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La penna dell'uccello grifone

LA PENNA DELL’UCCELLO GRIFONE

C'era una volta un re che aveva una malattia agli occhi. Consultò una maga, la quale gli propose, come rimedio, la penna dell'uccello grifone, un animale rarissimo e pericoloso, perché divorava gli uomini. Il re chiese ai due figli di portargli una penna di quell’uccello, senza rischiare la vita.

I due fratelli partirono insieme, poi si separarono per cercare meglio, dandosi appuntamento l’anno successivo nello stesso posto. Il più giovane voleva bene a suo padre e desiderava che guarisse; il maggiore si augurava che morisse per ereditare il trono. Invece di cercare la penna dell'uccello, si fermò in una città, sperperò i soldi che aveva al gioco e con le donne e fu costretto a vendersi i cavalli.

Il più giovane camminò per giorni e notti, chiedendo in ogni paese notizie dell'uccello grifone, ma tutti lo commiseravano perché pensavano al pericolo al quale andava incontro. Incontrò la maga che aveva dato consigli al re suo padre; ella gli indicò una pianta altissima dove viveva il grifone e gli insegnò come prendergli la penna. Egli riuscì nel suo intento e prese la strada del ritorno.

Era ormai trascorso un anno ed egli pensava a suo fratello. Infine arrivò al luogo dell'incontro. Lo vide in lontananza e gli gridò: Ho trovato la penna dell'uccello grifone. Il fratello maggiore, mentendo, gli disse di aver speso tutto il denaro per pagare la gente perché lo aiutassero a trovare la penna. Il fratello minore lo rincuorò, dicendo che l’importante era portare al padre una penna per salvarlo.

Ma suo fratello lo uccise per impossessarsi della penna e lo seppellì in un prato d’erba. Tornò a casa e disse al re suo padre di aver trovato la penna, ma di non aver incontrato suo fratello. Il re guarì, ma era preoccupato per il figlio minore.

 

Tempo dopo, sul luogo della sepoltura, un pastorello trovò un osso con il quale costruì un flauto. Cominciò a suonarlo, ma per miracolo ne uscì una struggente melodia:

O pastore, o pastore

Tienimi stretto e non mi lasciare.

Per una penna d’uccello grifone

Mio fratello è stato un traditore.

Mi ha ucciso, mi ha lasciato,

nella fossa mi ha gettato..

Il pastorello mostrò a tutti il suo flauto meraviglioso. La cosa giunse all'orecchio del re che lo convocò a corte. Ne uscì questa melodia:

O padre mio, o padre mio

Tienimi stretto e non mi lasciare.

Per una penna d’uccello grifone

Mio fratello è stato un traditore.

Mi ha ucciso, mi ha lasciato,

nella fossa mi ha gettato.

Il re riconobbe la voce del figlio minore e subito sospettò del maggiore e lo obbligò a suonare il flauto. Questa volta le parole furono:

O fratello, o fratello

Tienimi stretto e non mi lasciare.

Per una penna d’uccello grifone

Tu, o fratello, sei stato un traditore.

Mi hai ucciso, mi hai lasciato,

nella fossa mi hai gettato.

Il re punì  il figlio maggiore e trascorse la sua vita a meditare sulla sua tragedia. Aveva riconquistato la salute, ma aveva perduto i suoi figli.