MOLTE VOLTE NOVEMBRE È RITORNATO - Margherita Guidacci (1921-1992)
Molte volte Novembre è ritornato
Nella mia vita, e questo che oggi ha inizio
Non è il peggiore: quieto
Benché non privo di apprensioni. China
Mi trova su una culla, dove l'ultima
Mia nata dorme il misterioso
Profondo sonno dell'infanzia, ancora
Ospite più che cittadina in questo
Nostro mondo per lei straniero. Sento
La dolce ondata del latte salirmi
Al seno: tenerezza
Che di sé gonfia tutte le mie fibre,
Dilata i miei confini. Qui lo stanco
Sangue si rifà puro a una segreta
Sorgente, si rifà vergine e può
Calmar la sete di vergini labbra.
Il mio corpo è strumento di miracolo
Come già fu nel dare vita. Il seno
È la collina favolosa, scorrono
I fiumi d'abbondanza in un'età
D'oro, che segnerà
Per la creatura ignara il più profondo
Alveo della memoria, a cui più tardi
Ritornerà nel sogno o nel dolore...
Per lei intatta è l'immagine; per me
Che ne sono occasione, la scolora
Già il tempo, amaramente. È forse l'ultima
Volta che ho un figlio al seno, poiché incalzano
Gli anni ad inaridire
La mia linfa. Oggi sono
Ancora un vivo albero, frusciante
Di foglie, benedetto
Di succhi, ma in cammino è la stagione
Spoglia che su di me si chiuderà.
Tanto più dolce è questa sosta, prima
Ch'io stessa sia l'autunno: pure un'ombra
Di presagio la vela e di paura.
Il passo si stende alle mie spalle
Come una lunga via. So del futuro
Solo una cosa: che difficilmente
Potrà uguagliare per me la durata
Del tempo ch'è trascorso.
Novembre - GIOVANNI PASCOLI
Gèmmea l'aria, il sole così chiaro
che tu ricerchi gli albicocchi in fiore, e del
prunalbo l'odorino amaro senti nel cuore...
Ma secco è il pruno, e le stecchite piante di nere
trame segnano il sereno, e vuoto il cielo, e cavo al
piè sonante sembra il terreno.
Silenzio, intorno: solo, alle ventate, odi lontano, da
giardini ed orti, di foglie un cader fragile. È l'estate,
fredda, dei morti.
Paesaggio di novembre - Corrado Alvaro
Sono scomparsi i bei colori verdi
e rosei della terra.
Le montagne,
i campi,
i piani sembrano lontani e velati.
Solo i torrenti si riempiono di
suoni e il loro grido giunge alle case del paese.
Il sole ha uno splendore freddo
e il cielo sembra allontanarsi e diventare altissimo.
Tutte le mattine
la terra si desta come da un sonno faticoso.
I movimenti degli uomini sembrano incerti, come
quelli di chi pensa al suo avvenire.
Da questo mese comincia il lavoro,
per il futuro pane.
C’è nell’aria una speranza solenne.
Novembre - Vincenzo Cardarelli
C'è un giorno che tutte le formiche escono dal bosco
a fare il fascio per l'invernata.
Sopraggiungono, di lì a poco,
le lunghe piogge autunnali,
simili a un gran pianto dirotto, interminabile.
È un pianto che sgorga a fiumi, a torrenti,
fa crescere il lago, solca le strade, rovina i ponti
e dilaga per i campi ostinatamente verdi.
I muri si ricoprono di vellutina.
Quando più nessuno se l'aspetta,
un sole freddoloso, più prezioso dell'oro vecchio,
torna poi, ogni mattina,
a trovare le foglie gialle d'acacia
che piovono ancora sui davanzali,
le foglie secche dei platani
che il vento trascina lungo i viali.
NOVEMBRE A PESTO - Alfonso Gatto (1909-1976)
Ci furono le rose
un tempo, gli asfodeli.
Ora passa nei cieli
il cielo che rispose
alla notte degli anni,
alle paludi, ai morti.
Ci restano più forti
del tempo questi inganni
della dolce stagione
E il povero che vede
fermarsi sul suo piede
il sole, già s'espone
al suo sorriso cieco.
Felice si somiglia,
balbetta con le ciglia
il soliloquio greco.
Poi trova il freddo, stretto
nelle stesse parole
con cui si scalda il petto.
A non volere vuole
il fondo del bicchiere.
La morte porge al nonno
degli anni sul braciere
di cenere quel sonno.
NOVEMBRE - Aldo Palazzeschi (1885-1974)
Dei giovani e dei vecchi
si raggruppano
fra le rovine calde di Roma
su cui i platani lasciano cadere
con frusciare di carta
le loro foglie dorate.
I giovani
fanno sapere ai vecchi
quello che a loro piace
e i vecchi
fanno finta di non sentire.
(Da "Cuor mio", 1968)