LE TRE MELARANCE (ABRUZZO)

 

C'era una volta una povera vedova che non riusciva a sfamare i suoi sette figli. Un giorno chiese al primogenito di cercarsi un lavoro per sfamarli. Il figlio cercò un lavoro ovunque, ma la sera rientrò deluso e a mani vuote.

 

Allora il più piccolo dei sette, Pinzampino pensò di tentare lui. La madre acconsentì, ma gli raccomandò di essere prudente e di tornare prima di sera.

 

Pinzampino si diresse verso la reggia fischiettando. Il re, sentendo l'allegro fischiettio, lo vide e gli chiese chi fosse. Pinzampino rispose che cercava lavoro e il re gli chiese di entrare al suo servizio.

 

Pinzampino accettò e si fece tanto benvolere dal re che questi lo preferiva agli altri due servi, i quali decisero di vendicarsi. Riferirono al re che Pinzampino dichiarava di essere a conoscenza di fatti misteriosi.

 

Il re aveva tre bellissime figlie che, per un influsso malefico, erano state trasformate da una strega in tre melarance, custodite da due feroci leoni. Il re non sperava più di riabbracciare le sue figlie. La regina ne era morta di dolore. Fece dunque chiamare Pinzampino e gli ordinò di mettersi in viaggio alla ricerca delle tre melarance.

 

Il povero ragazzo si mise in viaggio. Arrivò a una capanna solitaria dove abitava un vecchio eremita. Gli  raccontò la sua storia e gli chiese aiuto. L'eremita gli diede una fiasca d'acqua e gli disse di conservarla, percé gli sarebbe stata utile.

 

Pinzampino riprese la via della foresta ed arrivò alla capanna di un altro eremita, il quale, sentita la sua  storia, gli diede una saponettta, promettendogli che gli sarebbe stata utile.

 

Pinzampino ringraziò l’eremita e riprese il cammino. Infine arrivò a una capanna in cui viveva un terzo eremita. Questi gli disse che conosceva la sua storia e gli indicò il luogo in cui erano custodite le tre melarance.

 

Gli spiegò che doveva aspettare che i leoni aprivano gli occhi per dormire e gli chiudevano quando erano svegli, perciò doveva aspettare che avessero gli occhi bene aperti per entrare nel giardino e cogliere i tre pomi. Gli donò un chiodo, che gli sarebbe stato assai utile.

 

Pinzampino riprese il cammino nel bosco e giunse finalmente alla meta. Vide in un giardino un alberello da cui pendevano tre pomi rotondi grandissimi, color d'oro. Aspettò che i due leoni aprissero gli occhi, si avvicinò, colse i tre pomi e corse via.

 

Le tre melarance si trasformarono in tre stupende creature bionde. Tutti e quattro corsero via. Ma le due belve infuriate li inseguirono. Il giovane prese la fiasca del primo eremita e la tirò via. Dietro di loro si formò un vastissimo lago. I leoni dovettero fermarsi e loro corsero via. I leoni attraversarono il lago e li rincorsero.

 

Allora Pinzampino prese il sapone del secondo eremita e lo gettò dietro di sé: una montagna alta si elevò tra lui e i leoni.  Corsero via, ma le belve avevano scalato la montagna e li stavano raggiungendo. l giovane gettò il chiodo a terra e subito si formò una foresta tanto folta e intricata che le due belve furiose furono costrette a fermarsi.

 

I quattro giovani proseguirono il loro viaggio ed entrarono nella città tra gli applausi della popolazione, che accorreva da ogni parte.

 

Il re, felice, diede una festa che durò tre giorni e promise al giovane la mano della più giovane delle sue figlie e la corona del regno.

 

Una mattina la giovane sposa si affacciò alla finestra e vide nel giardino una vecchietta, la quale le disse di volerle pettinare i bei capelli. La principessa scese alla fontana. La vecchia, mentre la pettinava, le punse il capo con uno spillo.

 

La principessa in un attimo si trasformò in bianca colomba e volò via. La vecchia indossò le sue vesti, salì in camera e rimase in attesa.

 

A sera, il re e Pinzampino bussarono alla porta della principessa; con enorme sorpresa trovarono, al posto della splendida fanciulla, una vecchia orribile e disgustosa. Si rassegnarono, credendo che si sotto quelle odiose sembianze si celasse la principessa.

 

Dopo la cerimonia, inziò il banchetto. Da una finestra si affacciò una colomba bianca, che chiese notizie del re e della sua sposa.

 

I cuochi corsero dal giovane re e lo misero al corrente. Egli ordinò ai cuochi di catturare viva la colomba misteriosa. Quando il re la prese tra le mani, vide che sul capo aveva una punta di spillo. La tirò via e, tra la meraviglia di tutti, la bianca colomba si trasformò nella sua adorata sposa.

 

La vecchia, che era proprio la strega che aveva tramutato le tre sorelle nelle tre melarance, fu condannata a morte.

 

Gli sposi finalmente poterono vivere felici e contenti.