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FILASTROCCA DEGLI AVVERBI
Quando, talor frattanto,
forse sebben così,
giammai piuttosto alquanto,
come perché bensì.
Ecco repente altronde,
quasi eziandio perciò,
anzi altresì laonde
purtroppo, invan però.
Ma se perfin mediante
quantunque attesoché
ahi! sempre nonostante,
conciossiacosaché.
Autore: Yorick (pseudonimo di Pietro Ferrigni)
Tre civette sul comò
Ambarabà Ciccì Coccò
tre civette sul comò
che facevano l’amore
con la figlia del dottore.
Il dottore si ammalò
Ambarabà Ciccì Coccò
(E' un testo appartenente alla tradizione popolare, di cui non si conosce l'autore. Secondo il linguista Vermondo Brugnatelli, il testo potrebbe risalire ad epoca latina (hanc para ab hac quidquid quodquod, il cui significato è "ripara questa da quella" (Fonte: Wikipedia)
La banda del paese (a cura di Cultura&Svago)
Il batterista suona i piatti:
coi coperchi ancora intatti.
Il violinista sognatore
è un bravo arrangiatore.
suona un vecchio violoncello;
regalo di suo fratello.
Le zampogne di natale
vanno bene a carnevale
e il vecchio tamburo
rimbomba sicuro,
consunto e limato
dal tempo passato.
I pifferi dei bambini
suonano come uccellini,
fatti con le canne
che sembrano zanne
Vecchia chitarra,
come si narra,
ha solo una corda.
Chi se lo scorda?
Chi suona la grancassa
sorride e passa
tra la folla plaudente
che non capisce niente.
Quando passa la banda
ognuno domanda
la musica preferita
che viene eseguita.
E' il cuore del paese
che ne fa le spese.
Alla fiera di Matera (a cura di Cultura&Svago)
Alla fiera
di Matera
compro l'ombrello
per mio fratello;
abiti per tutti
belli e brutti;
tanti palloncini
per i più piccini;
tamburi, mazze
e cose pazze.
Tanto spasso
ma senza chiasso
il tempo vola,
non si va a scuola.
Zucchero filato
e anche il gelato.
Bamboline di pezza,
oh, che bellezza.
Battono le manine
bambini e bambine.
Nonne ridenti
cuori contenti.
Dolci a profusione
e tanta confusione.
Da mane a sera
alla fiera di Matera.
La contadinetta (a cura di Cultura&Svago)
La contadinetta
la terra zappetta,
poi pianta le zucche
e nutre le mucche.
Poi pianta piselli
odorosi e belli
per la minestrina
della sua bambina.
Le uova nel cesto
mette ben presto
per fare un dolcino
al suo bambino.
Infine si riposa,
fresca come una rosa.
La vecchierella (a cura di Cultura&Svago)
Fila la lana
per la sua sottana;
è brava col fuso
per il lungo uso.
Lavora seduta
poi beve la spremuta.
Sta sulla seggiolina
la candida vecchina.
Sbuccia le patate
e le fa rosolate.
Pulisce le carotine
per le sue minestrine.
Non mette mai più
gli abiti di gioventù:
Rammenda le pezze,
le antiche bellezze,
ma sono sfilacciate
e già troppo rammendate.
Non butta via gli stracci;
ne fa grembiulacci.
Quand'era bambina
aveva una vestina
con tanti nastrini
e i fiocchettini.
Sorride alla vita
la vecchia zita.
l'orologio ticchettava
nella stanza silenziuosa
ticchettava senza posa
ticchettava, ticchettava