentimento che le potrebbe essere negato. Elizabeth è proprio la madre ideale: la accetta con tutti i suoi limiti, si occupa di lei anche quando combina gravi disastri, riesce a perdonare e finalmente Victoria spera che il loro legame venga cementato dall'adozione, ma non andrà come sperava.

Victoria continuerà a vivere, nonostante il dolore,  convivendo con la sua sconvolgente ferita, mostrando una prepotente rabbia di vita e anelo all'amore, ma continuando a difendersi dagli esseri umani e dal timore di nuovi abbandoni. Pur nella sua scontrosità, saprà farsi apprezzare da tante persone grazie alla comunicazione con i fiori: con la complicità della natura, Victoria saprà dare speranza, sostegno e conforto a chi ne ha bisogno, anche se non riuscirà a donarli a se stessa.

Saprà crearsi una vita di speranza nel suo "giardino segreto", dove lavorerà come fioraia e, conoscendo il linguaggio dei fiori, saprà realizzare mazzi di fiori personalizzati per i diversi stati d'animo e le esigenze delle diverse persone.

Diventerà famosa e conoscerà un grande successo. Grant, che ama i fiori al pari di Victoria, riuscirà a far breccia nel suo cuore. La giovane conoscerà l'amore e sarà madre, ma continuerà ad essere tormentata finché non riuscirà a elaborare il suo "lutto". Un giorno scoprirà qualcosa che rimetterà in gioco tutte le sue certezze e i suoi ricordi...  

 

I due personaggi di Victoria ed Elizabeth (anche lei ha sofferto ed ha avuto paura di amare) sono molto coinvolgenti ed è facile identificarsi con loro per quella parte di noi che continua ad avvertire in sé l' "angoscia di separazione".

La narrazione è scorrevole e la lettura può essere consigliata a tutti. Una storia così drammatica non potrà non concludersi con un finale lieto. Il libro è completato da un utile vademecum sul significato nascosto dei fiori, ma la narrazione è scorrevole ed interessante anche per chi non ha il "pollice verde",

 

SILVIA AVALLONE - Acciaio, Rizzoli 2010

 

Francesca e Anna sono due amiche quattordicenni che vivono a Piombino, in un quartiere riservato agli operai dell’acciaieria, a pochi chilometri dal mare, che sembra una meta irraggiungibile per chi vive  in condizioni di povertà, di violenza e miseria.

 Francesca vive in una famiglia dominata dal padre, gelosissimo di lei, violento, con una madre rassegnata ed apatica. Anna vive con la madre, il fratello Alessio, tossicodipendente e il padre piccolo delinquente. Sognano entrambe un futuro di ricchezza e opulenza.

Compagne di scuola e amiche di sempre, cominceranno a frequentarsi meno quando sceglieranno indirizzi di studio diversi:  Anna sceglie il ginnasio mentre Francesca si iscriverà a un istituto professionale.

Un giorno Francesca si sente attratta fisicamente da Anna, la bacia spingendo l’amica a scappare e creando uno strappo, forse irreparabile, alla loro amicizia.

Anna comincia a sognare l’amore con Mattia, un amico di suo fratello, anch’egli operaio. Qualche tempo dopo, si rende conto dell’inconsistenza del loro rapporto.

In una circostanza sfortunata, Mattia investe e uccide Alessio.

Anche la famiglia di Francesca subisce un crollo a causa di un incidente, che menoma l’esistenza del padre di lei.

Tutti i sogni finiscono all’alba. Una mattina Francesca, di ritorno dalla discoteca in cui lavora, rivede Anna e tra le due rinasce l’empatia e il forte legame affettivo che le ha unite per tanti anni: tutto si può risolvere e la riconciliazione avviene senza drammi. Adesso il sogno di raggiungere l’isola d’Elba sembra più vicino.

 

KRISTIN HARMEL - Finché le stelle saranno in cielo, Garzanti Libri, 2010

 

Hope, reduce da un divorzio, alle prese con una figlia adolescente ribelle, ha ereditato dalla nonna Rose l’amore per i dolci e realizza splendide ricette, riportate fedelmente nel libro. Rinuncia definitivamente al sogno di diventare avvocato e conduce con abilità e competenza la pasticceria di famiglia. 

Attanagliata dai debiti, Hope rischia di perdere l’attività di famiglia perché le banche pretendono la restituzione di un prestito e si districa tra le difficoltà economiche e quelle familiari: la nonna, ormai anziana, finisce per perdere i suoi più cari ricordi per l’avanzare dell’Alzheimer, che le ruba progressivamente tutto ciò che conserva nella mente e nel cuore.

In uno dei suoi rari momenti di lucidità, Rose affida a Hope il compito di ritrovare le tracce della sua famiglia e le consegna un elenco di nomi, chiedendole di recarsi a Parigi.

 

La donna, nonostante i numerosi problemi che la tormentano, decide di esaudire il desiderio della nonna.

A Parigi si susseguono inaspettate scoperte, che portano Hope non soltanto a vedere la nonna sotto una nuova luce, ma perfino a interrogarsi sulla propria identità personale e culturale. Scopre che la nonna, che credeva cattolica, è ebrea, perseguitata dai nazisti che le hanno sterminato la famiglia. Aiutata da una famiglia musulmana, è riuscita a nascondersi durante le persecuzioni e a rifugiarsi in America, che per lei rappresentava il sogno di una terra libera da pregiudizi, discriminazioni e persecuzioni religiose.

Di scoperta in scoperta, Hope è costretta a recuperare e ricostruire il proprio rapporto con la madre e con la stessa nonna, ma anche a rivedere la propria immagine di sé e ad analizzare la propria difficoltà di abbandonarsi al sentimento.

 

Nella narrazione a due voci (l’io narrante è costituito, alternativamente, da Hope e dalla stessa Rose), tra le angosce del presente e del passato, passando per gli orrori dell’Olocausto, viene faticosamente ricostruita, tassello dopo tassello, un’intera saga familiare, in cui spiccano la  tenera storia d’amore di Rose e di Jacob, destinata a durare “finché le stelle saranno in cielo” e tante storie di coraggio e di grande solidarietà tra perseguitati. 

SUSAN ABULHAWA  - Ogni mattina a Jenin, Mondadori 2010

 

Il libro narra la saga di una famiglia araba, costretta a confrontarsi e scontrarsi con altre culture, altre popolazioni ed altre civiltà.

Il confronto con la cultura occidentale risale al 1948, quando gli inglesi permisero agli ebrei sopravvissuti di ritornare in Palestina per riappropriarsi delle loro terre: il libro racconta i soprusi, i saccheggi, le violenze compiuti contro coloro che le avevano popolate fino ad allora.

Il confronto con la cultura occidentale rivive nella giovane araba Amal che, negli Stati Uniti d’America, tra l’indifferenza generale per le condizioni in cui vivono popolazioni lontane da loro, tenta disperatamente di farsi accettare come Amy per inserirsi in quell’ambiente. Tornata a Jenin, ella rinuncia ad essere Amy e si riappropria finalmente con orgoglio del proprio nome Amal e della propria identità culturale palestinese.

 

Lo scontro con la cultura ebraica si incarna drammaticamente nel personaggio di Is’mail, nato arabo, rapito ancor bambino da un ebreo e divenuto David, il quale diventerà un fiero combattente che si scontrerà con il fratello Yussef, membro dell’OLP.

 

La narrazione si snoda lungo ben quattro generazioni, a partire dai nonni palestinesi di Amal, costretti, dopo la nascita dello Stato di Israele, a lasciare la terra che amano e a raggiungere un campo profughi a Jenin, per concludersi con Sara. La lettura è molto coinvolgente: al di là delle nostre pur limitate conoscenze della questione palestinese e della nostra posizione in merito, ci lasciamo tutti travolgere dalle storie d’amore di Yaheya e Bassima, di Hassan e Dalia, di Yussef e Fatima, di Amal e Majid;  condividiamo l’amore di questo popolo per la sua terra; avvertiamo l'intensità delle loro continue preghiere a Dio; partecipiamo alle risate e ai giochi dei bambini ma, soprattutto, sentiamo tutto il peso della loro solitudine. 

  

Alla fine sarà Amal, superando le proprie reticenze e la propria paura di amare, a ricostruire le tante gioie e gli infiniti dolori della loro famiglia e del loro popolo, per affidarne la storia alla memoria della figlia Sara, che la custodirà.

 

KEN FOLLETT - La caduta dei giganti, Mondadori 2010

 

Questo romanzo costituisce il primo  della Trilogia del Secolo, in cui incontriamo la nascita e la formazione di cinque famiglie, che provengono dai più diversi ceti sociali: I Dewar sono una famiglia americana; i von Ulrich sono due ricchi cugini tedeschi, Walter e Robert: tedeschi: la famiglia russa consiste in  due fratelli Peskov, Lev e Grigory, che hanno visto con i propri occhi morire la loro madre, uccisa dalla polizia russa; incontriamo poi la famiglia del ricco conte inglese Fitzherbert, costituita dalla zia, dal conte Fitz, che sposerà la principessa russa Bea e da sua sorella Maud, bella, intraprendente e di mentalità molto aperta; infine i due fratelli Ethel e Billy Williams del Galles, appartenenti a una famiglia di poveri minatori, che sapranno riscattarsi da una vita di miseria.

Le vicende iniziano con lo scoppio della prima guerra mondiale, vista come una catastrofe da alcuni Paesi, come una necessità da altri; come un male inevitabile da chi non pensa alle conseguenze devastanti di un evento che costerà tantissime vite umane e porterà alla catastrofe economica della Germania, ritenuta responsabile della guerra.

Un problema molto sentito nella popolazione femminile è il suffragio alle donne, che verrà effettivamente concesso a una parte della popolazione femminile dopo la fine della guerra. A tale risultato porteranno gli sforzi congiunti di Maud ed Ethel e altre figure femminili minori, che danno battaglia in Inghilterra ai politici conservatori, fino a strappare loro la concessione del voto ad una parte dell'elettorato femminile, primo passo per l'allargamento del voto a tutte le donne.

Le vicende dei personaggi principali si intrecciano con quelle dei personaggi secondari, ma anche con personaggi storici realmente esistiti.

Il primo protagonista è Billy Williams, che subisce il primo giorno di  battesimo alla miniera, che affronta con coraggio e grinta, anche se è del tutto impreparato a ciò che lo aspetta.

Sua sorella Ethel lavora come governante presso la casa del conte Fitzherbert; brava, bella e intelligente, cattura l'attenzione del conte, che se ne innamora, salvo abbandonarla quando rimane incinta. Costretta a lasciare la casa del padrone, ottiene qualche garanzia economica per il nascituro e inizierà una vita avventurosa a sostegno delle suffragette diventando una giornalista molto quotata e iniziando una carriera politica.

Maud, sorella del conte Fitzherbert, si innamora di Walther von Ulrich, Bella e intraprendente, si batte per i diritti dei più deboli e per il voto alle donne.

Tutti gli eventi sono puntigliosamente datati e descritti nei dettagli con grande precisione, tanto che alcuni passaggi non sembrano pagine di romanzi, ma pura cronistoria,

Molti passaggi del romanzo ci permettono di seguire gli eventi bellici e di scoprire, di volta in volta, coloro che sono fedeli alla causa del proprio paese, i codardi, coloro che approfittano della guerra tentando di arricchirsi; gli idealisti e le spie al servizio dei diversi Paesi e i fedeli alla propria bandiera. Molti sono coloro che non vogliono la guerra e si prodigano per la pace, anche a proprie spese.

Nascono storie d'amore: alcune finiscono miseramente; altre superano indenni gli anni di separazione, la mancanza di informazioni e i rischi connessi alla lontananza forzata.

Ritroveremo, alla fine, Maud sposa di Walter, da cui avrà dei figli; per aver sposato un tedesco, pagherà con una vita di miseria i pregiudizi degli inglesi nei confronti degli stranieri, responsabili della tragedia della guerra mondiale; Grigory ormai felicemente accasato con la donna abbandonata da suo fratello, da cui ha avuto dei figli; Ethel, costretta dalla gravidanza a rinunciare alla politica a favore del marito, meno capace e convincente.

Emergono per la loro fedeltà e il loro amore, per la loro rettitudine e per la loro audacia, le figure femminili, che risultano molto più coinvolgenti dei loro partners maschili con le loro idee politiche e con le loro passioni.

Le pagine di pura cronaca bellica appesantiscono gravemente la narrazione.