FILASTROCCA DEGLI AVVERBI
Quando, talor frattanto,
forse sebben così,
giammai piuttosto alquanto,
come perché bensì.
Ecco repente altronde,
quasi eziandio perciò,
anzi altresì laonde
purtroppo, invan però.
Ma se perfin mediante
quantunque attesoché
ahi! sempre nonostante,
conciossiacosaché.
Autore: Yorick (pseudonimo di Pietro Ferrigni)
Tre civette sul comò
Ambarabà Ciccì Coccò
tre civette sul comò
che facevano l’amore
con la figlia del dottore.
Il dottore si ammalò
Ambarabà Ciccì Coccò
(E' un testo appartenente alla tradizione popolare, di cui non si conosce l'autore. Secondo il linguista Vermondo Brugnatelli, il testo potrebbe risalire ad epoca latina (hanc para ab hac quidquid quodquod, il cui significato è "ripara questa da quella" (Fonte: Wikipedia)
IN MEZZO AL PRATO (filastrocca popolare)
In mezzo al prato indovina cosa c'è?
In mezzo al prato indovina cosa c'è?
In mezzo al prato nel prato c'è un albero
è l'albero piantato in mezzo al prato
è l'albero piantato in mezzo al prato.
E sopra l’albero indovina cosa c’è?
E sopra l'albero indovina cosa c'è?
Sull'albero ci sono i rami
I rami attacca l'albero
e l'albero piantato in mezzo al prato
e l'albero piantato in mezzo al prato
E tra i rami indovina cosa c'è?
E tra i rami indovina cosa c'è?
E tra i rami tra i rami ci son le foglie
Le foglie attacca i rami
i rami attacca l'albero
e l'albero piantato in mezzo al prato
e l'albero piantato in mezzo al prato
E tra le foglie indovina cosa c'é?
E tra le foglie indovina cosa c'è?
E tra le foglie tra le foglie c'è un nido
il nido tra le foglie,
le foglie attacca i rami,
i rami attacca l’albero
e l’albero piantato in mezzo al prato
l’albero piantato in mezzo al prato.
E dentro il nido indovina cosa c’è?
E dentro il nido indovina cosa c'è?
E dentro il nido nel nido c'è un uccello
un uccello dentro il nido
il nido tra le foglie
le foglie attacca i rami
i rami attacca l'albero
e l’albero piantato in mezzo al prato
l’albero piantato in mezzo al prato.
E nel il pulcino indovina cosa c’è?
E nel pulcino indovina cosa c'è?
E nel pulcino nel pulcino c'è il cuore
Il cuore nel pulcino
Il pulcino dentro il nido
Il nido tra le foglie
le foglie attacca i rami,
i rami attacca l’albero,
e l’albero piantato in mezzo al prato
l’albero piantato in mezzo al prato.
E dentro il cuore indovina cosa c’è?
E dentro il cuore indovina cosa c'è?
E dentro il cuore nel cuore c'è il mondo
il mondo dentro il cuore
il cuore nel pulcino,
il pulcino dentro il nido,
il nido tra le foglie,
le foglie attacca i rami,
i rami attacca l’albero,
e l’albero piantato in mezzo al prato
l’albero piantato in mezzo al prato.
LA FILASTROCCA DELLE NOTE
DO-DO-DO domani me ne vado
RE-RE-RE respiro l'aria pura
MI-MI-MI mi voglio divertire
FA-FA-FA facendo quel che voglio.
SOL-SOL-SOL soltanto mi dispiace
LA-LA-LA lasciar la scuola in pace.
SI-SI-SI sì sì la lascerò
... e domani me ne andrò.
(Testo trasmesso oralmente e appartenente alla tradizione scolastica).
Pirulim Pirulim Canzone popolare
Pirulim Pirulim piangeva
voleva l'insalata
la mamma non ne aveva
Pirulì Pirulì piangeva
A mezzanotte in punto
passò un aeroplano
e sotto c'era scritto:
"Pirulì pirulì stai zitto".
Pirulim Pirulim piangeva
voleva le carote
la mamma non ne aveva
Pirulì Pirulì piangeva
A mezzanotte in punto
passò un aeroplano
e sotto c'era scritto:
"Pirulì pirulì stai zitto".
Continuare sostituendo il nome dell'ortaggio (patate, fagiolini, cavolfiore, ecc.)
FILASTROCCA DELLE MANI (da recitare muovendo le mani)
Questa son le mie manine (mostrare)
queste mie non ci son più (nascondere)
Queste son le farfalline (mostrare)
queste mie non ci son più (nascondere).
Questo è un lungo cannocchiale (mostrare con le mani)
per vederci da lontano.
Questa è tutta da mangiare (portare le mani alla bocca)
è sparita e non c'è più (nascondere)
Non è vero, non è vero.
Queste son le mie manine,
farfalline,
cannocchiale.
Questa è tutta da mangiar.
Filastrocca dei 12 mesi
Gennaio ingenera, febbraio intenera, marzo imboccia, aprile sboccia, maggio fiorisce, giugno appassisce, luglio avvizzisce, agosto va in secca, settembre va in seme, ottobre si concima, novembre nella zolla, dicembre si riposa.
Metà dal web (fino a maggio), metà da me (da giugno a dicembre).
Bianca fornarina (a cura di Cultura&Svago)
Bianca fornarina
ti svegli ogni mattina.
Mentre tutti dormono
impasti la farina
sul tagliere della nonna.
T'imbianchi tutta
mentre prepari il pane,
lo lasci riposare
con un velo doppio zero.
Dopo averlo fatto lievitare,
lo dividi in panetti
con forme perfette
li spruzzi con erbe,
semi di sesamo,
pancetta a dadini
per grandi e piccini.
Chi entra nella panetteria
si imbeve dei tuoi aromi,
ma non ti vede, così bianca;
sei come il fantasma
coperto di neve da capo a piedi.
Gli animali parlano (a cura di Cultura & Svago)
Tuba il colombo
cinguetta il passero
la rondine garrisce
chiccola il pettirosso.
L'usignolo gorgheggia
Trilla l'allodola
L'assiolo chiurla
ll barbagianni soffia
Lo scricciolo ticchettìa
ciarla il codirosso
Il cigno stride
Il gabbiano garrisce
Gorgheggia la capinera
Ciangotta il pappagallo
Bramisce il cervo
Gruga il piccione
guaiola la volpe
Stridisce il pipistrello
ll cinghiale bofonchia
La poiana fischia
L'elefante barrisce
Il topo squittisce
la rana gracida
Bubola il gufo
Il cobra sibila
Ronza la zanzara
Bramisce l'orso
.....e la balena CANTA
La banda del paese (a cura di Cultura&Svago)
Il batterista suona i piatti:
coi coperchi ancora intatti.
Il violinista sognatore
è un bravo arrangiatore.
suona un vecchio violoncello;
regalo di suo fratello.
Le zampogne di natale
vanno bene a carnevale
e il vecchio tamburo
rimbomba sicuro,
consunto e limato
dal tempo passato.
I pifferi dei bambini
suonano come uccellini,
fatti con le canne
che sembrano zanne
Vecchia chitarra,
come si narra,
ha solo una corda.
Chi se lo scorda?
Chi suona la grancassa
sorride e passa
tra la folla plaudente
che non capisce niente.
Quando passa la banda
ognuno domanda
la musica preferita
che viene eseguita.
E' il cuore del paese
che ne fa le spese.
Alla fiera di Matera (a cura di Cultura&Svago)
Alla fiera
di Matera
compro l'ombrello
per mio fratello;
abiti per tutti
belli e brutti;
tanti palloncini
per i più piccini;
tamburi, mazze
e cose pazze.
Tanto spasso
ma senza chiasso
il tempo vola,
non si va a scuola.
Zucchero filato
e anche il gelato.
Bamboline di pezza,
oh, che bellezza.
Battono le manine
bambini e bambine.
Nonne ridenti
cuori contenti.
Dolci a profusione
e tanta confusione.
Da mane a sera
alla fiera di Matera.
La contadinetta (a cura di Cultura&Svago)
La contadinetta
la terra zappetta,
poi pianta le zucche
e nutre le mucche.
Poi pianta piselli
odorosi e belli
per la minestrina
della sua bambina.
Le uova nel cesto
mette ben presto
per fare un dolcino
al suo bambino.
Infine si riposa,
fresca come una rosa.
La vecchierella (a cura di Cultura&Svago)
Fila la lana
per la sua sottana;
è brava col fuso
per il lungo uso.
Lavora seduta
poi beve la spremuta.
Sta sulla seggiolina
la candida vecchina.
Sbuccia le patate
e le fa rosolate.
Pulisce le carotine
per le sue minestrine.
Non mette mai più
gli abiti di gioventù:
Rammenda le pezze,
le antiche bellezze,
già tutte sfilacciate
e troppo rammendate.
Non butta via gli stracci;
ne fa grembiulacci.
Quand'era bambina
aveva una vestina
con tanti nastrini
e i fiocchettini.
Sorride alla vita
la vecchia zita.
IL MAESTRO GIUSTO - GIANNI RODARI
C'era una volta un cane
che non sapeva abbaiare.
andò da un lupo a farselo spiegare,
ma il lupo gli rispose con un tale ululato
che lo fece scappare spaventato.
Andò da un gatto, andò da un cavallo,
e - mi vergogno a dirlo -
perfino da un pappagallo.
Imparò dalle rane a gracidare,
dal bove a muggire,
dall'asino a ragliare,
dal topo a squittire,
dalla pecora a fare «bè bè»,
dalle galline a fare »coccodè».
Imparò tante cose,
però non era affatto soddisfatto
e sempre si domandava
(magari con un «qua qua»...):
- Che cos'è che non va?
Qualcuno gli risponda, se lo sa.
Forse era matto?
O forse non sapeva scegliere
il maestro adatto?
A mangiar poc (filastrocca popolare)
Alla mattina c'è il caffè
ma senza zucchero ma senza zucchero
ma senza zucchero perché non c'è
A mangiar poc, poc, poc,
si diventa strac, strac, strac,
si diventa fiac, fiac, fiac,
si diventa gnec, gnec, gnec.
A mezzogiorno la pasta asciutta
ma senza burro ma senza burro
ma senza burro perché non c'è
A mangiar poc, poc, poc,
si diventa strac, strac, strac,
si diventa fiac, fiac, fiac,
si diventa gnec, gnec, gnec.
E alla sera c'è la zuppa
ma senza pane ma senza pane
ma senza pane perché non c'è
A mangiar poc, poc, poc,
si diventa strac, strac, strac,
si diventa fiac, fiac, fiac,
si diventa gnec, gnec, gnec.
Me la minestrina (filastrocca popolare)
Me la minestrina non mi va giù
me la minestrina non mi va giù.
E' lavaggio della cucina
me la minestrina non mi va già.
E' lavaggio della cucina
me la minestrina non mi va già.
Me la carne lessa non mi va giù
me la carne lessa non mi va giù
Il dottore non l'ha permessa
me la carne lessa non mi va giù.
Il dottore non l'ha permessa
me la carne lessa non mi va giù.
Me la frutta cotta non mi va giù
me la frutta cotta non mi va giù
Preferisco il gelato Motta
me la frutta cotta non mi va giù.
Preferisco il gelato Motta
me la frutta cotta non mi va giù.
Alla fiera di mast'Andrè (FILASTROCCA POPOLARE)
Alla fiera di mast'André
aggiu comprato nu fiscariello
fru.fru lu fiscariello
alamirè alamirè
alla fiera di mast'Andrè
Alla fiera di mast'André
aggiu comprato 'na pistola
pam pam la pistola
fru fru lu fiscariello
alamirè alamirè
alla fiera di mast'Andrè
Alla fiera di mast'André
aggiu comprato 'nu viulino
plun plun lu viulino
pam pam la pistola
fru fru lu fiscariello
alamirè alamirè
alla fiera di mast'Andrè
Alla fiera di mast'André
aggiu comprato 'nu tamburiello
bum bum lu tamburiello
plun plun lu viulino
pam pam la pistola
fru fru lu fiscariello
alamirè alamirè
alla fiera di mast'Andrè
Alla fiera di mast'André
aggiu cumprato 'na viola
zum zum la viola
bum bum lu tamburiello
plun plun lu viulino
pam pam la pistola
fru fru lu fiscariello
alamirè alamirè
alla fiera di mast'Andrè
B. P. - GIANNI RODARI
Tutte le lettere dell'alfabeto
hanno un suono vivace e lieto
tranne l'Acca che, come si sa,
un suono proprio non ce l'ha.
Ci sono lettere importanti:
l'A che a tutte sta davanti,
del suo primato è molto orgogliosa
e porta sempre la Maglia rosa;
la Zeta, con cui si scrive «zero»,
è più temuta dell'Uomo Nero.
Ci sono lettere buone e care
come la G del verbo giocare.
Certe lettere vanno in coppia,
e la T spesso si raddoppia...
Ma la coppia più speciale,
famosa su scala internazionale,
è quella che vedete qui:
una B. con una P.
B.P... Che vuol dire? Pensateci un po':
forse Buon Pranzo... forse Buon Pro...
Oppure... Buona Passeggiata?
Trovate da soli la ... Bella Pensata.
FILASTROCCA CORTA E MATTA - GIANNI RODARI
Filastrocca corta e matta,
il porto vuole sposare la porta,
la viola studia il violino,
il mulo dice: - Mio figlio è il mulino -;
la mela dice: - Mio nonno è il melone -;
il matto vuole essere un mattone,
e il più matto della terra
sapete che vuole? Fare la guerra!
L'orologio ticchettava
Contributi di pino (venerdì, 12 aprile 2019 16:35) e di Daniele Merlini 2022-05-15 08:40
l'orologio ticchettava
nella stanza silenziosa,
ticchettava senza posa
ticchettava ticchettava.
Non s'udiva nel silenzio
altro suono altro rumore
che di pentola il bollore
che russava nel silenzio;
che russava accanto al fuoco
tra la cenere e la brace
che russava in santa pace
che russava che russava.
Il lumino s'era spento
avea l'olio consumato
s'era come addormentato
quel lumino stento stento.
L'orologio ticchettava
nella stanza silenziosa,
ticchettava senza posa,
ticchettava ticchettava.