Aneddoti in letteratura 1 - Scrittori e poeti

Beata Beatrix - Rossetti
Beata Beatrix - Rossetti

 

BEATA BEATRIX

 

DANTE GABRIEL ROSSETTI

 

(1828 - 1882)

 

L'opera, intitolata Beata Beatrix, realizzata dal poeta, pittore e patriota britannico ottocentesco Dante Gabriel Rossetti, raffigura la donna amata da Dante.

Sullo sfondo si intravedono due figure, probabilmente Dante e Virgilio.

 CICERONE

 

In una causa, Metello Nepote si scagliò con una certa acrimonia contro Cicerone rimproverandogli di essere un plebeo. Di tanto in tanto gli rivolgeva la domanda: Chi è tuo padre? Cicerone per un po’ lo lasciò parlare, poi gli rispose: A te non posso chiedere la stessa cosa, o Metello, perché tua madre ha reso questa domanda estremamente delicata.
 

DANTE

 

1.Si racconta che Dante avesse una memoria eccezionale. Un giorno fu fermato per strada da uno sconosciuto, il quale gli chiese: Qual è l'alimento più buono del mondo?

L'ovo, rispose Dante.

L'anno successivo lo stesso uomo incontrò nuovamente Dante nella stessa strada e gli chiese: Con che cosa?

Col sale, rispose subito Dante.

 

2.Si dice che Dante, nel tempo libero, scambiasse insulti in rima con i suoi amici poeti.

FRANCESCO PETRARCA

 

Francesco Petrarca era innamorato dei classici della letteratura. Trascorse gran parte della vita a cercare le opere sopravvissute della letteratura classica romana in latino e trascriverle fedelmente, per lasciarle per i posteri.

Da giovane si scontrò duramente col padre, il notaio Ser Petracco, il quale voleva assolutamente indirizzarlo verso gli studi di diritto. Quando il padre scoprì che il figlio conservava tra le sue cose più gelose le opere di Cicerone e Virgilio, cercò di distruggerle, ma Francesco riuscì a salvarle dal fuoco

MANZONI

 

Una prima versione de I promessi Sposi di Alessandro Manzoni aveva il titolo Fermo e Lucia. Manzoni decise di cambiare il nome del protagonista per evitare di scrivere Qui Fermo si fermò o Qui Fermo si mise a correre.

 

COLLODI

 

Carlo Lorenzini, vero cognome dell'autore di Pinocchio, era gaudente e spensierato. Perse al gioco una forte somma di denaro e subito un suo amico editore gli offrì di versargli tutto l'importo purché, entro l'anno, gli avesse scritto un libro per ragazzi. Lo scrittore mantenne l'impegno e realizzò uno dei più bei libri di narrativa per i ragazzi.

 

HEINRICH HEINE

 

Un amico andò a far visita al poeta, ormai moribondo, il quale gli confidò: Ho lasciato tutto in eredità a mia moglie, purché si risposi subito, così ci sarà qualcuno che mi rimpiangerà tutti i giorni.

 

MOLIERE

 

Il grande drammaturgo Molière non aveva alcuna fiducia nei medici. Quando si ammalò, il re Luigi XIV gli inviò il suo medico per farlo curare. Gli chiese se era rimasto soddisfatto delle cure e Molière rispose: -Sire, noi conversiamo molto, poi lui mi prescrive delle medicine; io non le prendo affatto e guarisco.

CARLO GOLDONI

 

Il grande commediografo veneziano veniva preso da desideri sessuali perfino sul palco, per cui, a fine recita, correva lungo le calli a cercare donne disponibili, sotto gli occhi dei barcaioli.

BALZAC

 

Balzac giovanissimo portò a un editore un romanzo intitolato L'ultima fata. L'editore, entusiasta, decise di acquistarne i diritti offrendogli 3000 franchi. Chiese il suo indirizzo; quando seppe che viveva in un quartiere popolare in periferia, pensò che 2000 franchi sarebbero stati sufficienti. Mentre saliva al sesto piano, pensò che l'autore si sarebbe accontentato di 1000 franchi. Quando entrò nel povero appartamento dello scrittore, gli disse: Signor Balzac, eccovi 300 franchi per la proprietà del vostro romanzo.  Balzac accettò.

 

ALEXANDRE DUMAS PADRE

 

Alexandre Dumas padre era pagato a riga. Durante certi periodi d’indolenza, egli trovava modo di allungare i propri romanzi con dialoghi di questo genere:

- Ah, siete voi!

- Vi aspettavo.- Eccomi.

- Tutto è andato bene. 

- Benissimo.

- Davvero?

- Ve l’assicuro!

I direttori dei giornali si misero d’accordo per minacciarlo di pagargli a metà prezzo ogni linea il cui testo non superasse la metà dello spazio consueto.

GIACOMO LEOPARDI 

 

Il grande poeta recanatese era talmente ingordo di gelati, cassate e tarallini in genere, preparati esclusivamente dal pasticciere Vito Rossi, dolci in genere, da rifiutare i prodotti di altri pasticcieri. Ne mangiava in quantità tali al punto da non riuscire a fare a meno di mangiarne grandi quantità, che si pensa che abbiano determinato in lui vari disturbi digestivi.