James Joyce e Nora

Nora Barnache, nata in Irlanda, nel 1884, da genitori lavoratori analfabeti,  ancora bambina fu affidata alla nonna materna benestante, che le fece frequentare un severo convento, in cui riuscì comunque a conseguire un diploma. Nel 1896 Nora completò gli studi e iniziò a lavorare come portinaia e lavandaia. Nello stesso anno, i suoi genitori divorziarono.

A soli 12 anni, Nora si innamorò dell’adolescente Michael Feeney, affetto da polmonite, che purtroppo morì poco dopo. Nello stesso periodo morì il suo fidanzato. La ragazza, depressa per la morte di due giovani a lei cari, su consiglio di un’amica di teatro raggiunse Dublino, dove lavorò come cameriera al "Finn's Hotel" (nome successivamente utilizzato per pubblicare  una raccolta  postuma di 10 racconti brevi, scritti da Joyce).

Mora e Joyce si incontrarono il 10 giugno 1904, ma la loro appassionante relazione iniziò il 16 di quel mese. Questa data venne poi scelta come giornata del romanzo Ulisse (Ulysses),data rimasta famosa e successivamente in tutto il mondo come "Il giorno di Bloom" (Il 16 giugno 1904 è la data in cui lo scrittore ambientò gli avvenimenti del suo capolavoro l’Ulisse che si svolgono tutti nell’arco di una sola giornata).

Oggi l’anniversario dell’incontro tra James Joyce e Nora Barnacle è festa nazionale in Irlanda, meglio conosciuto come Bloomsday, una ricorrenza letteraria volta a omaggiare l’opera di James Joyce.

Nel celebrare il grande scrittore gli irlandesi festeggiano anche l’anniversario romantico del primo appuntamento tra James e Rosa.

Fu subito amore folle, erotico, appassionante da parte di entrambi. I due si trasferirono a Trieste dove ebbero due figli, Giorgio e Lucia. Viaggiarono a lungo per il mondo vivendo in varie città, tra cui Parigi, e morirono entrambi a Zurigo, in Svizzera.

La  prima poesia dedicata da James a Nora è 

 

STORIA D’AMORE JOYCE E NORA

È questo cuore che batte accanto al mio
la mia speranza e tutti i miei beni,
scontento quando ci separiamo
contento invece tra bacio e bacio;
la mia speranza e tutti i miei beni...sì!
e tutta la mia felicità.

Ché lì, come in un nido muschioso
vari tesori lo scricciolo tiene,
io misi quelli che possedevo
prima che gli occhi imparassero il pianto.
Noi quanto lui non saremo saggi
anche se amore vive un giorno solo?

Si scambieranno molte lettere, di cui ci sono pervenute interi carteggi. La poesia di Joyce è immediata, esplicita, provocante, mirante a suscitare nella ragazza desiderio ed eccitazione. «Adorna il tuo corpo per me, carissima, sii bella e felice e amorosa e provocante, piena di ricordi, piena di desideri, quando ci vediamo. Ti ricordi i tre aggettivi che ho usato nel mio libro parlando del tuo corpo? 

Si evidenziano nelle lettere desideri selvaggi, ma anche tendenze masochiste nello scrittore, che vuole essere trattato come un bambino chiedendole di essere una severa madre per lui, capace di punirlo.

7 settembre 1909

… Nora amore mio, voglio che tu rilegga tutto quello che ti ho vergato. Certe cose sono sgraziate, oscene e bestiali, altre pure e sacre e spirituali: ma sono tutte cose mie. Ora penso che tu sappia ciò che provo per te. Non litigheremo più, vero amore? Terrai sempre acceso il mio amore. Stasera sono spossato, mia cara, e vorrei dormire tra le tue braccia, senza farti niente, solo dormire dormire dormire abbracciato a te.

(...)Accidenti Nora, devi smettere di essere una ragazzina impertinente e diventare la donna piena d’amore che sei.

E tuttavia, che tenerezza mi prende a pensare alle tue gracili spalle, alle tue fattezze da bambina. Che piccola canaglietta sei! (...) Vorrei che tu imparassi a sedurmi, a provocare il mio desiderio. Ma sento che ci proverai, amore, e così saremo felici…

Mi ami vero? Ora mi terrai sul tuo seno e mi proteggerai e forse avrai pietà di me e dei miei peccati e delle mie pazzie e avrai cura di me come un fanciullo…

Jim

 

I Joyce vissero una vita abbastanza convenzionale. Finsero a lungo di essere sposati fino al 1931, dopo ventisette anni, rendendo legale la loro unione per garantire sicurezza ai loro figli.

La coppia aveva cercato di tenere nascosta la data della cerimonia per evitare i paparazzi, ma furono scoperti, fotografati e infastiditi dalle numerose fotografie.

Lettera del 3 dicembre 1909

Mia cara piccola ragazza del convento,

C'è qualche stella troppo vicina alla terra perché sono ancora in un accesso febbrile di desiderio animale. Oggi mi sono fermato spesso per strada con un'esclamazione ogni volta che pensavo alle lettere che ti ho scritto ieri sera e la sera prima. Devono essere terribili alla fredda luce del giorno. Forse la loro grossolanità ti ha disgustato... Quando ho ricevuto la tua lettera espressa stamattina e ho visto quanto sei attento al tuo inutile Jim, mi sono vergognato di quello che avevo scritto. Eppure ora, notte, segreta notte peccaminosa, è sceso di nuovo sul mondo e sono di nuovo solo a scriverti e la tua lettera è di nuovo ripiegata davanti a me sul tavolo. Non chiedermi di andare a letto, cara. Lascia che ti scriva, cara. 

JIM

Lettera del 16 dicembre

Preparati. Metti un po' di caldo linoleum marrone sulla cucina e appendi un paio di tende rosse comuni alle finestre di notte. Ottieni una specie di poltrona comoda comune economica per il tuo amante pigro. Fai questo soprattutto, tesoro, perché non lascerò la cucina per un'intera settimana dopo il mio arrivo, leggendo, ciondolando, fumando e guardandoti mentre prepari i pasti e parlando, parlando, parlando, parlando con te. Oh quanto sarò sommamente felice! Dio del cielo, là sarò felice! I figlioli, il fuoco, una bona mangiata, un caffe nero, un Brasil, il Piccolo della Sera, e Nora, Nora mia, Norina, Noretta, Norella, Noruccia ecc ecc…

Joyce riuscì ad ottenere un posto come insegnante alla Berlitz School di Zurigo attraverso alcune sue conoscenze, ma una volta a Zurigo scoprì di essere stato ingannato e il direttore lo mandò a Trieste, allora facente parte dell'impero austro-ungarico. Neanche a Trieste però Joyce riuscì a trovare un posto disponibile e, con l'aiuto del direttore della Berlitz di Trieste Almidano Artifoni, si assicurò un posto alla Berlitz di Pola. Vi insegnò fino al marzo 1905, quando il vicedirettore della Berlitz riuscì nuovamente a farlo trasferire a Trieste. Nonostante il periodo travagliato, Joyce portò a termine alcuni racconti che faranno poi parte di Gente di Dublino e la seconda stesura della raccolta di versi Musica da camera.

Nel 1906 si recarono a Roma con il figlio Giorgio. James riuscì a trovare un posto da impiegato alla Nast, Kolb & Schumacher Bank. Soggiornarono per alcuni mesi, poi, delusi entrambi dalla città,  ritornarono a Trieste. Durante quel periodo, Joyce aveva scritto l'ultimo racconto di Gente di Dublino, I morti.

Nel 1907 scrisse qualche articolo per Il piccolo della ser. Nei primi di maggio dello stesso anno venne pubblicato Musica da camera. Subito dopo la pubblicazione, soffrì di cuore, incubi e irite e  contrasse una febbre reumatica che lo debilitò. Il 27 luglio nacque Lucia, la loro seconda figlia.

A Trieste Joyce tenne spesso lezioni private, durante le quali frequentò i figli della nobiltà del luogo e conobbe Italo Svevo.

Nel 1909 Joyce ritornò brevemente a Dublino per far conoscere Giorgio alla famiglia, lavorare alla pubblicazione di Gente di Dublino e conoscere la famiglia di Nora. Dopo lo scoppio della prima guerra mondiale alcuni amici della borghesia triestina lo aiutarono a fuggire a Zurigo, dove conobbe amici intellettuali che gli consentirono di dedicarsi alla scrittura, abbandonando l'attività di insegnamento,

Nel 1918 la rivista statunitense Little Review pubblicò alcuni capitoli dell'Ulisse.

Nel 1920 Ezra Pound lo invitò a Parigi.  Inizialmente doveva rimanerci una settimana, ma poi ci rimase vent'anni.

Entrò in coma nel 1941e fu cremato. Nello stesso cimitero furono cremati i corpi di Nora e del figlio.

OPERE

Ritratto dell'artista da giovane (autobiografico)

Ulisse - romanzo

Finnegans Wake -  romanzo

Stephen Hero - tomanzo

Poesie

Gente di Dublino - Racconti

Lettere