Leggende della Valle d'Aosta

Valle d’Aosta – La leggenda del Ru Mort

Ogni Ruscello, durante i periodi di piena, è sorvegliato da una Guardia. Un giorno la Guardia del Ru Mort andò a fare il solito giro di controllo del ruscello. Quel giorno però, il guardiano si sentiva seguito da una presenza misteriosa; con la coda dell'occhio, notò qualcosa muoversi nell'erba e scoprì che si trattava di una vipera nera. Il guardiano prese un bastone ed allontanò la serpe, poi proseguì il giro di ispezione lungo il ru. Dopo un centinaio di metri vide nuovamente la vipera. Spaventato, si allontanò di corsa lungo il ruscello. Dopo pochi metri si fermò per riprendere fiato e vide ai suoi piedi  nuovamente la serpe. Allora afferrò un bastone e la colpì mortalmente. Da quel giorno il ruscello iniziò a perdere acqua e le pareti si sgretolarono sotto la forza impetuosa dell'acqua. Il Guardiano, convinto di aver ucciso una semplice vipera,  aveva in realtà ucciso la Fata protettrice del Ru che, da quel giorno, prese il nome di Mort, perchè morì ogni vegetazione, che porecedentemente era irrigata con l'acqua del ruscello.

La fata del lago - Leggenda aostana

 

Nella conca di Prêz, nell'antichità, vi era un lago. Sulle sue rive ridenti d'erbe e fiori viveva in una grotta una fata, che se ne prendeva cura, in modo che le acque irrigassero campi e prati, dando frescura ai boschi.

Il canto della fata era dolcissimo e si diffondeva per tutta la vallata.

La fata era molto bella, ma non voleva essere vista e si nascondeva evitando la presenza umana.

Un giorno due pastorelli, rifugiatisi in una grotta, udirono un dolcissimo canto. Rimasero immobili in ascolto, fino a quando non apparve la fata da un cespuglio. La ammirarono meravigliati per la sua bella chioma e per il suo aspetto angelico. Ma la fata, accortasi di loro, fuggì. I pastorelli cercarono di inseguirla, ma la persero di vista e si fermarono in riva al lago.

A un tratto, sull'altra sponda del lago, videro una serpe dalle squame d'oro.

Nei giorni successivi non si sentì cantare la fata.

Un giorno un cacciatore vide la serpe che si specchiava nel lago.  Il cacciatore sparò e la uccise.

Morta la serpe (che non era altri che la fata), morì il lago. Le sorgenti si inaridirono e la conca del Prêz si prosciugò. Alberi, cespugli e fiori si seccarono e sulle rive del lago scomparve ogni vegetazione.

(Tratto da TERSILLA GATTO CHANU - Leggende e racconti della Valle d'Aosta)

Valle d’Aosta  - Il diavolo e la bella

 

All'inizio del secolo scorso, una sera alcune famiglie di Roisan si ritrovarono in una stalla accanto alla casa parrocchiale per sgusciare delle noci per la produzione dell'olio. Sentirono bussare alla porta. Si trattava di un giovane molto elegante, il quale dichiarò di essere di passaggio e chiese ospitalità per la notte. Gli fu concessa, purché desse una mano a sgusciare le noci. Una bella ragazza della compagnia gli si avvicinò e cominciarono a discorrere. Ma un giovane del gruppo si accorse che il nuovo arrivato, forse distratto dall'affascinante ragazza, eseguiva il lavoro al contrario, gettando a terra i gherigli e tenendo i gusci sul tavolo. Chinatosi per raccogliere le noci cadute, si accorse che il giovane non aveva piedi, bensì zoccoli d'animale. Spaventato, uscì di nascosto per chiedere aiuto al parroco. Una volta entrati lo straniero, alla vista del sacerdote, balzò in piedi e, dopo aver graffiato la ragazza sulla guancia, fuggì da una finestra. La bella rimase sfregiata per tutta la vita.