Modi di dire 1

A bizzeffe - Si richiama all'usanza romana di concedere la grazia al supplicante con la formula a bis fiat, ma la concessione della grazia in forma piena era data a bis fiat fiat, che in forma contratta diventata a bis ff , ossia a bis effe.

 

A tavola non si invecchia - La possibile origine di questo detto forse deriva da una data storica: il 15 Marzo del 493 veniva assassinato a Ravenna, durante un banchetto, Odoacre (433-493), Re degli Eruli.

 

A  ufo (es. mangiare pane a ufo) - Deriva dalla sigla Auf (ad usum fabricae operis) posta sul materiale edilizio destinato alla fabbrica di San Pietro, per il quale, dunque, non era dovuto il dazio. 

 

A vanvera - Probabilmente deriva da bambàra, gioco di carte di origine spagnola.  Secondo alcuni, vanvera si riferisce alla fanfara, con spostamento dell’accento (anche fanfarone).

Non si esclude un riferimento all’uso, diffuso tra gli aristocratici, di usare una piritera (vanvera) per evitare flatulenze e rumori intestinali.

 

Abbassare la cresta - E' il comportamento tipico del gallo quando perde nel confronto con l'avversario. Dal mondo contadino e animale è derivato questo modo di dire, che indica la necessità di abbassare le proprie pretese e adattarsi alla situazione.

 

Acqua in bocca (=fare silenzio, non riferire un segreto). L'origine di questo modo di dire deriva dal rimedio proposto da un confessore a una donna pettegola e chiacchierona, che non riusciva a mantenere i segreti: le consigliò di riempirsi d'acqua la bocca ogni volta che voleva rivelare qualcosa.

 

Acquolina in bocca - Si riferisce alla salivazione che si verifica alla vista di un cibo particolarmente gradito, collegandolo con esperienze precedenti. Nasce dall'esperimento di Pavlov sul riflesso condizionato.

 

Ai posteri l'ardua sentenza - è un modo di dire utilizzato quando è difficile pronunziarsi su un evento. Fu ALESSANDRO MANZONI a scrivere "ai posteri l'ardua sentenza" nell'ode Il 5 maggio.

 

Ai tempi in cui Berta filava - Questo modo di dire, che indica il Medioevo, l'antichità, si riferisce a Berta, moglie di Pipino il breve e madre di Carlo Magno, patrona delle filatrici.

 

Al di là del bene e del male - Significa al di fuori delle convenzioni e dei giudizi morali. Si richiama all'omonima opera di Friedrich Nietzsche.

 

Alla chetichella - Significa andarsene in silenzio, di nascosto e deriva da cheto (=quieto, tranquillo, silenzioso).

 

Alle calende greche (ossia mai) -  Mentre i Romani denominavano calende i primi giorni del mese, i Greci non avevano calende; perciò è nato questo modo di dire, con cui si indica un evento che non avverrà mai.

 

Allevare una serpe in seno (Aiutare qualcuno che in seguito potrebbe rivelarsi pericoloso). Deriva da una favola di Fedro, nella quale si parla di un contadino che salvò una serpe da morte certa e ne fu poi morso mortalmente.

 

Andare a Canossa - Questo modo di dire, che indica una grave, ma necessaria umiliazione, ha un'origine storica. Nella lotta per le investiture Enrico IV fu costretto a chiedere perdono a papa Gregorio VII, recandosi presso la contessa Matilde di Canossa, che aveva ospitato il pontefice. In quell'inverno rigido il re, scalzo e seminudo, dovette aspettare tre giorni e tre notti prima di essere ricevuto dal papa e perdonato.

 

Andare a Patrasso - Modo di dire che significa andare a scatafascio. Deriva dalla locuzione latina ire ad Patres (andare ai Padri), usata in modo scherzoso..

 

Andar per la maggiore (essere in voga). Nella Firenze medievale tale frase indicava l’essere iscritto ad una delle arti maggiori.

 

A tutta birra , ossia a gran velocità, è un modo di dire di origine francese. Deriva infatti dall'espressione popolare a toute bride, ossia a briglia sciolta, tradotta e interpretata nel modo che è giunto fino a noi.

 

Avere il bernoccolo per la matematica, per il disegno, per la musica ... - Questo modo di dire ha un'origine pseudoscientifica. Un medico tedesco settecentesco, Franz Joseph Gall, fondatore della frenologia, sostenne che diverse funzioni psichiche e, in particolare, le attitudini, dipendevano da differenti conformazioni craniche; studiando le protuberanze e il contorno del cranio era possibile analizzare le diverse caratteristiche delle personalità. Gall collezionava diversi crani umani su cui conduceva le sue ricerche e misurazioni. La frenologia ebbe successo per almeno un secolo e soltanto alla fine dell'Otttocento ne fu dimostrata l'infondatezza.

 

Avere l'argento vivo addosso - Deriva dalle caratteristiche del mercurio, dal colore simile a quello dell'argento, che, allo stato liquido a temperatura ambiente, si muove all'impazzata.

 

Avere le corna - Questo modo di dire deriva dal mondo animale. I cervidi, durante la stagione degli amori, sviluppano grossi palchi di corna, che li rendono vistosi anche in lontananza e particolarmente appetibili dalle femmine, le quali scelgono il maschio con le corna più vistose.

 

Avere un asso nella manica - Si riferisce all'usanza dei bari di nascondere nella manica, per tirarla fuori al momento opportuno, la carta di valore più alto, ossia l'asso.

  

Avere sangue blu nelle vene - Questa locuzione, nata nell'Ottocento, deriva dal fatto che i membri delle famiglie regnanti inglesi fossero affetti da emofilìa, caratterizzata da una notevole riduzione della capacità di coagulazione, per cui le vene sono molto scure (blu). Ne era affetta la regina Vittoria.

 

Battere cassa - Significa chiedere denaro. Risale ad epoche in cui non esisteva la carta moneta: per sapere se c'era denaro in cassa, bastava batterla (scuoterla): se non suonava, significava che era vuota. Suonava soltanto se c'era denaro.

 

Capro espiatorio - Indica la persona accusata ingiustamente di aver commesso ingiustizie e atti criminosi. Ha un'origine biblica e si riferisce all'usanza di invocare Dio sacrificandogli un ovino (un capro).

 

Cercare col lanternino - Questo modo di dire, che si riferisce al filosofo Diogene, il quale girava per il villaggio con una lanterna, dichiarando di cercare l'uomo.

 

Chi ha fatto trenta può fare trentuno - Espressione nata quando papa Leone X, che aveva deciso di nominare trenta nuovi cardinali, si accorse di aver dimenticato di nominare un degnissimo prelato. A qualcuno che gli chiese come mai ne avesse nominati proprio trentuno, il pontefice rispose: Chi ha fatto trenta può fare trentuno.

 

Ci vorrebbe il pozzo di San Patrizio (= si vorrebbero soddisfare i desideri). Deriva dal fatto che un tempo si credeva che nel pozzo di San Patrizio di Orvieto vi fosse sempre acqua in abbondanza a causa della sua profondità inimmaginabile.

 

Color giallo Isabella - Si tratta di una particolare tonalità di giallo-rossiccio. Secondo la tradizione, la voce deriverebbe da Isabella d'Austria, che avrebbe fatto voto di non cambiarsi la camicia durante l'assedio di Ostenda fino alla vittoria del marito, l'arciduca Alberto d'Austria. Poiché Ostenda resistette più del previsto, la battaglia durò ben tre anni e l'arciduca poté tornare vincitore solo tre anni più tardi: nel frattempo, la camicia di Isabella aveva assunto un colore giallastro che da lei prese il nome.

 

Combattere con i mulini a vento - Questo modo di dire, che significa condurre una battaglia inutile, si richiama ad un notissimo personaggio letterario, Don Chisciotte, protagonista dell'omonima opera di Miguel de Cervantes.

 

Cosa fatta capo ha - Questo diffuso modo di dire riprende alcuni versi della Divina Commedia. Un dannato del cerchio dei seminatori di discordie, Mosca Lamberti, gridò a Dante (Inferno, canto XXVIII) “Ricordera’ ti anche del Mosca, che disse, lasso!, ’Capo ha cosa fatta’, che fu mal seme per la gente tosca”. Mosca Lamberti aveva condannato a morte il giovane Buondelmonte che aveva abbandonato la promessa sposa a favore di un'altra fanciulla della famiglia Donati. Ciò diede il via ad una spirale di violenza tra le opposte fazioni. Nell'Inferno Mosca è punito con la mutilazione di entrambe le mani. Questa locuzione significa che ciò che è stato fatto non può essere disfatto e che non si torna mai indietro.

 

Croce di Sant'Andrea (Croce a X) – Deriva da Sant'Andrea, fratello di San Pietro, che morì crocefisso a Patrasso su una croce a forma di X.

 

Dare i numeri (nel senso di sragionare o strafare) deriva dal gioco del lotto e, in particolare, dalla Smorfia napoletana, che fa corrispondere arbitrariamente ad ogni numero una figura (ad esempio 90=la paura; 47=morto che parla). 

 

Dare un colpo al cerchio e uno alla botte - Gli antichi bottai, per costruire le botti, colpivano col martello delle doghe (= assi di legno) riscaldate, dando un colpo alla doga e uno al cerchio.

 

Darsi all'ippica - Deriva da un evento storico: il gerarca fascista Achille Starace arrivò ad un convegno di medicina con un'ora di ritardo. Si giustificò dicendo: Fate ginnastica e non medicina. Abbandonate i libri e datevi all'ippica.

 

Di punto in bianco - Questo modo di dire, nato in campo militare, si riferisce al tiro delle artiglierie che, all’improvviso, sparavano direttamente senza elevazione e con il congegno di puntamento in bianco, cioè che non segnava nessun valor

Differire per uno iota - Ario rifiutava il dogma della Trinità, che egli formulava come homoiousion (da homoi, «simile», e ousia, «sostanza»), differiva per uno iota da quella ufficiale della Chiesa era homoousion, «consustanziale» (da homo, «stessa», e ousia, «sostanza»). Dalla disputa che ne derivò nacque l'espressione « differire per uno iota »

 

Dormire sugli allori - Si riferisce all'antica usanza di coronare i vincitori e i poeti con corone di alloro.

 

È un altro paio di maniche - L'espressione si diffuse nell'età medievale e rinascimentale, quando, per necessità pratiche, o  per esigenza decorativa, i vestiti erano corredati di maniche di ricambio ed era possibile scegliere, ogni volta, quali maniche abbinare al vestito indossato. Le maniche erano spesso realizzate con tessuti preziosi e le dame, nei tornei, se le staccavano e le donavano ai cavalieri vincitori. Le maniche venivano scambiate come dono tra innamorati. Da qui l'origine della parola mancia (da manche, che in francese significa manica). 

 

Essere al settimo cielo - Essere al  culmine della felicità. Questo modo di dire deriva dalla concezione aristotelico-tolemaica, a cui fa riferimento anche Dante Alighieri, secondo la quale la Terra, ferma al centro dell'universo, era circondata da sette cieli concentrici.

 

Essere al verde - Secondo un'usanza medievale, nelle aste pubbliche all'inizio si accendeva una candela di sego tinta di verde nella parte terminale, per cui, quando si arrivava al verde, l'asta aveva termina.

Secondo un'interpretazione più recente, questo modo di dire è nato nelle case da gioco, dove il giocatore che, all'inizio della giocata ha a disposizione tante fiches che gli ricoprono il tavolo, quando ha perso tutto è al verde, non vedendo davanti a sé altro che il tavolo verde.

 

Essere come il Franceschiello - Significa organizzare riunioni piene di aspettative, ma incapaci di produrre risultati. Si riferisce al Vicerè Francesco di Napoli, detto Franceschiello che, in battaglia, collezionava più sconfitte che vittorie.

 

Essere in bolletta - Essere in difficoltà economiche. La bolletta era la polizza rilasciata dal Monte di Pietà. 

 

Essere in auge - Termine astronomico, deriva dall'arabo aug, che indica la distanza massima di un punto dalla terra e significa apice, altezza massima.

 

Essere in tredici a tavola porta sfortuna perché all'Ultima cena erano tredici i commensali: Gesù e i dodici apostoli; Giuda, il tredicesimo,  lo tradì, condannandolo a morte.

  

Essere sosia di qualcuno – Il sosia è una persona che viene scambiata per un’altra, a causa dell’elevata somiglianza. Deriva da una commedia di Plauto, Anfitrione. Giove, innamoratosi della bella Alcmena, assume le sembianze di suo marito Anfitrione. Per aiutarlo, Mercurio, assume le sembianze di Sosia, servo di Anfitrione.

 

Essere un anfitrioneAnfitrione è, per antonomasia, il padrone di casa generoso che accoglie generosamente gli ospiti. Anfitrione (vedi voce precedente), re di Tirinto, ospite generoso, sposò Alcmena, donna molto bella e fedele, della quale si era innamorato Zeus che, approfittando dell'assenza del marito, ne prese le sembianze infilandosi nel letto di Alcmena. Dalla relazione nacque Ercole.

 

Essere un pezzo da novanta - Questo modo di dire deriva dal gergo militare e si riferisce al calibro (novanta, appunto) del pezzo forte (ossia il cannone).

 

Essere una palla al piede - L'espressione, riferita a cosa o persona estremamente fastidiosa, deriva dalla palla di piombo legata al piede dei prigionieri per impedirne la fuga.

 

Essere sul letto di Procuste - Significa non essere liberi di pensare o di agire, sentirsi condizionati. La locuzione ha origine mitologica. Procuste era un brigante che aveva costruito un letto scavato nella roccia. Egli si appostava su un monte e costringeva i malcapitati passanti ad adattarsi alla lunghezza del letto: se erano troppo piccoli, ne stirava le membra fino a farle arrivare alla lunghezza del letto; se erano troppo lunghi, amputava la parte sporgente. Fu sconfitto da Teseo.

 

Far venire il latte alle ginocchia - Compiere un'azione lenta, lunga e noiosa. Questo modo di dire, di origine popolare, si riferisce all'attività dei mungitori, che dovevano sedersi su uno sgabello e spremere le mammelle della mucca, in attesa che il latte nel secchio arrivasse all'altezza del ginocchio.

 

Fare baccano - Dalle feste romane dette baccanali, in nome del dio Bacco (Dioniso per i greci), che erano delle vere e proprie orge. 

 

Fare bancarotta - Risale all'antica usanza di rompere il banco del mercato al commerciante che dichiarava fallimento.

Fare a scaricabarile - Deriva dall'antica consuetudine (in epoche in cui non vi erano i mezzi usati oggi dai ponpieri) di spegnere un incendio affidando ad alcune persone, equidistanti nel tragitto dal pozzo alla casa in fiamme, di porgere il barile colmo d'acqua all'altro e questi al successivo e così via. In questo modo nessuno era responsabile se l'incendio non veniva domato.

 

Fare come l'asino di Buridano - Significa essere talmente indeciso di fronte a due alternative valide, da farle diventare irrealizzabili. Si riferisce al famoso  paradosso attribuito al filosofo Giovanni Buridano, secondo il quale un asino, posto di fronte a due quantità perfettamente uguali di fieno, indeciso fra le due, si lascia morire di fame, essendo incapace di decidersi.

 

Fare fiasco - Deriva dall'antica arte di fabbricare il vetro. Quando il vetraio, soffiando sul composto rovente per farne un vaso cilindrico, otteneva un prodotto scadente, soffiava ancora per gonfiarlo al centro e poi lo ricopriva di paglia.

 

Fare il bastian contrario - (Bastian = diminutivo di Sebastiano e  contrario). Nel 1747 nella battaglia dell’Assietta  fu dato ordine all’esercito di ripiegare sulla seconda linea. Solo il conte di San Sebastiano disubbidì.

 

Fare il diavolo a quattro - Significa strepitare, fare confusione. Questo modo di dire deriva dalle rappresentazioni medievali che venivano denominate gran diavolerie, perché prevedevano la comparsa di quattro o più diavoli.

 

Fare le cose alla carlona (= fare tutto in modo approssimato e impreciso). Deriva dall'imperatore Carlo Magno, uomo semplice ed ignorante, che si affidava agli esperti in tutto.

 

Farsi infinocchiare significa farsi abbindolare senza rendersene conto. Questo modo di dire, di origine contadina, deriva dal fatto che il sapore intenso del finocchio riesce a modificare positivamente il gusto di cibi e bevande, I furbi contadini, dovendo vendere del vino scadente, offrivano ai compratori del finocchio da mangiare durante la degustazione.

 

In bocca al lupo è l'augurio che si fa a chi sta per affrontare una situazione impegnativa, ad esempio un esame. Colui che riceve l'augurio deve rispondere Crepi il lupo. Entrambi i modi di dire derivano dalla notissima fiaba di Cappuccetto rosso: essere in bocca al lupo indica un pericolo che, alla fine, viene superato; a tale scopo il lupo deve morire (crepi il lupo) per mano del cacciatore, che riesce infine a salvare Cappuccetto Rosso.