Alda Merini

Uno squisito anagramma della poetessa

Alda Merini = Rendimi ala.

ALDA MERINI - LE OSTERIE

A me piacciono gli anfratti bui

delle osterie dormienti,

dove la gente culmina nell'eccesso del canto,

a me piacciono le cose bestemmiate e leggere,

e i calici di vino profondi,

dove la mente esulta,

livello di magico pensiero.

Troppo sciocco è piangere sopra un amore perduto

malvissuto e scostante,

meglio l'acre vapore del vino

indenne,

meglio l'ubriacatura del genio,

meglio sì meglio

l'indagine sorda delle scorrevolezze di vite;

io amo le osterie

che parlano il linguaggio sottile

della lingua di Bacco

e poi nelle osterie

ci sta il nome di Charles

scritto a caratteri d'oro.

ALDA MERINI  Sono nata il ventuno a primavera

Sono nata il ventuno a primavera 

Sono nata il ventuno a primavera

ma non sapevo che nascere folle,

aprire le zolle

potesse scatenar tempesta.

Così Proserpina lieve

vede piovere sulle erbe,

sui grossi frumenti gentili

e piange sempre la sera.

Forse è la sua preghiera

MERINI - L'UMILE GIUNCHIGLIA

L'umile giunchiglia

Dimmi almeno

che oscura meraviglia

già ti prende di me,

che trovi bella

questa sommessa,

e umile giunchiglia

che già ti paragona

a una stella;

dimmi che me divina

e me presente

senti dentro

il tuo letto di piacere,

dimmi che un bacio

fuga dolcemente

tutte le smanie

e tutte le chimere.

ALDA MERINI - Una volta ti dissi

Una volta ti dissi:

non arrabbiarti, amore,

s’io son diversa.

Forse sono una colonna di fumo,

ma la legna che sotto di me arde

è legna dorata dei boschi,

e tu non hai voluto ascoltarmi.

Guardavi la mia pelle candida

con l’incredulità di un sacerdote,

e volevi affondarvi il coltello

e così la tua vittima è morta

sotto il peso della tua stoltezza,

o malaccorto amore.

Prendevo in giro l’ebrietà della forma

e sapevo che ero di lutto,

eppure il lutto mi doleva dentro

con la dolcezza di uno sparviero.

Quante volte fui scoperta e mangiata,

quante volte servii di pasto agli empi;

e anche tu adesso sei empio,

o mio corollario di amore.

Dov’è la tua religione

per la mia povera croce?