HERBERT SPENCER (1820 – 1903)

 

La legge dell'evoluzone

 

La legge dell’evoluzione diventa per Spencer una teoria generale della società, dalla realtà inanimata a quella vivente, dalla vita psichica a quella sociale, politica e morale. Egli spiega l’intera realtà secondo una legge unitaria che procede dall’omogeneo all’eterogeneo, dall’indefinito al definito, dall’incoerente al coerente. 

 

L’evoluzione procede attraverso un continuo processo di integrazione e disintegrazione. A seconda della prevalenza di un aspetto sull’altro, si ha lo sviluppo e la crescita dell’organismo, oppure il suo deperimento e la morte. Allo stesso modo negli organismi sociali si ha la tendenza all’aggregazione (stabilità) e l’opposta tendenza alla disgregazione (trasformazione) e alla distruzione di un organismo sociale. Altrettanto avviene per le diverse attività dell’uomo, per il linguaggio, le arti e la scienza.

 

L'Inconoscibile

La vita è una continua tendenza a realizzare un equilbrio tra evoluzione e dissoluzione. Per l’organismo la vita è una continua tendenza ad adattare le relazioni interne a quelle ambientali. L’intelligenza consiste nella ricerca di un equilibrio fra forze interne ed esterne, che sono più lontane nel tempo e nello spazio e sono rappresentate in forme simboliche. La conoscenza è relativa. Tutti gli agenti esterni sono conosciuti nei loro rapporti con noi, ma non in sé: a noi interessa soltanto una conoscenza collegata al nostro comportamento. La realtà in sé è inconoscibile: la struttura della coscienza dell’uomo d’oggi si spiega con l’evoluzione e l’ereditarietà.

 

Gli uomini hanno accumulato e trasmesso, mediante la storia e l’educazione, le relazioni tra concetti e simboli. In ogni uomo vi è un a priori conoscitivo individuale, che non vale per la specie umana: esso è una trasmissione di esperienze infinitamente maggiori e più ricche di quelle che può realizzare un singolo individuo. Ma la conoscenza non va mai oltre l’esperienza. La filosofia deve distinguere tra la coscienza definita, che è costituita da pensieri completi e completabili e la coscienza indefinita, che comprende pensieri non completabili.

 

La filosofia può promuovere una conciliazione tra religione e scienza: i loro conflitti nell’età moderna sono nati quando l’uomo ha confuso i loro campi.La religione è la scienza dell’incomprensibile; la scienza è la coscienza dei nostri limiti di fronte all’incomprensibile; la filosofia è conoscenza completamente unificata, perciò è superiore alla scienza.

 

La sociologia studia i comportamenti umani mediante il metodo comparativo. Nella morale vi sono regole di comportamento ereditate che costituiscono l’a priori individuale e sono destinate a maturare in direzione di una moralità spontanea e completa.Nella vita politica, sociale ed economica bisogna lasciar via libera alle leggi dell’evoluzione: ogni forma di intervento apparentemente è umanitario, ma in realtà impedisce l’emergere di atteggiamenti e tendenze nuove che permettono il progresso dell’umanità. E’ assurdo imporre a popoli diversi in contesti storici diversi, costituzioni fondate su principi astratti e generali, che non rispondono ai loro modi di vita e al loro grado di evoluzione. L’uomo ultimo adempirà spontaneamente alla sua funzione sociale realizzando la propria natura: sarà un uomo in cui e per cui coincideranno bisogni pubblici e bisogni privati.

 

JOHN STUART MILL (1806 – 1873)

L’induzione

 

Nel Sistema di logica deduttiva e induttiva Stuart Mill riprende l’empirismo inglese e polemizza contro le varie forme di filosofia e metafisica; critica le forme di ragionamento considerate la forma principale di ragionamento, come il sillogismo e il metodo deduttivo (applicazione di principi generali a casi singoli). Propone il metodo induttivo (dai casi particolari alla legge generale): non possono essere fondate verità universali, ma la generalizzazione dei casi particolari costituisce un momento di grande utilità nella ricerca è utile perché permette di non ripercorrere tutti i casi particolari. La legge di causazione universale è derivata dall’esperienza e consiste nel riconoscere l’invariabilità della successione di certi fatti di natura.

 

Stabilisce i 4 metodi fondamentali dell’induzione:

Metodo della concordanza: confrontare i diversi casi in cui si verifica un fenomeno. Se due o più casi hanno una sola circostanza in comune, essa è la causa del fenomeno dato.

Metodo della differenza: confrontare i casi in cui il fenomeno si verifica con quelli in cui non si verifica: la circostanza in cui differiscono è la causa o l’effetto del fenomeno o una parte di esso.

Metodo dei residui: sottrarre da un fenomeno l’effetto di certi antecedenti; il residuo sarà l’effetto di altri antecedenti.

Metodo delle variazioni concomitanti: ogni fenomeno che varia ogni volta che varia un altro fenomeno è la causa o l'effetto di esso o vi è connesso.

Le scienze morali

Mill elaborò la logica delle scienze morali per risolvere il tormentoso dilemma tra libertà e necessità. Le azioni dell’uomo dipendono dalle condizioni sia esterne che interne, tra cui la possibilità e il desiderio dell’uomo di modificare il proprio carattere e di influire sulle proprie azioni. Dalla psicologia deve prendere le mosse l’etologia, uno studio scientifico della natura umana e della vita morale, studiando i sentimenti e gli stati di coscienza. Non deve ridurre tutti i fatti della mente a fattori fisiologici, ma studiare le uniformità di successione degli stati mentali, di cui si possono individuare le leggi, tra cui quella dell’associazione tra impressioni ed idee. L’etologia corrisponde all’atto dell’educazione e alla formazione del carattere individuale e collettivo.

L’etologia può essere considerata una scienza esatta, anche se le sue leggi hanno solo valore ipotetico.

La scienza sociale studia tutti i fenomeni della società generati dalle circostanze esterne sulle masse, che sono innumerevoli e cambiano continuamente, perciò saranno poco prevedibili. Bisogna evitare il metodo chimico, cioè credere che la società diventi una specie di sostanza del tutto diversa dagli individui che la compongono, come pensano i politici, e il metodo geometrico, che adotta leggi deduttive rigide come, ad esempio, la dottrina del contratto sociale. Mill propone il metodo deduttivo concreto, che si ispira alle scienze fisiche complesse, come l’astronomia e considera tutte le cause che influenzano l’effetto e collega tutte le leggi fra loro.

Utilitarismo e individualismo

Nell’opera Principi di economia politica con alcune applicazioni alla filosofia sociale sostiene che il concetto di piacere non deve essere interpretato in modo restrittivo: non bisogna valutare soltanto la quantità, ma soprattutto la qualità dei piaceri: “è meglio essere un essere umano insoddisfatto che un porco soddisfatto”.

Nelle opere Utilitarismo e Sulla libertà sostiene che l’etica utilitaristica ha conseguenze politiche: la ricerca della felicità individuale tende automaticamente a coincidere con quella del bene comune. Compito dello Stato è di evitare qualsiasi sopraffazione reciproca e garantire le minoranze; occorre un governo rappresentativo e un sistema elettorale proporzionale che consenta libera espressione a tutti. La libertà individuale deve essere salvaguardata anche di fronte alla "tirannide della maggioranza". Nell’opera La soggezione delle donne rivendicò l’uguaglianza giuridica dei due sessi e sviluppò le idee base dei movimenti femministi.