Poesie sulla Resistenza e sulla liberazione italiana

APRILE 1945 di Dino Buzzati 

Ecco, la guerra è finita.

Si è fatto silenzio sull’Europa.

E sui mari intorno ricominciano di notte a navigare i lumi.

Dal letto dove sono disteso posso finalmente guardare le stelle.

Come siamo felici.

A metà del pranzo la mamma si è messa improvvisamente a piangere per la gioia,

nessuno era più capace di andare avanti a parlare.

Che da stasera la gente ricominci a essere buona?

Spari di gioia per le vie, finestre accese a sterminio,

tutti sono diventati pazzi, ridono, si abbracciano,

i più duri tipi dicono strane parole dimenticate.

Felicità su tutto il mondo è pace!

Infatti quante cose orribili passate per sempre.

Non udremo più misteriosi schianti nella notte

che gelano il sangue e al rombo ansimante dei motori

le case non saranno mai più così immobili e nere.

Non arriveranno più piccoli biglietti colorati con sentenze fatali,

Non più al davanzale per ore, mesi, anni, aspettando lui che ritorni.

Non più le Moire lanciate sul mondo a prendere uno

qua uno là senza preavviso, e sentirle perennemente nell’aria,

notte e dì, capricciose tiranne.

Non più, non più, ecco tutto;

Dio come siamo felici

(Tratto da "In quel preciso momento", Neri Pozza 1950

Lapide ad ignominia - Piero Calamandrei

 

Lo avrai

camerata Kesselring

il monumento che pretendi da noi italiani

ma con che pietra si costruirà

a deciderlo tocca a noi.

Non coi sassi affumicati

dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio

non colla terra dei cimiteri

dove i nostri compagni giovinetti

riposano in serenità

non colla neve inviolata delle montagne

che per due inverni ti sfidarono

non colla primavera di queste valli

che ti videro fuggire.

 

Ma soltanto col silenzio del torturati

più duro d’ogni macigno

soltanto con la roccia di questo patto

giurato fra uomini liberi

che volontari si adunarono

per dignità e non per odio

decisi a riscattare

la vergogna e il terrore del mondo.

Su queste strade se vorrai tornare

ai nostri posti ci ritroverai

morti e vivi collo stesso impegno

popolo serrato intorno al monumento

che si chiama

ora e sempre

RESISTENZA

25 aprile - Italo Calvino

 

Forse non farò

cose importanti,

ma la storia

è fatta di piccoli gesti anonimi,

forse domani morirò,

magari prima

di quel tedesco,

ma tutte le cose che farò

prima di morire

e la mia morte stessa

saranno pezzetti di storia,

e tutti i pensieri

che sto facendo adesso

influiscono

sulla mia storia di domani,

sulla storia di domani

del genere umano. 

 

25 Aprile - Alfonso Gatto

 

La chiusa angoscia delle notti, il pianto

delle mamme annerite sulla neve

accanto ai figli uccisi, l’ululato

nel vento, nelle tenebre, dei lupi

assediati con la propria strage,

la speranza che dentro ci svegliava

oltre l’orrore le parole udite

dalla bocca fermissima dei morti

“liberate l’Italia, Curiel vuole

essere avvolto nella sua bandiera”:

tutto quel giorno ruppe nella vita

con la piena del sangue, nell’azzurro

il rosso palpitò come una gola.

e fummo vivi, insorti con il taglio

ridente della bocca, pieni gli occhi

piena la mano nel suo pugno: il cuore

d’improvviso ci apparve in mezzo al petto.

Dalla raccolta  "Il capo sulla neve",  Poesie 1943-1947

 

Tu non sai le colline - Cesare Pavese

 

Tu non sai le colline

dove si è sparso il sangue.

Tutti quanti fuggimmo

tutti quanti gettammo

l'arma e il nome. Una donna

ci guardava fuggire.

Uno solo di noi

si fermò a pugno chiuso,

vide il cielo vuoto,

chinò il capo e morì

sotto il muro, tacendo.

Ora è un cencio di sangue

il suo nome. Una donna

ci aspetta alle colline.


Per i morti della resistenza - Giuseppe Ungaretti

 

Qui

vivono per sempre

gli occhi che furono chiusi alla luce

perché tutti

li avessero aperti

per sempre

alla luce.

 

Alle fronde dei salici - Salvatore Quasimodo

 

E come potevamo noi cantare

con il piede straniero sopra il cuore,

fra i morti abbandonati nelle piazze

sull’erba dura di ghiaccio, al lamento

d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero

della madre che andava incontro al figlio

crocifisso sul palo del telegrafo?

Alle fronde dei salici, per voto,

anche le nostre cetre erano appese,

oscillavano lievi al triste vento.

 

Non piangere - Giorgio Bassani

 

Non piangere

Non piangere, compagno,

se m'hai trovato qui steso.

Vedi , non ho più peso

in me di sangue. Mi lagno

di quest'ombra che mi sale

dal ventre pallido al cuore,

inaridito fiore

d'indifferenza mortale..