LO STOICISMO

 

LO STOICISMO GRECO

 

Lo Stoicismo si oppose alla visione epicurea dell'uomo e del mondo come un casuale aggregato di atomi, a cui contrappose la visione di un mondo come risultato di un'azione divina. Nella filosofia della Stoà ci sono due principi dell'universo, la materia passiva e la forma attiva, inscindibili.

La forma, Ragione divina, Logos, come "soffio infuocato" tutto penetra e trasforma.

Dio è immanente ed è il seme di tutte le cose. Gli Stoici difendono una rigorosa concezione finalistica. La divinità provvede a che ogni cosa raggiunga il fine per cui esiste (Provvidenza).

Secondo lo Stoicismo greco tutto l’universo, considerato come un grande organismo vivente,  è un’unica realtà strutturata secondo la  ragione universale (Logos).

Dio è immanente nel mondo (panteismo), è provvidenza e realizza il suo progetto necessario nell’universo (Fato).  La Provvidenza stoica nulla ha a che vedere con quella cristiana, che presuppone un atto di creazione - sconosciuto ai Greci - da parte di un Dio personale. La provvidenza stoica, immanente e non trascendente, è semplice finalismo universale: fa sì che ogni cosa sia fatta come è bene che sia. Essa è necessità inesorabile; la libertà umana è un conformare i propri voleri con quelli del Destino, è accettazione razionale del Fato.

 

Etica

 

L’uomo nasce con istinti naturali, che deve controllare mediante la ragione. Agendo secondo ragione, egli diventa parte integrante del progetto divino.

La felicità si raggiunge:

1) ricercando i beni (saggezza, temperanza, giustizia e coraggio);

2)dimostrando indifferenza verso la bellezza o la bruttezza, la salute o la malattia, la ricchezza o la povertà (indifferenti);

3)rinunciando ai mali (stoltezza, ingiustizia, sfrenatezza e viltà).

L’uomo libero è colui che raggiunge l’autonomia dalle passioni; lo schiavo è colui che non sa controllarle. Le passioni conducono al vizio e bisogna sradicarle. Ogni uomo può essere felice compiendo il bene per se stesso (il dovere per il dovere).

 

Il saggio deve liberarsi da ogni impulso sensibile; deve accettare la razionalità del tutto; deve scegliere fra una vita virtuosa e felice ed una stolta e misera. Qualora non potesse scegliere, per cause indipendenti dalla sua volontà, può ricorrere al suicidio piuttosto che sottrarsi al suo dovere.

 

LO STOICISMO ROMANO

 

Lo stoicismo romano si distingue in parte da quello greco per un maggior senso di umanità, frutto dell’influenza cristiana. Il Dio impersonale degli stoici greci diventa un Dio-persona provvidenziale.

L’ideale di perfezione non appare più l’assenza di passioni: l’uomo, in quanto membro dell’universo, scorgendo negli altri uomini i suoi fratelli, si volge a un ideale di solidarietà universale.

 

Negli scritti degli stoici romani ritroviamo alcuni precetti che richiamano quelli evangelici: la comune parentela di tutti gli uomini con Dio, la fratellanza universale, la necessità del perdono e l’amore per il prossimo.