Storia della pedagogia antica

L'educazione nell'antica Grecia

L’EDUCAZIONE GRECA

 

Le regole della logica, la nascita della filosofia, il modello fondamentale della democrazia, l'arte come bellezza, tutti i nostri modelli di pensiero, derivano dall’antica Grecia, la vera madre della cultura di tutti i popoli del Mediterraneo.

Secondo gli antichi Greci la formazione educativa deve essere rivolta a ogni individuo, inteso come membro della comunità e come cittadino della polis. 

I Greci sostenevano che esiste una stretta relazione e interdipendenza tra l’educazione, la filosofia, le arti e la vita sociale di  fanciullo ( “paidèia” deriva da pais= fanciullo). Le prime scuole nacquero per insegnare le lettere e le arti secondo un modello educativo, perché le attività educanti dovevano essere guidate da norme finalizzate al raggiungimento della formazione e dei suoi obiettivi.

L'educazione nella Grecia arcaica

 

L’educazione dei giovani nella Grecia arcaica (periodo tra  l’VIII e il VI sec. a.C.) partiva da un filo conduttore: l’aretè  aristocratica del guerriero, basata sulla virtù, sull’onore, sulla fedeltà nel proprio ideale, sul valore aristocratico e cavalleresco.

Possiamo individuare facilmente questi princìpi nei due poemi omerici dell’Iliade e dell’Odissea, i cui eventi possono essere collocati idealmente tra l'VIII e  il VII sec. a.C.

I giovani della Grecia arcaica  studiavano le gesta di Achille (l’eroe dell’Iliade) e di Telemaco, figlio di Ulisse (Odissea).  in quanto L'ideale educativo, nei poemi omerici, è quello del guerriero, dell’eroe appartenente alla classe nobiliare, la cui vita è finalizzata a inseguire l’aretè. cioè i valori guerrieri e la virtù intese come capacità superiori.

Nell’Odissea, in cui è rappresentata una società più evoluta, apprezziamo il grande risalto offerto alle figure femminili; torna anche qui la formazione del giovane aristocratico, impersonato da Telemaco, figlio di Ulisse. I primi quattro volumi dell’Odissea costituiscono un romanzo pedagogico, la Telemachia, che narra le vicende del giovane Telemaco guidato dal maestro Mèntore, che lo conduce alla fama insegnandogli come agire e parlare in pubblico con saggezza e un abile uso dell’eloquenza (arte del ben parlare per persuadere). Telemaco si ispira ai modelli di comportamento del padre e degli eroi e, per completare il proprio percorso formativo, dovrà affrontare un viaggio per conoscere altri popoli e costumi.

 

L'educazione nella Grecia classica

 

Nella Grecia dell’età classica l’istruzione era una questione essenzialmente privata. Soltanto le classi egemoni  potevano permettersi di offrire un’educazione ai propri figli, ricorrendo a maestri privati.

Non era prevista alcuna forma di istruzione pubblica. L’educazione non mirava semplicemente ad un bagaglio di competenze e conoscenze di base, ma all’adesione ai valori della polis. L’uomo greco appare unico nella sua globalità, polivalente ma omogeneo, portatore dei valori universali della grecità, che inglobava l’aspetto politico, l’aspetto pedagogico e quello conoscitivo. 

 

Il cittadino greco classico deve ricercare  continuamente l’affermazione di sé, la gloria e l’onore, ma anche la vita nella polis. 

Verso l’VIII a.C. nascono in Grecia le pòlis, cioè le città-stato, che costituiscono l’equilibrio dei poteri, il centro della vita politica, culturale e religiosa. In esse l’ideale collettivo si sostituisce all’ideale individuale eroico del mondo omerico: la polis diventa   il nuovo ambito entro cui si svolgono tutte le attività umane.

 

Educazione spartana

 

L’ordinamento spartano era un modello di vita principalmente militaresco, creato sui princìpi di austerità e dura disciplina, in cui l’obiettivo principale era quello di avere dei cittadini-soldato che potessero in ogni momento difendere coraggiosamente e validamente lo Stato in modo da garantire la potenza spartana, comandata da un’oligarchia.

 

Le donne spartane facevano dormire  i loro bambini al buio per abituarli a non aver paura; quando il figlio partiva per la guerra gli consegnavano lo scudo dicendogli: tornerai con questo o sopra di questo e quando lo vedevano tornare morto analizzavano le sue ferite per vedere se erano inflitte sul dorso o sulla schiena perché, in questo caso, significava che il loro figlio era morto scappando, da codardo, e questo era ovviamente motivo di grande vergogna.

 

Un bimbo sano e robusto veniva allevato fino all’età di sette anni, ma spesso questo compito non era affidato ai genitori affinché facessero mancare a questo bimbo anche quelle affettività che derivavano naturalmente dal rapporto filiale. Le madri dovevano educare i figli secondo i valori dello Stato in modo da avere continuità tra l’educazione familiare e quella pubblica che avrebbe sostituito la famiglia dopo i sette anni di vita del bambino.  L’ideale educativo spartano era principalmente l’interesse dello stato e della collettività.

Tra gli aspetti positivi dell'educazione spartana ci sono il superamento dell’individualismo: la visione della collettività, che attualmente può venire definita educazione alla socializzazione, dimostra che è possibile raggiungere molti obiettivi se tutti gli sforzi convergono verso un unico fine.

Gli aspetti negativi: considerare l'educazione solo come addestramento; ridurre l’educazione fisica solamente alla costruzione di soldati pronti a consacrarsi per la patria (uomini) o per produrre figli di razza perfetta (donne); la mancata istruzione delle arti e delle lettere, per cui gli spartani non ricevevano un'educazione completa, come quella ateniese, che era fisica, spirituale e intellettuale; educazione rigida, statale, comunitaria, in cui non vi era sufficiente attenzione al singolo individuo. 

Atene e Sparta

Educazione ad Atene

 

Mentre a Sparta l’ideale educativo è quello dello stato militare, in Atene l’educazione è finalizzata alla formazione civile e perfezione fisica e morale del cittadino (aretè). 

In Atene, l’educazione ha il fine di formare il cittadino alla democrazia, nuova forma di potere collettivo e regolatore della polìs.

Venivano insegnate le discipline in grado di fornire il giusto equilibrio tra la mente e il corpo. Era un modello di educazione integrale del cittadino, fondamentale per la vita politica e la partecipazione attiva alla vita della città.

L'ideale educativo mirava a formare l’armonico sviluppo del corpo e la prestanza fisica, oltre a fondamentali qualità morali e spirituali (kalokagathìa = bello e buono). L’eroe era considerato un guerriero valoroso, leale e coraggioso, saggio e disciplinato, eloquente e buon pensatore.

L'aspetto negativo dell’educazione ateniese consiste nella mancata stimolazione dello spirito collettivo a favore di un individualismo spinto all'eccesso.

L'educazione ateniese, comunque, costituisce il fondamento della cultura occidentale, che comprende lo studio della filosofia, dell'arte e della letteratura.

 

CONFRONTO TRA L’EDUCAZIONE SPARTANA E ATENIESE

 

Nonostante le discipline d'insegnamento fossero praticamente le stesse (lettura, scrittura, ginnastica), le due città fornivano un diverso modello educativo perché le finalità della formazione erano profondamente diverse: nella società spartana prevaleva il principio esasperato della comunità e l'amor patrio; nella società ateniese il fine era di formare l’uomo inteso come cittadino e protagonista della vita pubblica e politica, ma anche come persona dotata di creatività e cultura. L’ateniese dell’età classica doveva essere bello e buono moralmente buono e fisicamente bello, attraverso l’educazione del carattere e del corpo. Anche nell’educazione ateniese vi è dunque la cura del corpo e l’allenamento, ma mentre nella cultura spartana questa è finalizzata alla preparazione del guerriero, nella cultura ateniese il fisico allenato serve a completare l’integralità e l’equilibrio  dell’ateniese per il suo ruolo pubblico.