Poesie di gennaio

GENNAIO - Camillo Sbarbaro

 

Ormai passò la rosea cavalcata

dei giovinetti mesi ingannatori,

che vestita l'avean tutta di fiori

e di sole e d'azzurro incappucciata.

 

Or ripensa la grande traviata

d'Aprile i ricci e i facili rossori;

e derelitta guarda i suoi squallori

e fa l'ammenda delle sue peccata.

 

E viene per perdono a fra' Gennaio,

dicendo l'atto di contrizione,

e s'umilia e gli bacia il vecchio saio.

 

«Padre - gli dice - voglio farmi monaca.»

E quei sorride incredulo e le impone

di neve fugacissima una tonaca.

 

(Da "Resine", 1911)

GENNAIO 1946 - Franco Fortini

 

Milano, cieche viscere ti colano

per le vie, di macerie nere; i fumi

che dai camini volano

son torvi e verdi; la vita, acre e sciatta.

 

Ma di quassù visibili

sono, nell'aria netta, l'Alpi. Ecco

lontane, irraggiungibili,

bianche e celesti le grandi montagne.

 

(Da "Poesia ed errore", 1959)

Di gennaio, di notte - Mario Luzi

 

Di gennaio, di notte

quando lungo le sue vene lo spazio

trepida per un vento inesauribile, ravviva

negli alberi speranze ancora vane

e li sveglia a una vita ancora incerta,

troppo remota oltre le cimeed oltre le radici;

 

nei giorni incerti ai crocevia del tempo

nelle ore dopo la passione quando

anche il dolore ha fine

e l’anima si tiene appena

che non frani nel suo vuoto

e si chiede stupita più che ansiosa

s’è quella l’agonia ch’è in ogni inizio

o il termine, il termine di tutto,

 

e accade che qualcuno

per certezza, per afferrarsi a un segno

mormori il suo tra il nome dei suoi cari

ed è strano come murare lapidi

su case per memoria d’un passaggio,

d’una sosta nel transitare eterno,

 

viso di molto amata un tempo

che tra pagina e pagina del libro

sfogliato senza termine degli anni

hai la pace che dà l’essere fiochi

e spenti sotto la crudele patina

qualcuno soffia nelle tue fattezze,

t’eccita, ti richiama al mio tormento

quale fosti d’età in età, puerile,

puerile sotto nuvole di marzo,

giovinetta sgusciata da anni informi

tra infanzia e pubertà, donna nel vento.

Frattanto siamo divenuti grigi.

Esco, guardo addossato ai muri alti

la mia patria ventosa e montuosa,

prendo fiato, poi seguo la via crucis.

23 GENNAIO: SOLE - Carlo Betocchi

 

Anzi, quando l'onda è azzurra

devi pensar - non è nulla;

un sole bianco sul campo

è il manzo che riposa stanco.

 

Gennaio dai mille aghi sciolti

nel bianco fiore sepolti,

manca la viola al prato,

adunque tepor dissennato.

 

Che fa! ma gorgoglia bianca

l'onda che la riva incanta,

il sole giunge, si sfalda,

brilla, tocca l'acqua, salta.

 

I candidi ponti, le case,

un fervido biondo invase,

e il mendico, in solare palma

si distende con fede calma.

 

Al declinare impallidito

ti vedo, giorno infinito;

va la solitaria luna,

terra, sassi, deserta schiuma.

 

(Da "Realtà vince il sogno", 1932)

GENNAIO - Giovanni Pascoli

 

Nevica: l’aria brulica di bianco;

la terra è bianca, neve sopra neve;

gemono gli olmi a un lungo mugghio stanco,

cade del bianco con un tonfo lieve.

E le ventate soffiano di schianto

e per le vie mulina la bufera;

passano bimbi; un balbettio di pianto;

passa una madre; passa una preghiera!

GENNAIO - Rainer Maria Rilke

 

Respirano lievi gli altissimi abeti

racchiusi nel manto di neve.

Più morbido e folto quel bianco splendore

riveste ogni ramo, via via.

Le candide strade si fanno più zitte:

le stanze raccolte, più intense.

Rintoccano l’ore. Ne viene

percosso ogni bimbo, tremando.

Di sovra gli alari, lo schianto di un ciocco

che in lampi e faville , rovina.

In niveo brillar di lustrini

il candido giorno là fuori s’accresce,

diviene sempiterno, infinito.

Ritorna ai rami - Attilio Bertolucci

 

Ritorna ai rami il fuoco di gennaio

intenerito, di neve i colli non lontani

rallegrano l’ozioso pomeriggio

alle porte della città.

Il giorno è popoloso sino a che s’accende

sul ponte il lampione

e inonda l’acqua di ferro fiorito.