Poesie di Giovanni Boccaccio

GIOVANNI BOCCACCIO - Iscinta e scalza, con le trezze avvolte

 

Iscinta e scalza, con le trezze avvolte,
e d'uno scoglio in altro trapassando,
conche marine da quelli spiccando,
giva la donna mia con le altre molte.

E l'onde, quasi in sé tutte raccolte,
con picciol moto i bianchi piè bagnando,
innanzi si spingevan mormorando
e ritraènsi iterando le volte.

E se tal volta, forse di bagnarsi
temendo, i vestimenti in su tirava,
sì ch'io vedeo più della gamba schiuso,

oh, quali avria veduto allora farsi,
chi rimirato avesse dov'io stava,
gli occhi mia vaghi di mirar più suso!

GIOVANNI BOCCACCIO - Sulla poppa sedea d'una barchetta

Sulla poppa sedea d'una barchetta,
che 'l mar segando presta era tirata,
la donna mia con altre accompagnata,
cantando or una or l'altra canzonetta.

Or questo lito ed or quest'isoletta,
ed ora questa ed or quella brigata
di donne visitando, era mirata
qual discesa dal cielo un'angioletta.

Io, che seguendo lei vedeva farsi
da tutte parti incontro a rimirarla
gente, vedea come miracol nuovo.

Ogni spirito mio in me destarsi
sentiva, e con amor di commendarla
sazio non vedea mai il ben ch'io provo.

SANDRO BOTTICELLI - Simonetta Vespucci
SANDRO BOTTICELLI - Simonetta Vespucci

GIOVANNI BOCCACCIO

 

D'oro crespi capelli

 

D’oro crespi capelli e annodati
da sé e da verde frondi e bianchi fiori,
un angelico viso e due splendori
simili a stelle, e atti non usati
veder fra noi, vezzosi e riposati,
e un cantar di più gioiosi amori
soave e lieto ben tra mille fiori
del primo tempo, insieme radunati
in un giardino nato ad un bel fonte,
pos’Amore in amare alla mia mente
libera ancora, semplice e leggera.
Né pria, dal canto desto, alzò la fronte,
che tutte l’accerchiar subitamente
e presa a lui la dier, che vicin era.