Poesie per Capodanno e per l'Epifania

PABLO NERUDA - Ode al primo giorno dell'anno

 

Lo distinguiamo dagli altri
come se fosse un cavallino
diverso da tutti i cavalli.
Gli adorniamo la fronte con un nastro,
gli posiamo sul collo sonagli colorati,
e a mezzanotte lo andiamo a ricevere
come se fosse un esploratore
che scende da una stella.

Come il pane assomiglia al pane di ieri.
Come un anello a tutti gli anel.
La terra accoglierà questo giorno
dorato, grigio, celeste,
lo dispiegherà in colline,
lo bagnerà con frecce di trasparente pioggia
e poi, lo avvolgerà nell’ombra.

Così è:
piccola porta della speranza,
nuovo giorno dell’anno,
sebbene tu sia uguale agli altri
come i pani a ogni altro pane,
ci prepariamo a viverti in altro modo,
ci prepariamo a mangiare, a fiorire, a sperare.

 

EUGENIO MONTALE - Fine del '68

 

Ho contemplato dalla luna, o quasi,

il modesto pianeta che contiene

filosofia, teologia, politica,

pornografia, letteratura, scienze

palesi o arcane. Dentro c’è anche l’uomo,

ed io tra questi. E tutto è molto strano.

Tra poche ore sarà notte e l’anno

finirà tra esplosioni di spumanti

e di petardi. Forse di bombe o peggio,

ma non qui dove sto. Se uno muore

non importa a nessuno purché sia

sconosciuto e lontano.

JOHANN WOLFGANG GOETHE - Anno nuovo

 

A noi che siamo

tra il vecchio e il nuovo,

la sorte dona

queste ore liete;

e il passato impone

d’aver fiducia

a guardare avanti

e a guardare indietro.

CHARLES BUKOWSKI - Foglie di palma

 

a mezzanotte in punto

1973-74

Los Angeles

ha cominciato a piovere sulle

foglie di palma fuori dalla mia finestra

i clacson e i fuochi d’artificio

erano svaniti

e tuonava.

 

ero andato a letto alle 21.00

spente le luci

tirate su le coperte –

la loro letizia, la loro felicità,

le loro urla, i loro cappelli di carta,

le loro automobili, le loro donne,

i loro ubriachi dilettanti…

 

la notte di Capodanno mi atterrisce

sempre

 

la vita non sa nulla degli anni.

 

adesso i clacson si sono ammutoliti

e i fuochi d’artificio e i tuoni…

tutto è finito in cinque minuti…

odo soltanto la pioggia

sulle foglie di palma,

e penso:

non capirò mai gli uomini,

ma è andata

anche questa.

Filastrocca di Capodanno - Gianni Rodari

 

Filastrocca di capodanno

fammi gli auguri per tutto l’anno:

voglio un gennaio col sole d’aprile,

un luglio fresco, un marzo gentile;

voglio un giorno senza sera,

voglio un mare senza bufera;

voglio un pane sempre fresco,

sul cipresso il fiore del pesco;

che siano amici il gatto e il cane,

che diano latte le fontane.

Se voglio troppo, non darmi niente,

dammi una faccia allegra solamente.

JORGE LUIS BORGES - Fine d'anno

 

Né la minuzia simbolica

di sostituire un tre con un due

né quella metafora inutile

che convoca un attimo che muore e un altro che sorge

né il compimento di un processo astronomico

sconcertano e scavano

l’altopiano di questa notte

e ci obbligano ad attendere

i dodici e irreparabili rintocchi.

La causa vera

è il sospetto generale e confuso

dell’enigma del Tempo;

è lo stupore davanti al miracolo

che malgrado gli infiniti azzardi,

che malgrado siamo

le gocce del fiume di Eraclito,

perduri qualcosa in noi:

immobile.

EUGENIO MONTALE - Il primo gennaio

 

So che si può vivere

non esistendo,

emersi da una quinta, da un fondale,

da un fuori che non c’è se mai nessuno

l’ha veduto.

So che si può esistere

non vivendo,

con radici strappate da ogni vento

se anche non muove foglia e non un soffio increspa

l’acqua su cui s’affaccia il tuo salone.

So che non c’è magia

di filtro o d’infusione

che possano spiegare come di te s’azzuffino

dita e capelli, come il tuo riso esploda

nel suo ringraziamento

al minuscolo dio a cui ti affidi,

d’ora in ora diverso, e ne diffidi.

So che mai ti sei posta

il come – il dove – il perché,

pigramente rassegnata al non importa,

al non so quando o quanto, assorta in un oscuro

germinale di larve e arborescenze.

So che quello che afferri,

oggetto o mano, penna o portacenere,

brucia e non se n’accorge,

né te n’avvedi tu animale innocente

inconsapevole

di essere un perno e uno sfacelo, un’ombra

e una sostanza, un raggio che si oscura.

So che si può vivere

nel fuochetto di paglia dell’emulazione

senza che dalla tua fronte dispaia il segno timbrato

da Chi volle tu fossi…e se ne pentì.

Ora,

uscita sul terrazzo, annaffi i fiori, scuoti

lo scheletro dell’albero di Natale,

ti accompagna in sordina il mangianastri,

torni indietro, allo specchio ti dispiaci,

ti getti a terra, con lo straccio scrosti

dal pavimento le orme degli intrusi.

Erano tanti e il più impresentabile

di tutti perché gli altri almeno parlano,

io, a bocca chiusa.

MARGHERITA GUIDACCI - Anno nuovo

 

Tra risa, grida e coppe di spumante

L’anno nuovo ha schiacciato

L’antico. Sparsi restano

Lungo le strade i cocci della festa.

E l’ombra è scesa d’un altro grado sul tuo quadrante.

Gianni Rodari

 

Indovinami, indovino,

tu che leggi nel destino:

l’anno nuovo come sarà?

Bello, brutto o metà e metà?

Trovo stampato nei miei libroni

che avrà di certo quattro stagioni,

dodici mesi, ciascuno al suo posto,

un carnevale e un ferragosto,

e il giorno dopo il lunedì

sarà sempre un martedì.

Di più per ora scritto non trovo

nel destino dell’anno nuovo:

per il resto anche quest’anno

sarà come gli uomini lo faranno.

 A mezzanotte in punto - Charles Bukowski

 

Los Angeles

ha cominciato a piovere sulle

foglie di palma fuori dalla mia finestra

i clacson e i fuochi d’artificio

sono partiti

e tuonava.

ero andato a letto alle 21.00

spento le luci

tirate su le coperte –

la loro letizia, la loro felicità,

le loro urla, i loro cappelli di carta,

le loro automobili, le loro donne,

i loro ubriachi dilettanti…

la notte di Capodanno mi terrorizza

sempre

la vita non sa nulla degli anni.

adesso i clacson hanno smesso come

e i fuochi d’artificio e i tuoni…

tutto è finito in cinque minuti…

odo soltanto la pioggia

sulle foglie di palma,

e penso:

non capirò mai gli uomini,

ma ho superato

anche questa.