Aneddoti in letteratura 2 - Scrittori e poeti

Beata Beatrix - Rossetti
Beata Beatrix - Rossetti

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BEATA BEATRIX

 

DANTE GABRIEL ROSSETTI

 

(1828 - 1882)

 

L'opera, intitolata Beata Beatrix, realizzata dal poeta, pittore e patriota britannico ottocentesco Dante Gabriel Rossetti, raffigura la donna amata da Dante.

Sullo sfondo si intravedono due figure, probabilmente Dante e Virgilio.

Victor Hugo aveva l'abitudine di scrivere i suoi romanzi, soprattutto quando stava per completarlo e consegnarlo all'editore, Scriveva completamente nudo, dopo aver chiesto al suo domestico di mettere sotto chiave i propri abiti, Oltre a denudarsi, ordinava al proprio domestico di mettere sotto chiave tutti i vestiti che aveva in casa. Fu la moglie Adèle Foucher,a rivelarlo ai giornalisti, soptrattutto in occasione della stesura dell'opera Notre-Dame de Paris (1831). (tratto dal mensile Focus).

HUGO

 

 

Dopo aver stampato I miserabili, Victor Hugo era impaziente di sapere come era stato accolto dal pubblico. Così inviò all'editore una lettera con un semplice punto interrogativo. L'editore, per comunicargli il grande successo dell'opera, gli inviò un foglio con un punto esclamativo.

 

 Victor Hugo aveva l'abitudine di scrivere i suoi romanzi, soprattutto quando stava per completarlo e consegnarlo all'editore, Scriveva completamente nudo, dopo aver chiesto al suo domestico di mettere sotto chiave i propri abiti, Oltre a denudarsi, ordinava al proprio domestico di mettere sotto chiave tutti i vestiti che aveva in casa. Fu la moglie Adèle Foucher,a rivelarlo ai giornalisti, soptrattutto iom occasione della stesura dell'opera Notre-Dame de Paris (1831). Il mensile Focus lo ha recentemente riportato.

 

D'ANNUNZIO

 

Era fiero della statura modesta che condivideva con contemporanei illustri, da Wagner a Barrès, da Chaplin a Lawrence d’Arabia. Sul suo libretto militare si legge altezza 1,64 m. Il vate vi attinse ispirazione per uno dei suoi primi pseudonimi di cronista mondano, «Il Duca minimo».

 

Un giorno il poeta, pranzando con il giornalista Jarro, si lamentò di non sentirsi troppo bene e di aver fatto indigestione.

, gli rispose Jarro, sei troppo pieno di te.

 

Un giorno si batté in duello contro l'amico Edoardo Scarfoglio, il quale, commentando sul suo giornale l'opera dannunziana Isaotta Guttadauro, ne aveva riscritto il titolo, storpiandolo e trasformandolo in Risaotta al Pomidauro.

 

Nel 1887 fece una crociera con l'amico De Bosis e scelse lui i marinai che avrebbero lavorato sul cutter del suo amico. Scoppiò una violenta tempesta e stavano per naufragare, a causa della totale imperizia dei marinai. All'amico che gli chiese perché avesse scelto proprio loro, rispose: Si chiamavano Valente Valori e Ippolito Santilozzo. Dove avrei potuto trovare due marinai con nomi altrettanto altisonanti?

 

Un'attrice chiese di essere ricevuta al Vittoriale. D'Annunzio disse di farla passare ma, quando gli riferirono che la giovane era accompagnata dal padre, disse: Avvisate la signorina che per me le attrici sono tutte orfane. 

 

D'Annunzio aveva un modo sicuro di smascherare gli adulatori. Quando qualcuno cominciava a tessere i suoi elogi sulla vastità delle sue opere, gli chiedeva un parere su un'opera in particolare, di cui inventava il titolo lì per lì. Quasi tutti cominciavano ad elogiare entusiasticamente l'opera. A quel punto il vate ammetteva di non averla mai scritta, facendo vergognare i suoi interlocutori.

 

VOLTAIRE

 

Dopo aver pubblicato il volumetto La scienza alla portata di tutti, Voltaire ordinò al suo domestico di consegnarne una copia in ogni portineria di ogni personaggio illustre. Uno di questi malignamente osservò: La scienza alla porta di tutti.

 

RICHARD BENTLEY

 

Era un uomo molto colto ma piuttosto impacciato in società. Invitato a una festa a casa di una contessa in una sala affollata, avvertì un tale disagio da andar via dopo pochi minuti. A chi le chiese chi fosse quel tipo, la contessa rispose: E' un uomo così colto da sapere come si chiama una sedia in tutte le lingue del mondo, ma non sa come ci si deve sedere.

 

BASILIO PUOTI

 

1. Basilio Puoti, intransigente purista napoletano, maestro di Francesco De Sanctis, svegliato nel cuore della notte da un amico burlone, allorché costui gli rivolse un Vorrei che tu ti alzi, anziché arrabbiarsi per essere stato svegliato, gli rispose seccamente: Sciagurato, che tu ti alzassi, si deve dire, che tu ti alzassi! La violazione della sintassi l'aveva imbestialito più della violazione del sonno.

 

2. Mentre alcuni amici si lamentavano per le dure condizioni di vita della città sotto i Borboni, egli diceva: Credete a me, le cose vanno male a Napoli perché da noi non si conosce bene l'uso dei participi.

 

3. Basilio Puoti, trovandosi sul letto di morte circondato da amici, disse: Amici, muoio.

E chiuse gli occhi. Subito dopo li riaprì per esclamare:

Però si può anche dire: Me ne muoio!

E questa volta spirò davvero.

ALESSANDRO MANZONI  soffriva di agorafobia ed era leggermente balbuziente, per cui evitava di parlare delle sue opere nei club  e nei salotti letterari. Era anche ossessionato dal cinguettìo degli uccelli.

 

GIOSUE' CARDUCCI

 

1. Si era alleato con Crispi, il quale aveva subito una dolorosa sconfitta ad Adua. Quando mise piede nell'aula dell'università in cui doveva svolgere una lezione, fu sommerso da un fischio. Gridò: Di chi è quella voce di schiavo che vuole elevarsi contro un uomo libero?

 

2. Di Carducci sono famose le ribotte, pantagrueliche mangiate che cominciavano al mattino e finivano al crepuscolo dove, con gli amici di Castagneto, discuteva e recitava poesie, pasteggiando con dell'ottimo vino.

 

3. Si recò a Desenzano del Garda in qualità di Commissario d'esami al Liceo. In un'osteria fu murata una lapide che diceva:
Qui Giosue Carducci, nei mesi di luglio e ottobre degli anni 1882-85, spesso libero da scocciatori, per sedare l'ardore dello spirito, per sciogliere l'amaro degli affanni, per temprare il vigore e la grazia, ilare e di buon umore attingeva dai vini vigore e grazia.

 

4. I pasti quotidiani di Carducci? Ce ne parla egli stesso in alcuni scritti a Napoli: Tutti i giorni mangio dodici ostriche e bevo una bottiglia e mezzo o due di Posillipo o di Vesuvio, con un piatto di pesce o di carne, maccheroni e frutta e non altro.

 

5. Carducci spesso giocava a scopone con gli amici. Teneva tanto alla sua performance bel gioco, che soleva dire di sopportare meglio una critica negativa alle sue poesie che al suo gioco.

 

SAMUEL BECKETT

 

Un giorno, mentre era a Parigi, un vagabondo gli si avvicinò e lo accoltellò. Appena fu ristabilito, cercò il vagabondo e gli chiese il perché di quel folle gesto. Quegli rispose con indifferenza: Non lo so. La sua risposta sconcertante influenzò lo scrittore, che cominciò a riflettere sull'assurdità della vita e scrisse l'opera Aspettando Godot.

ERNEST HEMINGWAY

 

Un amico, il quale era a conoscenza della vita piuttosto irrequieta dello scrittore, gli inviò una lettera, scrivendo come indirizzo: A Ernest Hemingway, Dio sa dove. Pochi giorni dopo l'amico ricevette il seguente telegramma: Dio lo sapeva.

 

Un giorno Hemigway, mentre era a pesca con un amico, si imbatté in un'imbarcazione con un vecchio e un bambino. Credendo che avessero delle difficoltà, offrì loro dei viveri, ma il vecchio rifiutò e lo coprì di insulti. Pare che quell'episodio gli abbia dato l'ispirazione per il suo notissimo romanzo Il vecchio e il mare.

 

Un giorno lo scrittore si recò a pesca con il poeta McLeish, suo amico. La giornata fu disastrosa e non pescarono nemmeno un pesce. Hemingway accusò l'amico di aver influenzato negativamente la pesca e, furente, si diresse con la barca verso un isolotto, dove lasciò McLeish solo. Tornò a riprenderlo solo dopo alcune ore.  

 

BEPPE FENOGLIO

 

Lo scrittore, costretto a lavorare, trovò impiego presso un’azienda vinicola come corrispondente con l’estero. Vedendolo sempre intento a scrivere, molti si meravigliarono per il suo zelo nel lavoro. In realtà Fenoglio si dedicava alla sua attività letteraria, utilizzando per i suoi manoscritti il retro dei fogli intestati della ditta.

 

LUIGI PIRANDELLO

 

La sua opera teatrale più famosa, Sei personaggi in cerca d'autore, inizialmente non piacque alla critica, ma neanche al pubblico. Senza scoraggiarsi, Pirandello continuò a replicare lo spettacolo, a cui diede un titolo provvisorio: Sei personaggi in cerca di pubblico.

 

Negli anni Trenta la direzione artistica del Teatro del Casinò di Sanremo fu affidata a Luigi Pirandello.

JAMES JOYCE

 

Stephen King riferì che un amico, andato a trovarlo, lo vide disperato accanto allo scrittoio. Gli chiese quante parole fosse riuscito a scrivere. "Sette", disse James. L'amico si felicitò con lui, ma lo scrittore rispose di non sapere in che ordine andassero messe.

 

 

Il 16 giugno 1904 è la data dell'inizio della relazione amorosa di Joyce e Nora. "Il giorno di Bloom" è la data in cui lo scrittore ambientò gli avvenimenti del suo capolavoro Ulisse che si svolgono tutti nell’arco di una sola giornata. Oggi il Bloomsday è divenuto festa nazionale in Irlanda, una ricorrenza letteraria volta a omaggiare l’opera di James Joyce.

 

James Joyce scriveva alla sua fidanzata Nora, che poi divenne sue moglie, lettere passionali ed erotiche. 

GIUSEPPE UNGARETTI

 

Nel 1926 Giuseppe Ungaretti, a causa di una polemica su questioni letterarie, sfidò a duello lo scrittore Massimo Bontempelli. Luigi Pirandello mise a disposizione la sua casa. Si trattò di un duello al "primo" sangue, che si concluse con  il ferimento di Ungaretti all'avambraccio.