CANTI DEI SOLDATI

 

ADDIO MIA BELLA ADDIO

LA MIA MOROSA CARA

BELLA CIAO

LA PENNA NERA

MONTEGRAPPA

SUL PONTE DI BASSANO

LEGGENDA DEL PIAVE

CANTI DEI SOLDATI - CANZONI DEI COMBATTENTI PER LA PATRIA

ADDIO MIA BELLA ADDIO di CARLO BOSI( 1848)

 

Addio mia bella, addio,

l'armata se ne va

e se non partissi anch'io

sarebbe una viltà.

E se non partissi anch'io

sarebbe una viltà.

 

Non pianger, mio tesoro,

forse io ritornerò,

ma se in battaglia muoro

in ciel ti rivedrò.

Ma se in battaglia muoro

in ciel ti rivedrò.

 

La spada, le pistole,

lo schioppo l'ho con me, 

allo spuntar del sole

io partirò da te.

Allo spuntar del sole

io partirò da te.

 

Il sacco è preparato,

sull'omero mi sta,

sono uomo e son soldato,

viva la Libertà!

Sono uomo e son soldato,

viva la Libertà!

 

Io non ti lascio sola,

si, ti resta un figlio ancor,

nel figlio ti consola,

nel figlio dell'amor!

Nel figlio ti consola,

nel figlio dell'amor!

 

Suonò la tromba, addio,

l'armata se ne va.

Un bacio al figlio mio!

Viva la Libertà!

Un bacio al figlio mio!

Viva la Libertà!

BELLA CIAO (1940-45)

 

Stamattina mi sono alzato

o bella ciao bella ciao

bella ciao ciao ciao

stamattina mi sono alzato

e ci ho trovato l'invasor.

 

O partigiano, portami via

o bella ciao bella ciao

bella ciao ciao ciao

o partigiano, portami via

che mi sento di morir.

 

E se muoio da partigiano

o bella ciao bella ciao

bella ciao ciao ciao

e se muoio da partigiano

tu mi devi seppellir.

 

Seppellire lassù in montagna

o bella ciao bella ciao

bella ciao ciao ciao

seppellire lassù in montagna

sotto l"ombra di un bel fior.

 

E le genti che passeranno

o bella ciao bella ciao

bella ciao ciao ciao

e le genti che passeranno

e diranno: o che bel fior!

 

E' questo il fiore del partigiano

o bella ciao bella ciao

bella ciao ciao ciao

è questo il fiore del partigiano

morto per la libertà

 

 

SUL PONTE DI BASSANO

 

Sul ponte di Bassano

noi ci darem la mano,

noi ci darem la mano

ed un bacin d'amor. (2v.)

 

Per un basin d'amore

succedon tanti guai,

non lo credevo mai

doverti abbandonar. (2v.)

 

Doverti abbandonare

volerti tanto bene,

è un giro di catene

che mi incatena il cor. (2v.)

 

Che mi incatena il core,

che m'incatena i fianchi,

in mona a tutti quanti

queli che mi voi mal. (2v.)

 

LA MIA MOROSA CARA (1915-1918)

 

La mia morosa cara

la fa la filandera

la vègn a cà la sera

col scossarín bagnàa

 

Col scossarín bagnato

la se frega giù li occhi

noialtri giovanotti

ci tocca fà 'l soldàa.

 

Piuttost che fà 'l soldato

fò l'assassin di strada

la prima cannonada

mi ha ferito il cuor.

LA PENNA NERA (1915)

Sul cappello,

sul cappello che noi portiamo

c'è una lunga,

c'è una lunga penna nera,

che a noi serve,

che a noi serve da bandiera

su pei monti,

su pei monti a guerreggiar.

Oilalà!

 

Su pei monti,

su pei monti che noi saremo,

coglieremo,

coglieremo stelle alpine,

per portarle,

per portarle alle bambine

farle pianger,

farle pianger e sospirar.

Oilalà!

 

Su pei monti,

su pei monti che noi andremo,

pianteremo,

pianteremo l'accampamento,

brinderemo,

brinderemo al reggimento,

viva il Corpo,

viva il Corpo degli Alpin!

Oilalà!

 

Evviva evviva

il Reggimento,

evviva evviva

il Corpo degli Alpin.

Evviva evviva

il Reggimento,

evviva evviva

il Corpo degli Alpin.

Oilalà!

MONTE GRAPPA (1918)

 

Monte Grappa tu sei la mia Patria, 

sovra a te il nostro sole risplende, 

a te mira chi spera ed attende 

i fratelli che a guardia vi stan. 

 

Contro a te già s’infranse il nemico 

che all’Italia tendeva lo sguardo,

non si passa un cotal baluardo 

affidato ad italici cuor. 

 

Monte Grappa tu sei la mia Patria, 

sei la stella che addita il cammino, 

sei la gloria, il volere, il destino

che all’Italia ci fa ritornar. 

 

Le tue cime fur sempre vietate 

per il piè dell’odiato straniero,

dei tuoi fianchi egli ignora il sentiero 

che pugnando più volte tentò. 

 

Qual la candida neve che al vento 

ti ricopre di splendido ammanto,

tu sei puro ed invitto con vanto 

che il nemico non lasci passar. 

 

Monte Grappa tu sei la mia Patria, 

sei la stella che addita il cammino, 

sei la gloria, il volere, il destino, 

che all’Italia ci fa ritornar.

 

O montagna, per noi tu sei sacra, 

giù di lì scenderanno le schiere 

che irrompenti a spiegate bandiere 

l’invasore dovranno scacciar. 

 

Ed i giorni del nostro servaggio,

che scontammo mordendo nel freno,

in un forte avvenire sereno 

al più presto vedremo mutar. 

 

Monte Grappa tu sei la mia Patria, 

sei la stella che addita il cammino, 

sei la gloria, il volere, il destino 

che all’Italia ci fa ritornar.

LEGGENDA DEL PIAVE

 

Il Piave mormorava calmo e placido al passaggio

dei primi fanti il ventiquattro maggio;

l'esercito marciava per raggiunger la frontiera

per far contro il nemico una barriera...

Muti passaron quella notte i fanti:

tacere bisognava andare avanti.

S'udiva intanto dalle amate sponde,

sommesso e lieve il mormorìo dell'onde.

Era un presagio dolce  lusinghiero.

Il Piave mormorò: Non passa lo straniero!

Ma in una notte trista si parlò di un fosco evento

e il Piave udiva l'ira e lo sgomento.

Ahi, quanta gente ha vista venir giù e lasciare il tetto

poi che il nemico irruppe a Caporetto!

Profughi ovunque! Dai lontani monti,

venivano a gremir tutti i suoi ponti.

S'udiva allor dalle violate sponde

sommesso e tristo il mormorar dell'onde.

Come un singhiozzo, in quell'autunno nero,

il Piave mormorò: ritorna lo straniero!

E ritornò il nemico: per l'orgoglio e per la famevolea sfogare tutte le sue brame...

Vedeva il piano aprico di lassù: voleva ancora 

sfamarsi, e tripudiare come allora!

- No - disse il Piave. - No, - dissero i fanti -

mai più il nemico faccia un passo avanti!

Si vide il Piave rigonfiar le sponde!

E, come i fanti, combattevan l'onde...

Rosso di sangue del nemico altero,

il Piave comandò Indietro, va'. straniero!

Indietreggiò il nemico fino a Trieste, fino a Trento

E la Vittoria sciolse l'ali al vento!

Fu sacro il patto antico: tra le schiere, furon visti

risorgere Oberdan, Sauro, Battisti!

Infranse, alfin, l'italico valore

le forche e l'armi dell'impiccatore!

Sicure l'Alpi, libere le sponde

Si tacque il Piave, si placaron l'onde.

Sul patrio suolo, vinti i torvi Imperi,

La Pace non trovò né oppressi né stranieri!