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Aneddoti sui musicisti 2

Clavicembalo
Clavicembalo

CHOPIN

 

1. Un ricco calzolaio lo invitò a cena e insistette per farlo suonare al pianoforte, anche se l'altro si schermiva, dicendo: Almeno per farmi vedere come si fa. Chopin dovette suonare.

Dopo pochi giorni ricambiò l'invito. Dopo cena fece portare tutti gli attrezzi del calzolaio e pregò l'ospite di fargli una scarpa. Al rifiuto del calzolaio, insistette: Siate gentile! Tanto per farmi vedere come si fa.

 

2. Chopin soffrì molto per la rottura con George Sand. Un amico gli riferì che la scrittrice stava iniziando a scrivere le sue Memorie. "Impossibile!", esclamò. "Per tutta la vita quella donna non ha fatto altro che dimenticare".

 

MOZART

 

Quando aveva soltanto otto anni, alcuni membri della Royal Society lo sottoposero ad alcuni test per verificare se colui che suonava il piano in modo divido fosse davvero un bambino o di un adulto affetto da nanismo. Mozart fugò ogni dubbio quando, durante un'esecuzione, fu distratto da un gatto che attraversava la stanza.

 

Nel 1770 il quattordicenne Mozart, in visita a Roma nel periodo pasquale, ebbe modo di ascoltare l'esecuzione del celebre Miserere di Gregorio Allegri. Lo spartito era proprietà esclusiva della Schola cantorum della Cappella Sistina ed era severamente proibito leggerlo o copiarlo, pena la scomunica. L'esecuzione avvenne a luci spente. Il giovane Mozart, dopo averlo ascoltato una sola volta, lo trascrisse a memoria, perfettamente. 

 

Un giorno Mozart portò a Haydn uno spartito impossibile per pianoforte. Il vecchio Haydn, sorridendo, cominciò a suonarlo. Mentre le due mani erano all'estremità della tastiera, bisognava suonare una nota che stava proprio in mezzo alla tastiera, per cui Haydn si interruppe e consegnò lo spartito a Mozart, il quale iniziò a suonarlo e, arrivato al punto critico, abbassò la testa e suonò il tasto con la punta del naso!

 

Il giovane Mozart,  durante uno dei suoi concerti alla corte dell' imperatrice Maria Teresa d'Austria, rese omaggio ad una graziosa damina presente a corte, chiedendola in moglie. Non sapeva che si trattasse di Maria Antonietta, la figlia dell'imperatrice e futura regina di Francia.

 

Alla prima del Don Giovanni, l'imperatore convocò Mozart nel suo palco per congratularsi con lui ma, non sapendo precisamente come complimentarsi con un musicista, gli disse: "Quante note" e Mozart, di rimando: "Sì, ma nemmeno una di troppo". 

 

HAYDN

 

1. Pare che la celebre sinfonia di Haydn Il miracolo sia stata chiamata così perché, in occasione dell'esecuzione, si era sparsa la voce che in teatro fosse arrivato l’imperatore Francesco Giuseppe, per cui tutti si precipitarono fuori dalla sala per incontrarlo; pochi istanti dopo, un enorme lampadario si staccò dal soffitto precipitando in platea senza danni perché la sala era vuota.

 

2. Una mattina Haydn, mentre si stava radendo con un rasoio scadente, arrabbiato esclamò: Darei il mio miglior quartetto per un buon rasoio! In quel momento entrò in casa sua l'editore londinese John Bland, il quale andò a recuperare il suo rasoio di acciaio inglese e glielo portò. Il compositore ci rise sopra e onorò la promessa. Il quartetto op. 55 n. 2 è perciò conosciuto col soprannome Il rasoio.

 

3. La celebre cantante Elisabetta Billington si era fatta fare il ritratto dal pittore Reynolds, che la rappresentò  nelle vesti di Santa Cecilia alza gli occhi al cielo per ascoltare un coro d’angeli. La cantante volle sentire il parere del suo amico Haydn, il quale disse che il pittore aveva sbagliato: non doveva dipingere la cantante mentre ascoltava gli angeli, ma dovevano essere gli angeli ad ascoltare lei.

HAENDEL

 

1. Il musicista Haendel, noto luterano, si esibì davanti al papa suonando alcuni suoi pezzi al clavicembalo e stupì tutto l'uditorio con la sua mirabile esecuzione, al punto che si pensò che fosse in combutta col diavolo. Poiché Haendel suonava col suo cappello sottobraccio, si pensò che fosse il cappello a fornirgli una capacità soprannaturale. Appena Haendel seppe ciò che si mormorava tra i presenti, lasciò cadere il cappello e suonò ancor meglio di prima.  

 

2. Haendel, oltre che grande compositore era anche un grande peccatore di gola. Un giorno entrò in una trattoria londinese. Entrò nel locale e ordinò una colazione per tre. Siccome il cameriere, non vedendo arrivare gli altri due commensali, tardava a servirlo, Haendel brontolò: Si sbrighi, mi porti da mangiare.
Non aspettiamo gli altri due? - chiese il cameriere. E il musicista: Non si preoccupi, gli altri due sono io.

 

3. Un giorno fu invitato in casa di un lord inglese che, sapendo quanto amasse il buon vino, gliene fece assaggiare uno eccellente, definendolo meritevole di un Oratorio del musicista. Gli chiese se era di suo gusto; in alternativa, gliene avrebbe fatto provare qualcun altro.  Haydn rispose: Portateli tutti, non c'è oratorio senza coro.

4. Il grande musicista tedesco Haendel, mentre dirigeva la prova del suo Te Deum, esclamò: - Attenti, signori! Chi commette uno sbaglio è un miserabile. Mentre dirigeva, fu talmente esaltato dalla bellezza della sua musica da dimenticare di battere il tempo. Qualcuno lo avvertì ed egli. alla fine del Te Deum. gridò: - Signori, il miserabile sono io!

GIUSEPPE VERDI

 

Nell'Ottocento i patrioti, per esaltare il re, scrivevano sulle mura delle città Viva VERDI (il nome di VERDI è costituito dalle iniziali di Vittorio Emanuele Re D'Italia).   

LISZT

 

Fu un grandissimo compositore, ma nelle sue esecuzioni manometteva la musica altrui.

 

 Liszt senti per la prima volta Paganini nel 1831 e ne rimase folgorato. Provò subito a trasferire al pianoforte gli stessi effetti che Paganini otteneva con il violino. Gli Studi di Paganini sono uno sbalorditivo equivalente pianistico dei brani originali per violino, ma nessuno, tranne Liszt, riusciva a suonarli. Il pubblico li apprezzò proprio come apprezzava le sonate di Paganini.

 

Nei suoi giri in Europa, i concerti di Liszt furono una serie di trionfi. Soprattutto le donne ne erano attratte; alcune svenivano.

 

Quando Liszt entrava in palcoscenico, osservava con calma il pubblico e poi si toglieva lentamente i guanti, lasciandoli cadere sul palcoscenico. Come riferisce Heine, molte donne si accapigliavano per appropriarsi dei suoi guanti.

 

Fino all'ultimo anno della sua vita, si mosse tra i re come un re.  Egli era Liszt, unico nel suo genere, e i re dovevano inchinarsi alla sua volontà. Invecchiando, si comportò proprio come un sovrano e pretese di essere trattato come tale. 

PAGANINI

 

Alla fine di un suo concerto a Torino Carlo Felice di Savoia gli chiese di fare un bis. Paganini rispose: "Paganini non ripete".

Carlo Felice annullò tutti i successivi concerti del violinista.

 

 

A vent’anni, Paganini si presentò a un concerto senza violino, che gli fu subito prestato. Riuscì a incantare il pubblico e, quando volle restituire il violino a colui che glielo aveva prestato, questi gli disse di tenerlo, perché, dopo di lui, nessun altro sarebbe stato degno di toccarlo.

TARTINI

Il compositore e violinista Giuseppe Tartini un giorno sognò di aver venduto la propria anima al diavolo, il quale in cambio gli fece sentire una meravigliosa sonata inedita. Appena sveglio, Tartini si sforzò di trascrivere quanto più fedelmente possibile la sonata, a cui diede il titolo "Il trillo del diavolo".

VINCENZO BELLINI

Il famoso compositore Vincenzo Bellini era talmente superstizioso che, per allontanare il malocchio, nelle grandi occasioni indossava una spilla di cristallo di rocca e due cornetti di corniola neri.

CARUSO

 

Il tenore Enrico Caruso (1873-1921) comprò una casa e la fece restaurare. Durante i lavori, si esercitava cantando arie e canzoni.  Il mastro muratore gli riferì' che, se avesse continuato a cantare, la casa non sarebbe mai stata ultimata perché i muratori, affascinati dalla sua voce, smettevano di lavorare.

MARIA CALLAS

 

Il grande soprano Maria Callas, essendo miope, una sera in teatro si chinò per raccogliere un mazzo di ravanelli, lanciatole da uno spettatore scontento. Credendo che fossero fiori, lo mostrò al pubblico, facendo una figuraccia

VIVALDI

 

Il conte Orloff racconta che una volta Vivaldi, mentre diceva messa, ebbe in mente un tema di fuga. Lasciò allora l'altare e corse in sacrestia per scrivere il suo tema; poi tornò a officiare, come se nulla fosse accaduto. Fu denunciato all'Inquisizione, che si limitò a proibirgli di dire Messa da allora in poi. Questo interessante aneddoto è probabilmente falso; un anno dopo la sua ordinazione sacerdotale, Vivaldi era stato dispensato dal celebrare messa per motivi di salute perché soffriva di asma bronchiale.

WAGNER

 

1. Una sera Schumann e Wagner si incontrarono in un salotto e rimasero a lungo insieme.  Wagner, come al solito, sommerse il suo interlocutore con la sua logorroicità.
Alla fine della serata Wagner commentò: Schumann è un compositore interessante, ma come persona è insopportabile. Sono stato tutta la sera a parlare e lui non ha detto una parola.

 

2. Wagner confessò che, mentre componeva il Lohengrin, dovette combattere per dimenticare il Guglielmo Tell di Rossini, che gli si era impresso tenacemente nella memoria. Temeva che potessero venirlo a sapere i suoi ammiratori.